martedì 26 settembre 2023

Pregiudizio e orgoglio...



Ieri sera ho rivisto in televisione per l'ennesima volta "Orgoglio e pregiudizio", film del 2005 ispirato al celebre romanzo di Jane Austen. Lo guarderei e riguarderei ancora e ancora, da quanto bello è: per la trama, le ambientazioni, la fotografia e non ultima anche per la colonna sonora di Dario Marianelli

Il tema principale ha un sapore dolcissimamente beethoveniano: il riferimento è al Beethoven del Capriccio per il soldo perduto, della Sonata Waldstein, del terzo, quarto e quinto concerto per pianoforte e orchestra.

Il contesto, nello splendore della campagna inglese, ricorda la bellezza di quei paesaggi dipinti da Constable (sotto) ed evocati anche da Darwin nei suoi scritti, che ho fatto leggere in parte anche ai miei discenti. 


E nella passione di Mr. Bennet per i libri e le orchidee mi pareva di rivedere rievocato in trasposizione cinematografica lo spirito del grande Charles Robert, il quale ha trascorso la sua quieta esistenza nel Kent, tra esperimenti di botanica, osservazioni di zoologia, letture e riflessioni. 

Darwin nella realtà, come Mr. Bennet nella finzione, non amava il caos di Londra. E qualche tempo prima anche il giovane Newton scrisse le sue cose migliori nella pace di Woolsthorpe

Come ho ricordato più volte, il Covid mi ha insegnato ad amare maggiormente la quiete della campagna, il giardino, i boschi e il ruscello. E ad amare molto meno i miei simili e i riti sociali.

Ho imparato ad apprezzare il continuo sbocciare dei fiori...

... i piccoli animali (nella foto sotto, un orbettino) ...

... pure i microorganismi, come i lieviti che crescono in un bicchiere di succo di fico nero.

E amo vedere il sole che si porta via un altro giorno, dopo avermi regalato lo stupore per la vita e le sue meraviglie.

Dopo il riposo notturno, il dovere chiama nuovamente: si va verso la città, accompagnati dalle luci di un altro giorno che accendono la S'ciara.

Questa volta niente campagna inglese, ma... Sinistra Piave, da casa a Belluno.


Ogni tanto lustrarmi gli occhi con qualcosa di diverso farebbe bene anche al mio povero spirito, intossicato dalle menzogne dei predicatori di consuetudini. Vabbé. Non importa. Per ora va così. Per ora... da un po' di anni a questa parte, a dire il vero. Posso ancora sperare in qualcosa di migliore?

sabato 23 settembre 2023

Evviva l'autunno, evviva il buon vino!

Domanda da compito in classe (somministrato, come un catartico, nei giorni scorsi): che cosa accadrà il 23 settembre alle ore 8:50?

Risposta: l'equinozio d'autunnoGià. I raggi solari sono caduti perpendicolarmente all'equatore e da poco è iniziata la stagione delle foglie colorate, dei grappoli maturi, dei funghi chiodini, del mosto e del vino che ne verrà.


Mentre sorseggio un calice di Teroldego alla faccia di quelli che vogliono proibirmi ogni piacere della vita in nome della salute e del dovere, penso che ormai non realizzerò più niente di quanto avevo in animo di fare, grazie ai sacerdoti delle consuetudini e al loro vomitevole conformismo contro i quali ho lottato per una vita intera e continuerò a lottare. Padri, padrieterni e patrie di ogni sorta, di cui faccio volentieri a meno.

Poiché da costoro mi è stato negato il futuro, mi godo il presente; altrimenti detto, poiché ho una vita "escremenziale" (vabbé, ammetto che per molti aspetti potrebbe essere anche peggiore: almeno ho una casa e un lavoro onesto che mi soddisfa e di questi tempi non è poca cosa), me ne guardo bene dall'allungarmela e cedo ad ogni tentazione che il buon cibo e il buon vino mi presentano, allargando il giro-vita

Mi fu negato Bach, quand'ero giovane e volevo studiare musica in modo più strutturato di quanto poi abbia fatto, e ben venga Bacco adesso che sono adulto. 


Come ho già detto altrove, a cominciare dal mio ultimo libro (lo vedete al centro della foto in libreria e in alto a destra), Euterpe non rallegra più i miei giorni da tanto tempo e la cosa poi non mi dispiace più di tanto: le ho preferito la compagnia di Darwin e di Lavoisier - e qualcuno vorrebbe negarmi pure questa. 

Questo qualcuno lavora evidentemente troppo poco se ha così tanto tempo libero di intrigarsi nella mia vita e nei miei progetti. O magari è andato in pensione troppo presto e se la godrà ancora per tanto tempo rovinando la vita a chi gli è troppo vicino fisicamente ma non troppo affettivamente.

Per chiudere il post e celebrare la stagione da poco arrivata, accanto a Bacco convoco le muse e queste riportano nella mia memoria "Le stagioni", un grande oratorio di Franz Joseph Haydn (1732-1809), composto nel 1801 e pubblicato l'anno successivo.

Il coro "Juhe, der Wein ist da" è un solenne inno al vino e contiene la cosiddetta "fuga ubriaca", descritta da Humphreys come "un tumultuoso coro fugale in cui le voci abbandonano il soggetto a metà (come in uno stupore da ubriaco) mentre gli strumenti di accompagnamento sono lasciati a completarlo.

Buon ascolto e... prosit!


F.J. Haydn, Le stagioni - n. 28, coro.

martedì 19 settembre 2023

Sogni d'oro...

Come raccontavo post giorno fa, alla televisione guardo principalmente documentari a tema naturalistico: non solo piante, animali, paesaggi ma anche molta geologia e poca chimica, che dai media è erroneamente troppo spesso associata all'inquinamento dovuto ai siti industriali e alle plastiche

Di seguito trovate alcune immagini di una grande e moderna miniera, lontana da quelle raffigurate da Agricola, con cunicoli e pozzi, e da quelle del Klondike, nostalgicamente raccontate da zio Paperone.

Il video, che ho ripreso con il telefono guardando la tv (!) mostra uno spezzone del documentario di Michael Portillo dedicato all'Australia, girato all'interno della miniera.

L'oro, aurum in latino - da cui il simbolo Au, è un metallo nobile, noto fin dall'antichità. Assai lavorabile e buon conduttore, presenta una densità elevata, pari a 19300 kg per metro cubo, esprimibile più comodamente come 19.3 grammi per centimetro cubo. 

Ben lo sapevano Archimede, che con il suo celebre Eureka! fece condannare l'orafo che tentò di imbrogliare Gerone II di Siracusa; e anche la regina Zenobia di Palmira, condotta prigioniera a Roma dall'imperatore Aureliano, avvinta in ceppi e catene d'oro (assai più pesanti e scomodi di quelli in ferro, se forgiati con le medesime dimensioni).

Oltre a essere simbolo di regalità (e per questo i re magi lo recano in dono a Gesù bambino nella grotta di Betlemme) e di perfezione, associato al sole (per via del suo colore giallo che si spiega come manifestazione macroscopica di effetti relativistici che determinano la distribuzione degli elettroni attorno al nucleo dell'atomo di questo elemento) e ricercato sperimentalmente dagli alchimisti, l'oro è oggetto di studio per possibili applicazioni nella catalisi, soprattutto in alcune reazioni di ossidazione, nelle reazioni di water-gas-shift e nelle reazioni che interessano tripli legami tra atomi di carbonio

Altre applicazioni in gioielleria, in economia, in elettronica sono note e su queste non mi dilungo. Ricordo la deposizione di uno strato d'oro per preparare i campioni da studiare al SEM (ricordo perché ho visto preparare il campione in laboratorio quand'ero studente); ricordo ancora l'oro colloidale usato nella preparazione di vetri e nella decorazione di ceramiche e un tempo anche in medicina per trattare certe infezioni, come il morbo di Hansen. Composti di oro monovalente sono usati fin dagli anni Trenta nel trattamento delle artriti reumatoidi. Altri preparati trovano impiego nell'analisi chimica, immunoistochimica e biochimica e come mezzi di contrasto nella radiografia ai raggi X.

domenica 17 settembre 2023

Perle di antica saggezza...


Rancore e ira sono cose orribili,

e il peccatore le porta dentro.

Chi si vendica subirà la vendetta del Signore,

il quale tiene sempre presenti i suoi peccati.

Perdona l’offesa al tuo prossimo

e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.

Un uomo che resta in collera verso un altro uomo,

come può chiedere la guarigione al Signore?

Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile,

come può supplicare per i propri peccati?

Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore,

come può ottenere il perdono di Dio?

Chi espierà per i suoi peccati?

Ricòrdati della fine e smetti di odiare,

della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti.

Ricorda i precetti e non odiare il prossimo,

l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui.

(Siracide, 27,33 - 28,9)


sabato 16 settembre 2023

I colori dell'ora di cena...

Passare la pre-serata tranquillamente spaparanzato sul divano in tuta è semplicemente meraviglioso. Di solito accendo la televisione e seguo documentari a tema naturalistico; qualche volta mi concedo trasmissioni culturali dedicate ad arte, letteratura, teatro, cinema d'essai. Non disdegno qualche commedia o qualche concerto: ma la natura ha sempre la priorità.

L'altro giorno ero concentrato ad ammirare il Kawah-Ijen, vulcano dell'isola di Giava di cui ho scritto spesso e di cui dissi qualche cosa in un tentativo di video-lezione qualche settimana fa. Clikkate QUI.


Ricordo i minatori, gli uomini forti di Giava, che raccolgono lo zolfo in ceste e lo portano nel villaggio per venderlo a chi poi lo utilizzerà nella fabbricazione dei fiammiferi, nella vulcanizzazione della gomma e nella sbiancatura dello zucchero.


Il contesto ambientale è degno di un girone dantesco, con tutte quelle esalazioni di anidride solforosa nelle quali sono immersi i lavoratori.


La loro aspettativa di vita si aggira intorno ai cinquant'anni, quando va bene.


Ecco un ultimo primo piano di un raccoglitore di zolfo...


... ed ecco poi un'inquadratura di un geyser di Yellowstone, con le sue acque acide e caldissime nelle quali prosperano forme di vita straordinarie, che colorano il bordo della pozza di arancio e di rosso.

Alzo lo sguardo e anche il soffitto comincia a colorarsi: non a causa degli archeobatteri però!

La luce del sole filtra attraverso le righe della tapparella e gioca con i prismi di vetro del lampadario.


 Tanti piccoli arcobaleni colorano la parete bianca e anche il tavolino del salotto.

Ecco la scena da un altro punto di vista...

Vi ricorderete sicuramente del gioco della felicità di Pollyanna:

Bravi, voi che vi ricordate di lei, del libro di cui è protagonista, del film e del cartone animato: io sono stato illuminato in merito da una collega e solo allora mi è ritornata in mente la scena.

Anche per me questi arcobaleni significano felicità: se non altro perché annunciano l'approssimarsi dell'ora di cena.

Alla prossima!

giovedì 14 settembre 2023

... Moretti? Presente, signor professore!


Nanni Moretti, Sogni d'oro: "... lei è un arido, la sua vita è inutile e io la disprezzo".

Buon anno scolastico a tutti!

mercoledì 13 settembre 2023

Tre spunti...

... per cominciare l'anno scolastico, provenienti da tradizioni diverse.


"L'educazione dovrebbe mirare alla libertà della mente dei giovani, e non al suo imprigionamento in una rigida armatura di dogmi destinati a proteggerla, nella vita, contro i pericoli dell'evidenza imparziale. Il mondo necessita di menti e di cuori aperti, non di rigidi sistemi, vecchi o nuovi che siano. Dobbiamo essere pratici, vedere il mondo nella sua giusta luce, coi suoi pregi e si suoi difetti. Non dobbiamo temerlo, ma conquistarlo con l'intelligenza, e non esserne schiavi."

Bertrand Russell

"Se qualcuno dovesse chiedermi, come filosofa, che cosa si dovrebbe imparare al liceo, risponderei: “prima di tutto, solo cose “inutili”, greco antico, latino, matematica pura e filosofia. Tutto quello che è inutile nella vita”. Il bello è che così, all’età di 18 anni, si ha un bagaglio di sapere inutile con cui si può fare tutto. Mentre col sapere utile si possono fare solo piccole cose".

Agnes Heller, Solo se sono libera

Su, ragazzi: è ora di preparare la tavola per cominciare a nutrire le nostre menti e mantenerle giovani! Come sarebbe a dire: quale tavola? Quella periodica, ovviamente!


Buon anno scolastico a tutti!!

lunedì 11 settembre 2023

Parole (poche) e pensieri (poveri)...

Condivido qui un brano di Christophe Clavé, accademico di origini italiane ma naturalizzato svizzero e in realtà cosmopolita, che mi è stato inviato via whatsapp da un mio omonimo e concittadino. Da un lato mi ricorda certe ispirate pagine di Tullio De Mauro e dall'altro taluni aspetti sui quali insisteva anche don Milani a Barbiana: un importante spunto per riflettere sulla decadenza della nostra civiltà e sulla potenza della parola, la cui ricchezza è proporzionale alla sua complessità.

Clikkate sull'immagine per ingrandire. Questa la traduzione italiana con adattamento che circola in rete.

«Il Quoziente Intellettivo medio della popolazione mondiale sta diminuendo nell’ultimo ventennio. Una delle cause è l'impoverimento del linguaggio. Diversi studi dimostrano infatti la correlazione tra la diminuzione della conoscenza lessicale (e l'impoverimento della lingua) e la capacità di elaborare e formulare un pensiero complesso. La graduale scomparsa dei tempi e dei modi (congiuntivo, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato) dà luogo a un pensiero quasi sempre al presente, limitato al momento: incapace di proiezioni nel tempo. Un altro esempio: eliminare la parola "signorina" (ormai desueta) non vuol dire solo rinunciare all'estetica di una parola, ma anche promuovere involontariamente l'idea che tra una bambina e una donna non ci siano fasi intermedie. Meno parole e meno verbi coniugati implicano meno capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero. Gli studi hanno dimostrato come parte della violenza nella sfera pubblica e privata derivi direttamente dall'incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso le parole. Più povero è il linguaggio, più il pensiero scompare. La storia è ricca di esempi e molti libri (1984, di George Orwell; Fahrenheit 451, di Ray Bradbury) hanno raccontato come tutti i regimi totalitari abbiano sempre ostacolato il pensiero attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole. Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici. E non c'è pensiero senza parole. Facciamo parlare, leggere e scrivere i nostri figli, i nostri studenti. Insegniamo e praticare la lingua nelle sue forme più diverse. Anche se sembra complicata. Soprattutto se è complicata. Perché in questo sforzo c'è la libertà. Coloro che affermano la necessità di semplificare l'ortografia, sfrondare la lingua dei suoi “difetti”, abolire i generi, i tempi, le sfumature, tutto ciò che crea complessità, sono i veri artefici dell’impoverimento della mente umana. Non c'è libertà senza necessità. Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza.»

Christophe Clavé, Baisse diu QI, appauvrissement du language et ruine de la pensée, www.agefi.com del 17/11/2019

sabato 9 settembre 2023

Ammirando piccole cose belle...

Ieri, 8 settembre, ho trascorso tutta la giornata in città: si riprende gradualmente a lavorare, presto a pieno ritmo. Le prime riunioni e gli ultimi esami si susseguono e tra tutto ciò trovano posto anche gli aperitivi con i colleghi, vecchi e nuovi.


Il centro storico cittadino è affascinante, anche se non può competere con la vicina Venezia: qua il Monte di Pietà, là ecco la casa del Brustolon, poco più in giù il seminario, l'archivio di stato, Porta Rugo; e alzando lo sguardo troneggia l'angelo sulla cipolla del settecentesco campanile, progettato da Juvarra, accanto alla Cattedrale dedicata a San Martino.


Varcando il portone della cattedrale, ove gli stili romanico, barocco e contemporaneo convivono (o confliggono?), si disvela un interno a tre navate. Soffermandomi a contemplare gli altari laterali, scopro una Deposizione di Palma il Giovane (1544-1628), che potete scorgere in uno sbrigativo scatto sopra e che personalmente mi ricorda la realizzazione che Simone Peterzano (1535-1596) ha dato dello stesso tema, conservata nella chiesa di San Fedele a Milano. Eccola.


Entrambi i due pittori lavorarono nella bottega del Tiziano a Venezia: forse Simone lasciava la Laguna mentre l'adolescente Palma aveva da poco iniziato il suo apprendistato, intorno al 1561.


I santi della grande Riforma cattolica (sopra) e la conversione di San Paolo (sotto) sono stati invece dipinti da Gaspare Diziani (1689-1767), bellunese di nascita (De Cian era il suo cognome originario) e veneziano di formazione.

Ecco lo schizzo per una pietà, conservato alla Morgan Library e pubblicato su Pinterest, che Diziani mai eseguì: ma è bella anche così.

Se dovessi scegliere una colonna sonora da abbinare alla raffigurazione... ecco, questo Vivaldi farebbe certamente il suo dovere. Signorsì! Buon ascolto e buon proseguimento di navigazione.

giovedì 7 settembre 2023

La risonanza...

Qualche giorno fa, per la prima volta in vita mia, ho fatto una risonanza magnetica. "Ho fatto" nel senso che sono stato sottoposto a una tecnica di diagnostica per immagini che sfrutta il principio della risonanza magnetica nucleare, ossia della misura di precessione dello spin di nuclei dotati di momento magnetico sottoposti ad un campo magnetico ad alta frequenza. Il valore di questa alta frequenza è ben superiore ai cinquanta hertz della corrente alternata di rete, combattuta dai nemici dell'elettrosmog.

Qualcuno può spaventarsi ad entrare nel "tubo", disteso su un lettino mobile: io mi sono anche divertito, mi pareva di vivere in una puntata del dottor House - senza però il timore che qualcuno decidesse di aprirmi il cranio per eseguire una biopsia cerebrale...

In realtà ho eseguito l'esame per indagare lo stato del mio ginocchio destro, che da diversi anni si blocca obbligandomi a tenere la gamba dritta e dolorante per giorni, specie dopo lunghe camminate in montagna. E questo anche quando pesavo venti chilogrammi di meno: quindi ben prima di avere un look da babbo natale, con la barba lunga e bianca e il pancione.

Mentre ero là disteso, il pensiero è corso a quando "ho fatto" (nel senso di: ho eseguito) la prima risonanza magnetica nucleare da studente di chimica - che chiamiamo NMR, dalle lettere dei termini che compongono l'espressione in lingua inglese per indicarla: Nuclear Magnetic Resonance. Sul principio della risonanza magnetica si basa quindi anche una tecnica di indagine che i chimici utilizzano per studiare la struttura delle molecole, come possiamo imparare guardando il video che troviamo a questo link QUI.

Quando ero più giovane e nutrivo ancora qualche speranza, mi sarebbe piaciuto impararla in modo approfondito. Le cose sono poi andate diversamente e nella mia vita attuale quelle pochissime conoscenze tecniche che avevo acquisito - in gran parte finite nel dimenticatoio - non mi servono a un granché, se non a dire che sulla superficie del nostro pianeta vive qualche migliaio di persone che si occupa di queste cose e che non sono tra queste. Lo farò anche tra qualche settimana, in una delle quattro lezioni che, presso l'UAA-BL, dedicherò alla luce. Mi pare alla fine della seconda, se non ricordo male.

Intanto mi limito a osservare questa gamma di radiazioni elettromagnetiche passare attraverso le fenditure della tapparella e giocare con le gocce di vetro appese al vecchio lampadario, "proiettando i colori dell'arcobaleno": il fenomeno annuncia l'ora di cena e l'approssimarsi del tramonto, essendo le finestre rivolte a ponente.

domenica 3 settembre 2023

Pensieri...


Oppenheimer: dopo il film di Nolan, diventano tutti (meno il sottoscritto) esperti di storia della fisica - di quella fisica che ha conosciuto il peccato, una conoscenza che i fisici non potranno perdere. Così disse il nostro, dopo l'impiego bellico dell'energia nucleare. Almeno sembra: troppo spesso si attribuisce ai vari personaggi (Einstein su tutti) ogni citazione spesso senza fonti - non necessariamente sempre libri o articoli, anche discorsi o corrispondenza. Sembra che Oppenheimer abbia affermato quanto sopra durante una conferenza al MIT alcuni anni dopo. La citazione è riportata QUI.

Io aspetto che il film esca in dvd e me lo guarderò comodamente seduto sul divano a casa: il cinema è un altro di quei luoghi che dopo il covid ho smesso di frequentare, insieme a teatri, parrocchie, auditorium, etc. Pena il rischio di attacchi di panico che vorrei evitare.

Intanto, sul tema, sto leggendo un poderoso e ben documentato graphic novel...

Di fronte agli usi bellici delle conoscenze scientifiche, rivolgo il mio pensiero al grande Schweitzer e al suo rispetto per la vita in ogni forma. E in ogni momento. Un autentico imperativo categorico che avrei voluto tradurre in servizio concreto con gli studi per una laurea in Farmacia e un lungo servizio dove il bisogno chiama: l'ennesimo progetto calpestato dai predicatori (e predicatrici) di matrimoni non desiderati, da presidenti-padri che valutano i progetti di un figlio in funzione del numero di tessere che portano alla sua associazione, dai soliti sacerdoti dell'ideologia borghese, tutta cravatta e bon ton... Sepolcri imbiancati li chiamava proprio quel Tale vissuto duemila anni fa, che dal suo sepolcro è poi risorto. Almeno così si tramanda.

Mi chiedo solo perché questi stuoli di mercanti di menzogne, di idoli e di tessere si aspettano ancora che prima o poi desista dai miei propositi e li segua agli altari dei loro vuoti riti. E forse sto ancora perdendo tempo, sia nel pormi domande, sia nel combattere. Sempre quel Tale diceva di scuotere la polvere e di andarsene per la propria strada. Quale sia la mia, ormai non lo so più: dopo anni e anni di lotte, gli dei e le famiglie e le patrie altrui mi hanno fatto perdere la bussola, oltre che il tempo, la fiducia, la speranza... no, la charitas no. Una sottile fiammella di questa ancora arde nell'oscura notte: e basta per camminare sicuro, a rilento, anche se ignoro per dove.