sabato 28 marzo 2020

Grazie, Alberto!

Alberto Angela ha dedicato a Venezia una bellissima puntata del suo programma e ho apprezzato che sia stata trasmessa il 25 marzo, giorno del genetliaco di questa città speciale e per me ancor di più. 

Ecco come si vede dall'alto dei cieli questa (un tempo) gloriosa città, con il suo profilo che ricorda vagamente un pesce (aggiungo che il Canal Grande potrebbe costituirne il tubo digerente) e il colore rosso dei tetti: così l'ha descritta l'astronauta Ten. Col. Luca Parmitano, ospite della trasmissione.


Secondo la leggenda, il 25 marzo 421 fu posata la prima pietra della Chiesa di San Giacomo a Rialto, nei pressi del famoso e omonimo ponte mostrato nelle battute finali della trasmissione, durante la quale lo spettatore ha potuto ammirare la grandezza della Serenissima Repubblica che ancora oggi sopravvive (nonostante l'infelice sorte da due secoli a oggi) negli inestimabili manufatti, opere dei più grandi artisti, che si conservano in città: dalla "Crocifissione" di Tintoretto (Scuola Grande di San Rocco) alla Scala Contarini del Bovolo, dagli abiti e dagli oggetti di lusso del Settecento all'enigmatica "Tempesta" del Giorgione

Anche l'Uomo Vitruviano di Leonardo e (aggiungo io) le inquietanti visioni dell'oltretomba di Bosch sono conservate a Venezia; e voglio ricordare (visto che il conduttore non lo ha fatto, ovviamente: ci sono un'infinità di cose più importanti) che Palazzo Ducale, oltre alla sala del potere più grande al mondo, conserva pure le spade forgiate anche nelle fucine della Cividal di Belluno.








giovedì 26 marzo 2020

Raccontando i microbi...


In questi giorni il tema "coronavirus" ha monopolizzato il mondo dell'informazione, vista la dimensione planetaria della sua diffusione.

Nel breve video sopra, ho cercato di raccontare con parole semplici che cosa siano i microbi - esseri invisibili a occhio nudo e visibili con l'ausilio di un microscopio, oggetto di studio della microbiologia.

L'ho fatto con un linguaggio semplice, immaginando di parlare a un pubblico di bambini: tuttavia non ho usato disegni per proporre l'esposizione, ma immagini al microscopio elettronico ricolorate. Quindi, niente bocche sorridenti o ghigni malefici ai quali eravamo abituati da certe serie d'animazione.

La maggior parte della descrizione è dedicata ai batteri e alle loro forme; ai virus ho solamente accennato, così come ho accennato ai protisti. Ad essi dedicherò invece maggior spazio nelle lezioni scolastiche, già da domani. 


Buona navigazione in rete e restiamo a casa!!!


martedì 24 marzo 2020

Nicotina e similari: appunti.


La diffusione del tabacco in Francia si deve a Jean Nicot (1530-1600), ambasciatore francese che presentò alla regina Caterina de' Medici la pianta proveniente dal Nuovo Mondo.

Se essiccata e bruciata, essa era in grado di allontanare gli insetti e il loro fastidioso ronzio: estratti di tabacco sono impiegati per scopi simili anche oggi, soprattutto in agricoltura.

Il tabacco fu inizialmente utilizzato per curare l'emicrania e alcune patologie respiratorie; si diffuse poi per usi ricreativi, con alterne fortune tra tasse governative e scomuniche papali.

Agli inizi dell'Ottocento, da questa pianta fu ricavata la nicotina, C10H14N2, l'unico alcaloide liquido (tutti gli altri sono solidi), che bolle a 247°C. Il merito della scoperta è attribuito a Gaspare Cerioli (1807), Nicholas Vaquelin (1809) e accreditato tuttavia a Karl Ludwig Reimann e Wilhelm Heinrich Posselt, che effettuarono il lavoro nel 1828, in quanto furono i primi a sperimentare sugli animali le proprietà della sostanza. Come tutti gli alcaloidi, anche la nicotina mostra un effetto fisiologico sul sistema nervoso: se pura, è un veleno potentissimo. Pochi centigrammi sono sufficienti a provocare la morte di un uomo.

Chimicamente è una N-metil-tetraidropirrol-piridina: all'anello piridinico, in posizione 3, è legato un anello a cinque termini. Tale anello a cinque termini è formato da quattro atomi di carbonio e da uno di azoto, come quello del pirrolo. Sull'atomo di azoto di questo anello è legato un gruppo metile.

Trattando la nicotina con un forte ossidante (ad esempio con acido nitrico, con permanganato o con bicromato), da essa si ricava l'acido nicotinico: l'anello a cinque termini è demolito e sull'unico carbonio superstite si ha un gruppo carbossilico -COOH.

L'acido nicotinico è isomero dell'acido picolinico (con il gruppo carbossilico sul secondo atomo di carbonio) dell'acido isonicotinico (con il gruppo carbossilico in posizione quattro, al vertice opposto rispetto a quello occupato dall'atomo di azoto nell'anello piridinico esagonale).

Dall'acido nicotinico deriva la nicotinammide, che nelle cellule è un precursore del NAD, una molecola coinvolta nei processi ossidoriduttivi alla base della vita.

Dall'acido isonicotinico (o meglio, dal nitrile corrispondente) deriva invece l'isoniazide, una molecola utilizzata nel trattamento della tubercolosi: il suo impiego in tal senso fu perfezionato dal medico italiano Attilio Omodei Zorini (1897-1983) a Roma, presso l'Istituto Forlanini. Tali ricerche gli valsero, nel 1975, la candidatura al Premio Nobel per la Medicina (che non vinse e che fu assegnato a Renato Dulbecco e ad altri).

venerdì 20 marzo 2020

Da Bizzozero alla mascherina


Giulio Bizzozero, chi era costui? Medico, accademico e politico italiano, nacque a Varese il 20 marzo 1846.

Compì a Milano gli studi liceali e si laureò brillantemente in Medicina a Pavia, dove cominciò l'attività di ricerca e la carriera di docente universitario. Viaggiò a Zurigo, dove apprese dal Frey le tecniche di istologia, e a Berlino, da Virchow.

Si trasferì a Torino, ove divenne professore di Patologia generale a partire dal 1873 e ove morì l'8 aprile 1901.

Diede importanti contributi nell'ambito dell'ematologia, dell'istologia e dell'igiene.
  • A soli 19 anni descrisse la funzione ematopoietica del midollo osseo rosso (anche se le prime osservazioni le compì che di anni ne aveva 16), intuendo il ruolo delle cellule staminali.
  • Nel 1872 descrisse il fenomeno oggi noto come fagocitosi, preludendo agli importanti lavori di Metchnicov (vincitore del premio Nobel nel 1908, ex aequo con Erlich).
  • Nel dicembre del 1881 comunicò la scoperta delle piastrine come terzo elemento figurato del sangue, evidenziando il ruolo nella coagulazione e il loro coinvolgimento nella trombosi.
  • Nel 1892 descrisse quello che oggi chiamiamo Helicobacter Pylorii presente nella mucosa gastrica del cane, comunicando i risultati delle sue ricerche in una conferenza tenuta il 18 marzo di quell'anno.
  • Nel 1899 pubblicò una guida sulla tubercolosi, seguita da una serie di scritti dedicati a problemi di igiene pubblica. Riporto un paio di sottolineature a proposito dello sputo come veicolo di contagio del bacillo della tubercolosi, una a pag. 43 e l'altra a pag. 45.





Trovo queste pagine particolarmente attuali, specie la sottolineatura sulla "museruola". 

Coraggio! Chissà che la mascherina diventi un accessorio familiare come lo sono diventati nel tempo le mutande, la cravatta, l'orologio da polso, la cintura. E da bravi amanti delle belle cose faremo a gara per indossare la mascherina Gucci o quella Armani o un'altra di qualche blasonata griffe! D'altronde, sembra che di questo coronavirus non ci libereremo in modo definitivo ancora per un bel po'.

NOTE BIBLIOGRAFICHE
- Dizionario biografico degli Italiani - Istituto Treccani
- Enciclopedia Treccani, voce Giulio Bizzozero
- G. Bizzozero, Contro la tubercolosi - saggio popolare, edizione digitalizzata consultabile QUI

domenica 15 marzo 2020

La confessione...

Confesso che stamattina, dopo aver passato tutta la settimana rigorosamente chiuso in casa, in ottemperanza alle disposizioni per fronteggiare il Covid 19, sono evaso un'oretta (tra le 8.45 e le 9.45) per fare due passi, sicuro che non avrei incontrato anima viva, anche perché sono andato a passeggiare nei boschi non lontani da casa, lontano dalle abitazioni. 

Quanta fortuna ho nell'abitare in campagna! Ho fotografato i fiori primaverili che vedete sotto: la primula, l'hepatica nobilis (come la chiamate in italiano?), il dente di cane, l'elleboro verde.







Ecco sopra la maestosa chiesa, che ho salutato di lontano, per passare attraverso il viale della Rimembranza (dietro al cimitero del paese) e tornare a casa, dove ho fotografato la prima lucertola e il giacinto in fiore nella bussola.



Spero che questa l'aver confessato questa breve evasione non mi faccia finire così...


Ci aspettano ancora lunghi giorni di "arresti domiciliari": è un impegno che assumiamo nel bene di tutti e cerchiamo di portarlo avanti fino in fondo per uscire insieme da questa prova importante.

Mi dico fortunato: posso anche continuare a lavorare grazie alle moderne tecnologie, godendo al tempo stesso della primavera che non si fa aspettare. Buona settimana a tutti!

giovedì 12 marzo 2020

Un nuovo libro del Prof. Fochi


Ed è così, che in questo tempo di quarantena, il nuovo libro del professor Fochi sulla chimica avrà un battesimo a porte chiuse, amplificato sul web da Facebook tramite una diretta.

Dalle 16:30, in collegamento con la Libreria dei ragazzi di Pisa, l'autore presenterà "Il chimico segreto", forse l'immagine chirale de "Il segreto della chimica" edito per i tipi di Longanesi alcuni anni or sono: romanzo il primo, saggio il secondo.

La chimica come laboratorio spiegato ai giovani. Così ne scrive lo stesso Fochi:

Il protagonista è un ragazzo americano, che parte da un’associazione ambientalista di quelle “arrabbiate”, per poi scoprire pian piano che la realtà è complessa, e la stessa difesa dell’ambiente richiede tanta conoscenza scientifica. 

La chimica in particolare, vista all'inizio come nemica, viene poi riconosciuta con stupore nelle nostre azioni quotidiane e finisce col diventare una possibile scelta per gli studi universitari.

Il libro contiene anche riquadri d’approfondimento scientifico, per i giovani lettori che volessero avere un’idea di concetti che man mano s’incontrano: pH, osmosi, ossidi di carbonio, natura dei saponi…

Nel sito dell'editore possiamo trovare altre informazioni utili: QUI la pagina dedicata.

martedì 10 marzo 2020

Scatti d'inizio marzo

Come potete vedere dalla data riportata sull'orologio, presento una serie di foto di questi giorni (dal 4 marzo a oggi): è arrivata la neve sulla montagna veneta. 
Peccato che la stagione sciistica sia praticamente finita, anche in seguito alle disposizioni che dobbiamo osservare per l'emergenza Coronavirus. 
Per fortuna posso godere di paesaggi piacevoli stando comodamente a casa, anche se le persone che riempiono il mio quotidiano mi mancano tanto e ancor di più mi mancano gli amici lontani.










domenica 8 marzo 2020

Colorare le cellule...

La cellula è l'unità morfologica e funzionale dei viventi: più o meno con queste parole si descrive essenzialmente che cosa sia una cellula nei manuali di scienze naturali. 


Poi la trattazione continua con qualche cenno storico, dagli animacula di Antoni van Leeuwenhoek alla prima descrizione del sughero al microscopio da parte di Robert Hooke (sopra); dalla descrizione dei globuli rossi data da Malpighi a quella dei globuli bianchi di Spallanzani, per passare alle grandi scoperte del XIX secolo, durante il quale Schleiden, Schwann e Virchow formulano la teoria cellulare degli organismi viventi. Tutti i viventi sono formati da cellule e una cellula può aver origine soltanto da un'altra cellula.

Nel 1869, dal nucleo dei leucociti, Miescher ricava la "nucleina", un miscuglio di DNA, RNA e proteine. 

In base all'organizzazione del materiale genetico, si distinguono cellule procariote (senza nucleo) e cellule eucariote (con nucleo). Le seconde sono più grandi delle prime e presentano una notevole complessità strutturale al loro interno che, qualche tempo fa, ho rappresentato alla lavagna in questo modo, immaginando un viaggio dentro una cellula animale.


Se poi volete vedere una foto, ecco qua uno scatto carino, dove è possibile distinguere il nucleo (la forma tondeggiante che si trova poco sotto il centro dell'immagine), il nucleolo (il punto scuro al suo interno) e una serie di imprecisati organuli (forse mitocondri: forse!).


Per distinguere bene gli organuli e studiare come sono fatti è infatti necessario utilizzare il microscopio elettronico.

Quello sopra è il corpo cellulare di un neurone motorio, colorato con il blu di Coomassie. Sotto, ecco un soggetto analogo colorato in altro modo (ematossilina-eosina).


Già! La chimica dei coloranti di sintesi, affermatasi a partire dalla seconda metà del XIX secolo, ha permesso un notevole sviluppo delle tecniche di microscopia cellulare e tissutale. Ad esempio, i globuli bianchi non sono tutti uguali: si distinguono mononucleati e polinucleati - e tra questi ultimi, alcuni mostrano una maggiore affinità per i coloranti acidi, come l'eosina, e per questo sono detti eosinofili; altri mostrano una maggiore affinità per i coloranti basici e per questo sono classificati come basofili; infine, ci sono i neutrofili (i più abbondanti).


Della possibilità di colorare anche le cellule batteriche ho detto in precedenza, ricordando Gram. Chiudo il post mostrando il tessuto del pancreas, nel quale si riconoscono le cellule che producono il succo pancreatico per la digestione (funzione esocrina del pancreas) e gli ammassi - più chiari - di cellule endocrine che producono ormoni (insulina, glucagone, grelina, somatostatina). Tali ammassi sono noti come isolotti pancreatici o isole di Langerhans, dal nome del loro scopritore, che li descrisse ancora studente.


Tranne la foto in blu, che è stata realizzata da una mia collega, prof.ssa De Pizzol, e poi è stata da me elaborata al computer, le altre sono foto originali mie, realizzate al microscopio ottico osservando vetrini già preparati.

venerdì 6 marzo 2020

SOLUZIONI...

In questo post, presento un breve "video di servizio" (in bassa risoluzione) nel quale offro alcune sottolineature del capitolo quinto del libro di testo (pp. 112-130) che ho adottato per la classe III. 


Mi rivolgo in primis ai "miei" ragazzi: sono loro i primi destinatari di questo lavoretto essenziale, nel quale non esaurisco tutti gli argomenti riguardanti le soluzioni in Chimica, ma offro una panoramica generale per affrontare - spero - proficuamente lo studio domestico. Intanto, QUI trovate un riassunto delle tappe principali del percorso fatto finora.


Idee chiave da conservare:
- definizione di soluzione, solvente, soluto;
- dissoluzione;
- soluzioni solide e leghe;
- concentrazione delle soluzioni;
- solubilità, soluzione satura, effetto della temperatura;
- proprietà colligative e indice di Van't Hoff;
- dissociazione elettrolitica (teoria di Arrhenius);
- acidi, basi e sali in soluzione acquosa;
- elettroliti forti ed elettroliti deboli;
- reazioni in soluzione acquosa.

E per concludere il post ricordatevi le sante parole di un insigne accademico (che non nomino): 

"Anche la grappa è una soluzione, di etanolo in acqua; 
ma di fronte alla grappa non siamo chimici ma bevitori".




Prosit!




giovedì 5 marzo 2020

LA PESTE DI DON FERRANTE


"In rerum natura", diceva, "non ci son che due generi di cose: sostanze e accidenti; e se io provo che il contagio non può esser né l'uno ne l'altro, avrò provato che non esiste, che è una chimera. E son qui. 

Le sostanze sono, o spirituali, o materiali. Che il contagio sia sostanza spirituale, è uno sproposito che nessuno vorrebbe sostenere; sicché è inutile parlarne. Le sostanze materiali sono, o semplici, o composte. Ora, sostanza semplice il contagio non è; e si dimostra in quattro parole. 

Non è sostanza aerea; perché, se fosse tale, in vece di passar da un corpo all'altro, volerebbe subito alla sua sfera. 
Non è acquea; perché bagnerebbe, e verrebbe asciugata da' venti. 
Non è ignea; perché brucerebbe. 
Non è terrea; perché sarebbe visibile. 

Sostanza composta, neppure; perché a ogni modo dovrebbe , esser sensibile all'occhio o al tatto; e questo contagio, chi l'ha, veduto? chi l'ha toccato? Rimàn da vedere se possa essere accidente. Peggio che peggio. 

Ci dicono questi signori dotti che si comunica da un corpo all'altro; ché questo è il loro Achille, questo il pretesto per far tante prescrizioni senza costrutto. Ora, supponendolo accidente, verrebbe a essere un accidente trasportato: due parole che fanno ai calci, non essendoci, in tutta la filosofia, cosa più chiara, più liquida di questa: che un accidente non può passar da un soggetto all'altro. Che se, per evitar questa Scilla, si riducono a dire che sia accidente prodotto, danno in Cariddi: perché, se è prodotto, dunque non si comunica, non si propaga, come vanno blaterando. 

Posti questi princìpi, cosa serve venirci tanto a parlare di vibici, d'esantemi, d'antraci ... ?" 
"Tutte corbellerie", sparò fuori una volta un tale.
"No, no" - riprese don Ferrante: "non dico questo: la scienza è scienza; solo bisogna saperla adoprare. Vibici, esantemi, antraci, parotidi, bubboni violacei, furoncoli nigricanti, son tutte parole rispettabili, che hanno il loro significato bell'e buono; ma dico che non che fare con la questione. Chi nega che ci possa essere di queste cose, anzi che ce ne sia? Tutto sta a veder di dove vengano." 

Qui cominciavano i guai anche per don Ferrante. Fin che non faceva che dare addosso all'opinion del contagio, trovava per tutto orecchi attenti e ben disposti: perché non si può spiegare quanto sia grande l'autorità d'un dotto di professione, allorché vuol dimostrare agli altri le cose di cui sono già persuasi. 

Ma quando veniva a distinguere, e a voler dimostrare che l'errore di quei medici non consisteva già nell'affermare che ci fosse un male terribile e generale; ma nell'assegnarne la cagione; allora (parlo de' primi tempi, in cui non si voleva sentir discorrere di peste), allora, in vece d'orecchi, trovava lingue ribelli, intrattabili; allora, di predicare a distesa era finita; e la sua dottrina non poteva più metterla fuori, che a pezzi e bocconi.

"Là c'è pur troppo la vera cagione" - diceva; "e son costretti a riconoscerla anche quelli che sostengono poi quell'altra così in aria... La neghino un poco, se possono, quella fatale congiunzione di Saturno con Giove. 
E quando mai s'è sentito dire che l'influenze si propaghino...? 
E lor signori mi vorranno negar l'influenze
Mi negheranno che ci sian degli astri? 
O mi vorranno dire che stian lassù a far nulla, come tante capocchie di spilli ficcati in un guancialino. Ma quel che non mi può entrare, è di questi signori medici; confessare che ci troviamo sotto una congiunzione così maligna, e poi venirci a dire, con faccia tosta: non toccate qui, non toccate là, e sarete sicuri! Come se questo schivare il contatto materiale de' corpi terreni, potesse impedir l'effetto virtuale de' corpi celesti! E tanto affannarsi a bruciar de' cenci! Povera gente! brucerete Giove? brucerete Saturno?".

His fretus, vale a dire su questi bei fondamenti, non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle.

(A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVII)