lunedì 4 giugno 2018

L'ULTIMA INTERROGAZIONE

Il golfo di Napoli e la sua geografia sono stati oggetto dell'ultima interrogazione di quest'anno scolastico ormai prossimo a concludersi. Dai Campi Flegrei alla Penisola Sorrentina, dalle pendici del Vesuvio alle isole (Ischia, Procida, Capri...), per quasi duecento chilometri di costa, il golfo è certamente uno dei luoghi più conosciuti, amati e rappresentati della penisola italiana: ammirate il dipinto di Ippolito Caffi, pittore bellunese morto nel 1866.


Ho riservato qualche domanda sulle attività portuali e su quelle economiche: ho apprezzato la simpatia della risposta focalizzata sulla fabbricazione dei fuochi artificiali (i "botti"...), ma ho anche richiamato l'attenzione dell'interrogato e del suo pubblico su altre produzioni

Stranamente ho tralasciato l'industria petrolifera - alla quale dedico usualmente ampi spazi nelle mie lezioni, vista l'onnipresenza dei derivati del petrolio - e riprendo in questo post l'argomento, con riferimento alla raffineria Mobil, attiva dalla fine degli anni Trenta alla metà degli anni Novanta.

Nel video sottostante, girato nel 1936, è possibile ammirare la febbrile attività degli operai che si impegnano per costruire lo stabilimento: 


Nel video seguente, risalente all'anno successivo (1937), sono riportati i momenti più significativi della cerimonia di inaugurazione, con la benedizione degli impianti alla presenza del principe di Piemonte.


Questo stesso stabilimento comparirà poi in un'inquadratura nelle scene finali di Totò d'Arabia, film del 1965, dove il celebre attore partenopeo veste i panni del figlio adottivo dello sceicco El Buzur, che nella finzione cinematografica è proprietario degli impianti.


La massiccia torre metallica al centro della foto sostiene i reattori del Thermofor Catalytic Cracking (TCC): attraverso questo processo, che comporta l'uso di un catalizzatore a temperature elevate, dai gasoli (prodotti in grande quantità nella prima distillazione del greggio) era possibile ottenere benzina (il prodotto più richiesto dal mercato).


Il catalizzatore di Clay (un silicoalluminato acido) si presentava sotto forma di piccole sfere che scendevano nel reattore dalla cima della torre e poi cadevano nel forno di rigenerazione sottostante per essere infine riportate sulla sommità da un getto d'aria.


La proprietà della raffineria, da Mobil, passò alla Q8 all'inizio degli anni Novanta. Qualche anno dopo gli impianti furono fermati e il sito fu utilizzato come deposito di carburanti. Oggi è in attesa di una necessaria bonifica.

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