"Non so con che armi verrà combattuta la Terza Guerra Mondiale, so che la quarta verrà combattuta con le pietre".
Questo noto aforisma attribuito ad Albert Einstein conosce parecchie varianti: al posto delle pietre alcuni mettono le cerbottane, altri le fionde, altri bastoni di legno.
Non importa: molti (incluso il sottoscritto) hanno ragione di credere che se mai ci sarà una Terza Guerra Mondiale "globale" (non "a pezzi", come è di fatto combattuta ora), alla fine pochi saranno i sopravvissuti per vederne una quarta e sapere se Einstein avesse ragione o torto.
Scorrendo i media, molti invocano come imminente la guerra nucleare: politici, economisti, complottisti e millenaristi (che citano profezie di città distrutte da colonne di fuoco).
Io ricordo e rimugino spesso invece il tristissimo contributo dato dalla Chimica (divenuta "strumento di barbarie", come diceva Ettore Molinari nella prefazione alla quarta edizione del suo Trattato) alle attività belliche, con nuovi esplodenti e con aggressivi chimici sempre più letali ed efficaci.
I primi ad usare la chimica sui campi di battaglia nella Prima Guerra Mondiale furono i francesi, che lanciarono contro i tedeschi cloroacetato di etile e bromoacetone (agenti lacrimogeni): lo scopo era rallentare il nemico e non annientarlo (perlomeno non per via chimica: c'erano sempre cannoni e mitragliatrici...).
Nella Seconda Battaglia di Ypres, il 22 aprile 1915, i tedeschi, sotto la magistrale direzione di Fritz Haber, avevano usato il cloro, un asfissiante. Sul fronte italiano useranno invece il fosgene, ottenuto combinando cloro e monossido di carbonio, dal tenue odore di fieno e dagli effetti terribili.
Tra poche settimane ricorrerà il centenario della Terza Battaglia di Ypres (o battaglia di Passchendaele), che vide schierati i tedeschi da una parte e gli alleati aglo-americani dall'altra; alla fine trionfarono i soldati canadesi.
In questo contesto, i tedeschi usarono per la prima volta il gas mostarda (per il suo odore, chiamato anche iprite dal nome della località belga dove fu impiegato come vescicante), scoperto da Albert Niemann a Gottinga nel 1860 e poi perfezionato successivamente.
Nel frattempo, in un laboratorio al di là dell'oceano, Nieuwland, un sacerdote americano di origine belga, scoprirà la lewisite, trattando il cloruro di arsenico con l'acetilene; il celebre chimico Roger Adams scoprirà invece l'adamsite, un agente irritante dall'effetto starnutatorio.
La Grande Guerra volgeva al termine, ma le armi messe a punto e sperimentate sui campi di battaglia ai danni di milioni di giovani vite stroncate inutilmente, furono perfezionate e usate anche in seguito in altri contesti.
Lo studio degli insetticidi ha permesso ai chimici di trovare nuovi composti e nuovi formulati tremendi da mettere a disposizione della macchina bellica.
Fritz Haber guidò gli studi sull'acido cianidrico che assorbito su terra di diatomee dà un preparato noto come Zyklon B - utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale nelle camere a gas dei campi di sterminio nazisti.
Gerhard Schrader e collaboratori scopriranno il tabun, il sarin e il soman: composti appartenenti alla classe degli esteri fosforici che agiscono come inibitori dell'acetilcolinesterasi (intervengono cioé bloccando in modo irreversibile la trasmissione dell'impulso nervoso e per questo sono detti agenti nervini).
Nel Secondo Dopoguerra, gli studi condotti dallo svedese Lars Erik Tammelin su questi composti hanno permesso di chiarire il ruolo dell'acetilcolina come neurotrasmettitore e, purtroppo, hanno portato allo sviluppo di nuovi agenti nervini (che penetrano all'interno dell'organismo attraverso la cute e non attraverso le vie respiratorie: pertanto la maschera antigas non è sufficiente a bloccarne l'azione).
Tra gli anni Settanta e Ottanta, i chimici russi perfezionano i novichok, agenti nervini di nuova concezione (per altro non pienamente nota) che consistono in una coppia di precursori "innocui" e di facile trasporto da mescolare al momento dell'uso per ottenere molecole estremamente aggressive ed efficaci, capaci di passare attraverso i normali indumenti protettivi in dotazione ai militari della NATO.
Oltre agli aggressivi chimici, durante le guerre sono stati usati agenti incendiari: soluzioni di fosforo bianco in solfuro di carbonio oppure il celebre NAPALM che profumava di vittoria e rallegrava le mattine del capitano Kilgore in Apocalypse Now.
Nei laboratori segreti nazisti, Otto Ruff e Herbert Krugg avevano messo a punto invece la sintesi del trifluoruro di cloro, un composto interalogenico molto più aggressivo del fluoro e del cloro presi singolarmente. Il composto fu prodotto nel bunker di Falkenhagen in quantità troppo basse per un impiego bellico diretto.
Il trifluoruro di cloro reagisce in modo violento con quasi tutte le sostanze organiche ed inorganiche: incendia spontaneamente metalli (a meno che non si formi uno strato di fluoruro protettivo), leghe metalliche, materie plastiche, silicati, acqua e sali. Incendia persino il vetro. Nonostante questo, trova impiego nella purificazione dei materiali fissili e nell'industria dei semiconduttori.
Carbonizza i tessuti e la sua idrolisi dà HF + HCl: è nota l'estrema pericolosità del primo (non che il secondo sia innocente, ben s'intenda) il quale, oltre alle ustioni, danneggia irrimediabilmente il tessuto osseo trasformando il fosfato di calcio in un fluorofosfato solubile.
Per fortuna sui campi di battaglia non è mai stato impiegato (o meglio: non si ha notizia certa che finora sia stato impiegato). Potrebbe esserlo nello scenario di un Terzo Conflitto Mondiale? Che le nubi gialle descritte dai "veggenti" (o sedicenti tali) insieme alla carne carbonizzata che cadeva dalle ossa dei soldati siano proprio di ClF3 ? Francamente spero di non scoprirlo mai.
PS: dimenticavo di citare nel post le armi biologiche... magari ci tornerò su più avanti. Magari no.
Nessun commento:
Posta un commento