martedì 30 novembre 2021
Ieri con la neve...
lunedì 29 novembre 2021
La tintura di Grossich
Sempre con riferimento alla lezione di cui al post precedente, ricordo che tra le preparazioni a disposizione del farmacista da campo c'era la tintura di iodio, un disinfettante per uso esterno inventato nel 1908 dal chirurgo Antonio Grossich (1849-1926).
Nato Draguccio d’Istria, si laureò in medicina e chirurgia a Vienna, nel 1875.
Per alcuni anni, Grossich esercitò la professione di medico condotto a Castua; ottenne poi la cattedra di chirurgia all’Università di Innsbruck a cui seguì, nel 1886, la nomina di Primario Chirurgo all’ospedale civile di Fiume.
Grossich iniziò i suoi esperimenti applicando iodio in soluzione acquosa su lesioni accidentali, come egli stesso ricorda nel "Meine Präparationsmethode des Operationsfeldes mittels Jodtinktur" (Berlino 1911), per poi estenderne l’applicazione alle piccole operazioni chirurgiche, fino a renderla obbligatoria come antisettico cutaneo in tutti gli interventi chirurgici eseguiti nel suo reparto, nel 1907.
Sebbene la mortalità causata da infezioni post operatorie fosse calata drasticamente nel suo reparto, la diffusione di questo nuovo metodo tardò ad arrivare. Solo nel 1908, venne riconosciuta la sua efficacia attraverso un suo articolo pubblicato nel "Zentralblatt für Chirurgie". Salì così alla ribalta delle cronache e agli onori internazionali grazie al suo presidio per una sterilizzazione rapida.
L'anno seguente, nel 1909, il Grossich presentò la sua invenzione al Congresso medico internazionale di Budapest, in italiano, per legare il merito della scoperta a quella che considerava la sua vera patria: l’Italia.
Il primo uso, suo larga scala, della tintura di iodio avvenne nella Guerra Italo-Turca (1911-1912) e nella Campagna di Libia (1913-1921), in cui ci fu un netto calo nel numero di morti per infezioni inferte da ferite di guerra. Per il merito dell’invenzione e per il successo della sua applicazione, fu nominato membro dell’Ordine della Corona d’Italia nel 1913. Egli commentò la nomina con queste parole:
«Ho avuto un’idea nuova, un’idea utile all’umanità […]. La soddisfazione di essere la massima riconoscenza a cui l’uomo possa agognare, ma purtroppo si nasce anche con delle qualità negative, tra le quali signoreggia spesso la vanità…».
Possiamo considerare l'Ordine della Corona d'Italia come l'equivalente monarchico dell'attuale Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
La tintura di iodio verrà usata ancora durante la Grande Guerra, accanto all'acido borico, al liquido di Dakin (ipoclorito di sodio diluito), all'acqua ossigenata, alle soluzioni di fenolo, etc. Ulteriori notizie possiamo leggerle QUI.
(Cfr. inoltre la voce "Antonio Grossich" su wikipedia.it)
sabato 27 novembre 2021
Amare per sempre - ma non la guerra...
lunedì 22 novembre 2021
Cecilia e l'harmonia mundi
sabato 20 novembre 2021
Note (anche musicali) per domenica 21 novembre
mercoledì 17 novembre 2021
Viaggi improbabili...
martedì 16 novembre 2021
Come il "Triple 10" di Kikuo Ibe è diventato G...
All'inizio degli anni '80, Kikuo Ibe era il principale designer di orologi di Casio. Eccone la storia.
Nel 1981, Kikuo Ibe ha formato un team di progetto di soli tre membri che mirava a realizzare un orologio indistruttibile, dopo aver visto un orologio da taschino, regalo del padre, finire in pezzi a causa di una caduta.
I loro sforzi avevano lo scopo di materializzare il concetto Triple 10: resistente a una caduta di 10 metri e alla pressione di 10 atmosfere, con una durata della batteria di 10 anni.
Sono stati testati vari materiali. La forza dei primi prototipi è stata sottoposta ai requisiti più severi. Tuttavia, Ibe non era completamente soddisfatto. Nemmeno i metalli più duri potrebbero proteggere completamente la vita interna digitale da urti e altre influenze esterne. Dopo mesi di duro lavoro, in cui la squadra veniva spinta al limite fisico e mentale, l'obiettivo sembrava ancora lontano.
A questo punto, Ibe osservò i bambini che giocavano in un parco e realizzò che: "L'interno di una palla di gomma rimbalzante rimane completamente insensibile all'impatto". Questa osservazione ha portato il team a sviluppare un orologio con una struttura cava, in cui il modulo era praticamente sospeso all'interno.
La lunga e difficile fase sperimentale è durata quasi due anni. Tuttavia, dopo un continuo sviluppo di strutture e parti diverse in più di 200 prototipi, nel 1983 è arrivato sul mercato il primo G-Shock antiurto.
Idee rivoluzionarie come la costruzione della struttura "cava", una protezione completa e un'imbottitura per parti importanti sono stati i pilastri fondamentali della forza del G-Shock e hanno permesso la costruzione di una struttura resistente agli urti che ha completamente cambiato la concezione degli orologi convenzionali e che è ancora oggi alla base di tutti i G-Shock.
Il prosieguo della storia l'ho raccontato QUI mentre ho raccontato la fortuna cinematografica di questi piccoli capolavori della tecnica QUI.
QUI ho approfondito qualche notizia sulla gomma poliuretanica di cui è fatto il cinturino (anche se quello dell'ultimo modello che ho acquistato, come potete osservare dalla foto sopra, è in un elegante metallo brunito); e ho parlato più volte di come qualcuno di essi mi accompagna quotidianamente, tra casa, lavoro e tempo libero, QUI e QUI.
L'altra sera, guardando un documentario sulla geologia della Calabria, non ho potuto non notare i mitici G al polso di qualche ricercatore. Quello nella foto è un G-7900-2D.
Nel mondo militare poi sono di casa - i G-Shock, intendo, non io - che da stellette, mimetiche e anfibi non sono mai stato attratto, tanto oggi quanto in gioventù. Anzi, ho guardato di starmene ben distante.
Il mio G preferito, tuttavia, è anche quello dato in dotazione ai Navy Seal americani, come ho scritto QUI - e devo dire che sul camo woodland veste bene.
Francamente, continuo a preferire per me l'abbigliamento tecnico da montagna, il grigioverde lo lascio volentieri ad altri; il raro DW6600 invece lo tengo stretto - vorrei dire "ammanettato" - al polso.
sabato 13 novembre 2021
Verso l'inverno...
mercoledì 10 novembre 2021
10 + 11 = 21
Eccoci alla vigilia di San Martino, patrono della Cividàl di Belluno. Ammirate uno scorcio delle montagne che la abbracciano a nord, dietro i rami spogli e le foglie ingiallite dall'autunno, ormai nella sua pienezza.
Mi piace la combinazione dei numeri della data di oggi: la somma dei primi due dà il terzo...
lunedì 8 novembre 2021
Qualche piccolo scatto di questi giorni...
La nebbia, a fondo valle, nasconde il corso del fiume; ma in qualche rara giornata il sole si fa sentire ancora caldo.
Ecco - sopra e sotto - due scatti veloci ai piedi della città di Belluno, rubati stamani mentre rientravo in sede dopo una commissione.
Ma la sorpresa più bella l'ho ricevuta tornando a casa e rimirando sulla scarpata qualche famigliola di chiodini spuntare tra l'erba e le foglie in decomposizione.
Ah, anche ai piedi dei vecchi pruni, che il nonno piantò - quando io ero solo bambino - e che ancora danno i loro frutti.
Alzando lo sguardo, ecco la nebbia serale, dietro agli alberi, nascondere la vista del campanile.
I raggi del sole si fanno strada tra le nubi per salutare il dì andante.
E i gatti, sull'uscio, si consultano se uscire o se ritornare in casa, al caldo, per consumare la solita porzione abbondante di crocchette oppure miagolare per pretendere la carne in gelatina. Lepre? Fagiano? Pernice? Cosa desidereranno mai le loro altezze feline?