Descritto dai suoi contemporanei come "l'uomo più famoso al mondo dopo Napoleone" (manca però un riferimento, come fa notare il Professor Barbero in un documentario che possiamo vedere anche su youtube), Alexander von Humboldt (1769-1859) fu uno dei personaggi più affascinanti e stimolanti del suo tempo.
Nato in una ricca famiglia aristocratica prussiana, rinunciò a una vita agiata e privilegiata per scoprire come "funzionava" il mondo.
Dopo qualche viaggio giovanile in Inghilterra e in Italia, decise di salpare per il Sudamerica. Risalì il corso dell'Orinoco, scoprendo che il Rio Negro collega quel fiume al Rio delle Amazzoni.
Fu a Quito - in Ecuador - e scalò alcuni vulcani, tentando (invano) di raggiungere la cima del Chimborazo, a circa 6400 metri di altitudine sul livello del mare (si fermò a 5600 m, sopraffatto dalla difficoltà a respirare).
Prima di tornare in Europa, con quattromila pagine di appunti e alcune casse piene di campioni (rocce, minerali, animali imbalsamati, piante), fu a Cuba, in Messico (di cui disegnò un'accurata mappa) e negli Stati Uniti. Dopo cinque anni (1799-1804) rimise piede sul suolo europeo.
Non contento, ultrasessantenne, compì un viaggio nella Steppa, dagli Urali ai confini con la Cina - sorvegliato dalla polizia dello Zar, a causa delle sue idee politiche progressiste e anti-schiaviste.
I suoi viaggi e le sue esplorazioni in ogni angolo del globo ne plasmarono il pensiero e ne fecero un personaggio leggendario, ammirato e citato come diretta influenza non solo da studiosi e filosofi come Charles Darwin, Henry David Thoreau, Ralph Waldo Emerson e John Muir, ma anche da letterati come Goethe, Coleridge e Wordsworth; Thomas Jefferson scrisse che Humboldt era "tra i principali artefici della bellezza" della sua epoca.
Tuttavia, questa straordinaria personalità, a cui dobbiamo il nostro stesso concetto di natura e l'idea moderna di ambientalismo, sembra oggi pressoché dimenticata, e mentre il suo nome resiste ovunque - piante, animali, fiumi e città prendono il suo nome -, le sue opere prendono polvere sugli scaffali delle librerie.
Andrea Wulf, acclamata storica e autrice di numerosi bestseller internazionali, si è immersa nelle opere, nei diari e nei documenti personali di Humboldt, ne ha seguito le tracce in tutto il mondo, visitando gli stessi luoghi e scalando le stesse montagne, per restituire a Humboldt il posto che egli merita nel pantheon della natura e delle scienze. "L'invenzione della natura" - questo il titolo italiano dell'opera della Wulf, tradotta da Lapo Berti e pubblicata da Luiss University Press (2017) - è anche un tentativo di capire come è nato e come si è formato il modo stesso in cui pensiamo il mondo.
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