venerdì 11 novembre 2016

BORODIN, TRA CHIMICA E MUSICA

Niente di meglio che raccontare la vita di Alexandr P. Borodin (1833-1887) per introdurre un vasto pubblico di non addetti ai lavori al meraviglioso mondo della chimica organica: è quel che ho fatto qualche anno fa all'Università degli Anziani-Adulti di Belluno, nel corso di una memorabile conversazione di cui riporto l'inizio poco più sotto. Godetevi intanto il Secondo Quartetto per archi.


NOTA. Il progetto iniziale contemplava anche l'esecuzione di brani musicali tra una slide e l'altra: l'idea fu bocciata per questione di eccessiva lunghezza della presentazione, ma tuttora mi piacerebbe riproporre la conferenza così come era stata pensata in origine. Spero di averne l'occasione, prima o poi...


Borodin, noto oggi come compositore, fu in realtà un chimico eccezionale, collaboratore di Mendeleev e poi professore di chimica a San Pietroburgo. In questa veste si adoperò perché anche le donne potessero essere ammesse alla frequenza dei corsi universitari di medicina e morì d'infarto durante un ballo in suo onore.


Alla musica si dedicava nel tempo libero e questo non gli impedì di rivelare il suo genio anche alla tastiera: chi non ricorda le Danze polovesiàne, tratte da Il principe Igor, o l'evocativo brano Nelle steppe dell'Asia centrale?


Raccontando i suoi interessi di scienziato, ho potuto toccare quasi tutte le classi di composti organici.

  • Fu tra i primi a sintetizzare il fluoruro di benzoile, un composto aromatico fluorurato;
  • mediante la reazione di un carbossilato d'argento con il bromo ha preparato bromuri alchilici da acidi carbossilici (reazione di Borodin-Hunsdiecker);
  • studiò gli alchili di zinco, composti metallorganici ottenuti poco prima da Frankland;
  • compì studi sulle aldeidi, scoprendo nel 1864 la condensazione aldolica, cinque anni prima di Kekulé (che poi gli soffiò la paternità del lavoro, oggi giustamente restituitagli) e di Wurtz (il quale a sua volta è ricordato per aver scoperto le ammine alifatiche e la reazione di coupling con il sodio metallico);
  • studiò l'urea, forse l'ammide più nota, mettendo a punto un metodo analitico per la sua determinazione nelle urine per ossidazione con ipobromito e misura del volume di azoto sviluppato.
Scusate se è poco... c'è praticamente tutto: alogenuri alchilici, composti metallorganici, alcoli, aldeidi, acidi carbossilici, ammine e ammidi! Un bel modo (e originale) per proporre in modo diverso (e forse più efficace) un primo approccio alla chimica organica, non trovate?

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