Secondo Ippocrate, la salute conseguiva all'equilibrio di quattro umori che scaturivano da quattro zone del corpo, di quattro colori diversi, associati ai quattro elementi ma anche alle quattro stagioni, ai quattro temperamenti e alle fasi della vita:
- il flegma, dalla testa, bianco (da cui il temperamento flemmatico);
- il sangue, dal cuore, rosso (da cui il temperamento sanguigno);
- la bile, dal fegato, gialla (in greco si dice cholé, da cui collera conseguente a un travaso di bile);
- l'atrabile o bile nera (in greco si dice melancholé, da cui melancolia) proverrebbe dalla milza - organo chiamato splene dagli antichi, da cui il vocabolo inglese spleen, preso a prestito da Baudelaire per indicare il disagio esistenziale, anima della creatività del poeta.
Nell'immagine: fegato (sezionato), stomaco e milza in un disegno di Leonardo (dove rappresenta anche il cieco e - per la prima volta - l'appendice).
Riprendendo il discorso, lo squilibrio di quest'ultimo umore - l'umore nero o atrabile, originato nella milza o splene - sarebbe stato, secondo gli antichi, all'origine degli stati depressivi, delle malattie croniche e del cancro.
Nel secondo libro "De naturalibus facultatibus", Galeno parlava di guasto atrabiliare, di sconcerto della bile nera, che "tanto più cattiva e acida" dava origine a malattie ineluttabilmente letali che si manifestavano con protuberanze e ingrossamenti, il cui nome derivava dalla somiglianza delle vene ingrossate con le appendici articolari del granchio: cancer in latino, karkinos in greco.
L'idea ha attraversato i secoli finché gli anatomici del Rinascimento - Vesalio sopra tutti - si misero a cercare invano l'atrabile dissezionando cadaveri.
Nel XVIII secolo, i medici continuarono a non trovare l'atrabile ma scoprirono invece la linfa e le vie linfatiche, grazie ad Aselli, a Pecquet, a Bartholino e altri. I seguaci di Cartesio (tra cui Sylvius) indicarono la linfa come nuovo umore responsabile di certe patologie: un passo avanti, rispetto all'attaccamento alle teorie degli antichi, ma la strada da fare era ancora lunga.
A noi oggi, di quelle vecchie teorie, rimane un patrimonio di espressioni e di modi di dire richiamati nel corso del post: il temperamento sanguigno o flemmatico, collerico o melancolico; l'indole linfatica, il travaso di bile, l'umore nero, il cancro e il carcinoma: mentre ho dovuto familiarizzare e convivere con il mio umore nero (beh dai, non così spesso per fortuna mia e di chi mi è vicino), spero di non sentire pronunciare mai le ultime due parole (se non in sessioni di studio a cui spesso concedo larga parte del mio tempo libero).
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