mercoledì 31 agosto 2022

Meglio sul divano...

Visto che di recente agguerriti esponenti di un certo integralismo ecologista mi hanno pesantemente insultato perché ogni tanto (rimarco: "ogni tanto", che significa "ogni tanto" e non 24/24, 7/7, 365/365) permetto al gatto di farsi un giro in giardino, pubblico una sua foto catturata in salotto, dove si è divertito a raccogliere tante coccole...

Il gatto è un predatore seriale e può fare danni sulla piccola fauna selvatica, quindi in linea di principio devo riconoscere le ragioni di chi in maniera intelligente si preoccupa e si occupa della tutela della biodiversità anche nei nostri ambienti. 

Il problema - che sussiste, inutile negarlo - è spiegato molto bene dal biologo Alessandro Nicoletti nel video che linko dal canale youtube dell'ONG Keep the planet, che vi consiglio di vedere fino in fondo. Al testo di presentazione del video si accompagna una nutrita sitografia che potente consultare direttamente sulla relativa pagina di youtube e che attesta la scientificità delle informazioni riportate, sulla quale si basano le condivisibili considerazioni offerte.

Per la sua natura di cacciatore, il gatto cattura topi, piccoli rettili e uccelli: la sua attività predatoria, anche perché esplicata con una certa frequenza nell'arco di una giornata, può causare una diminuzione degli esemplari di alcune specie (di rettili, anfibi, uccelli) che sono già in via o in pericolo di estinzione (es. natrice oppure orbettino). 

Si parla di limitare in qualche modo (sterilizzazione, anagrafe felina...) la diffusione del gatto domestico: niente di male finché a discutere la cosa e ad esporre ipotesi di soluzione sono esperti che hanno un'approfondita preparazione e che lavorano nel settore.

I guai cominciano quando un problema e le relative ipotesi di soluzione finiscono nelle limitate teste di persone incompetenti, incapaci di valutare più variabili, frustrate per loro personali vicissitudini esistenziali, che dietro una tastiera sbraitano ai danni di utenti inermi e che si mettono a fare i dittatorelli nella vita altrui - via internet anche in quella di perfetti sconosciuti. È il delirio.

Con arroganza e supponenza, mi hanno fatto passare per uno che aveva liberato una colonia di cento gatti a sterminare lucertole, orbettini, topi campagnoli e tutta la fauna selvatica in un'area di 200 chilometri quadrati.

L'idiozia più grande l'ha scritta tuttavia una "signora" che dava la colpa di tutto al fatto che non sono sposato (ma perché siete fissate col matrimonio?); e un'altra (sempre xx) che mi ha dato del pezzente, a tal punto da non potermi permettere un divano per tenerci i gatti. 

Morale: mi sono cancellato da tutti i gruppi a tema felino e da molti a tema naturalistico, dove sovrabbondano personaggi di siffatta caratura

Al fine di evitare l'ibridazione con il gatto selvatico e un'eccessiva proliferazione di quello domestico, entrambi i gatti che girano attorno a casa mia sono sterilizzati. E proprio per arginare la loro attività venatoria potenzialmente deleteria, nelle ore notturne li tengo in casa e trascorrono in casa i mesi invernali, da novembre a febbraio. 

Ma con la primavera essi ogni tanto scappano in giardino: stanno in casa quasi cinque mesi all'anno, più tutte le notti (e buona parte della giornata anche nei mesi estivi, visto che preferiscono il divano e mal tollerano il caldo). 

Come ho cercato di accennare già nelle parole introduttive, escono per un paio d'ore al mattino e altrettanto al pomeriggio, in primavera; da giugno a settembre solo al pomeriggio. E rimangono in giardino o - ancora meglio - in garage, dove purtroppo catturano i piccoli  animali che trovano: topi campagnoli soprattutto, qualche lucertola, cavallette, coleotteri ed eccezionalmente orbettini e anche ofidi (che normalmente sottraggo ai loro giochi e restituisco - ancora vivi - al prato: quando escono sono sempre seguiti e mai abbandonati a loro stessi).

Per nostra fortuna, intorno alla nostra proprietà vivono gatti abbandonati di cui i nostri hanno timore. Questo fa si che non si allontanino mai dalla casa e dal giardino. Purtroppo, quegli animali abbandonati costituiscono un problema anche in ordine alla conservazione della fauna naturale. E qualche santo paladino dell'ambiente viene a dirmi che, in nome della tutela della biodiversità, io dovrei rinunciare alla compagnia di un gatto domestico per lasciare spazio a quello randagio.

Non metto in dubbio l'impatto negativo del gatto sulla biodiversità. E' che io, quando il mio gatto è fuori, lo seguo e faccio in modo che non si allontani troppo: cosa che non potrei fare con un randagio. E quando cattura prede come rettili o altre specie rare, cerco di sottrargliele e di restituirle alla natura vive.

Per questo mi da fastidio essere mal apostrofato da chi sa sempre tutto. Tuttavia, eviterò accuratamente di postare ulteriori commenti incauti e anche meno incauti in futuro. E' impossibile dialogare sui social. Troppa gente sfoga i suoi repressi personali ai danni di sconosciuti e non ho intenzione di fare il parafulmine. Prima con i vaccini, poi con i gatti, poi col clima, poi con le zecche e le malattie... che sagra infinita! A proposito di zecche: leggete questo bell'articolo sul tema, pubblicato sul Gazzettino di qualche giorno fa, a proposito dell'incontro annunciato QUI.

Sto diventando vecchio e comincio ad averne le scatole piene. Preferisco dedicare il mio tempo libero alle piante che coltivo, a seguire i gatti e a vedere che la fauna avicola, intelligentemente, se ne sta sui rami alti e scende a terra quando i felini non ci sono. Molto più appagante che leggere commenti, insulti e altro che interesserebbe di più chi si occupa di sociologia, psicologia o - forse - psichiatria.

Dio, patria e famiglia... comunità, parrocchie e campanili: adesso ci aggiungiamo pure l'ambiente. E che altro, per fare la dittatura perfetta?

PS: non perdete tempo a commentare. I commenti sono moderati e non saranno pubblicati.

martedì 30 agosto 2022

Oxalys

Alla base delle rose, nel mio giardino, cresce l'acetosella, pianta erbacea che vi mostro in fotografia: la riconoscerete per le sue foglie a forma di cuore e per la sua altezza che si limita a una dozzina di cm, non di più.

Ne esistono varie specie: nel mio giardino cresce quella con il fiore giallo (Oxalys pes caprae), ma nel sottobosco possiamo trovarne altre - col fiore bianco (Oxalys acetosella), rosa oppure bianco con striature rosee (Oxalys enneaphylla) - cfr. Il grande libro dei fiori e delle piante, Selezione dal RD, Milano, 1981, p. 521.


Il nome scientifico del genere è Oxalys: esso ricorda il sapore acidulo (oxys significa appuntito e i naturalisti del XVIII secolo immaginavano che appuntite fossero le particelle che componevano gli acidi) simile a quello dell'aceto. In alcune cucine tradizionali regionali, dall'acetosella si ricavava un condimento per le insalate o per le carni.

Il sapore acidulo è dovuto alla presenza dell'acido ossalico, un composto organico che deve il suo nome proprio a questo genere botanico, dal quale fu ricavato a metà Settecento.

L'acido ossalico puro si presenta come un solido bianco che cristallizza secondo il sistema monoclino. Il suo nome IUPAC è acido etandioico: contiene due atomi di carbonio (et), uniti da un legame semplice (an), e due gruppi carbossilici (dioico). Si tratta del più semplice acido bicarbossilico e del più forte acido carbossilico non alogenato.

Oltre che nell'acetosella e nell'acetosa, l'acido ossalico si trova anche in alcuni frutti (come il kiwi) e in alcune verdure (pomodoro, rabarbaro, cavoli, spinaci...).

In grandi quantità, esso risulta irritante per la cute, le mucose e le pareti intestinali; nel lume agisce come sequestrante di alcuni ioni metallici (ferro, calcio, magnesio) impedendone l'assorbimento. 

L'acido ossalico può ritrovarsi anche nel siero del sangue, soprattutto come prodotto del catabolismo della glicina; è escreto per via renale (ossaluria) e nel tubulo può precipitare come ossalato di calcio, dando luogo alla formazione di dolorosi calcoli renali.

Oggi costituisce anche un importante prodotto industriale: può essere ottenuto per ossidazione del saccarosio ad opera dell'acido nitrico oppure per reazione del formiato di sodio con idrossido di sodio e borace a 400°C.

Trova impiego nella formulazione di prodotti sbiancanti, di antiruggine, di antitarlo, nella fabbricazione della gomma, nella concia, nel trattamento della varroa delle api.

In chimica analitica, l'acido ossalico si ricerca diluendo il campione in acido acetico e aggiungendo nitrato di calcio: precipita l'ossalato di calcio insolubile e la presenza di acido acetico impedisce la precipitazione del carbonato di calcio.

L'ossalato di calcio, separato per filtrazione, è solubile in acido solforico; la soluzione solforica di ossalato riduce il permanganato, da Mn (VII) a Mn(II): da viola diventa incolore - o leggermente rosa.

Ricordo di aver studiato questa reazione molti anni fa come esempio di reazione redox e anche di autocatalisi: lo ione Mn(II) che si forma con il progredire della reazione accelera la velocità della reazione stessa.

La reazione è alla base del metodo di Helsen per la standardizzazione delle soluzioni di permanganato di potassio (cfr. Jef Helsen. J. Chem. Educ. 1974,51,6,386 1974). 

Riferimento doi: https://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/ed051p386

Il metodo consiste nell'aggiungere 400 mg di ossalato di sodio in un matraccio conico, quindi aggiungere 25 ml di permanganato di potassio (con una concentrazione di circa 0,03 mol / L), agitando fino a quando tutto il permanganato reagisce con l'ossalato. Quindi, titolare con il permanganato al colore rosa persistente, dove il Mn (II) formato catalizza la reazione tra ossalato di sodio e permanganato di potassio.

lunedì 29 agosto 2022

Speak, memory...


One is always at home in one's pastSi è sempre a casa nel proprio passato - scriveva Vladimir Nabokov (1899-1977) in Speak, Memory - Parla, ricordo - ed Adelphi. 

Voglio non essere d'accordo con il grande scrittore russo e voglio ribellarmi a questa posizione - per scoprire un domani che forse potrebbe avere ragione. Intanto: 

  • Devo trovar un modo per evadere, per mettere in discussione, per cambiare il modo in cui la mia storia personale vive in me.
  • Devo riconfigurare la mia vita ed instaurare un rapporto diverso con la sua evoluzione e le sue svolte.
  • Devo aggiornare i miei ricordi, svecchiarli; e rivalutare il significato degli eventi chiave.

Tutti siamo capaci di inventare il futuro, ma solo chi è saggio può dar forma al passato, proprio e non solo. Devo cercare questa saggezza, cosa ovviamente non scontata e non facile. 

Non sono un seguace dell'antroposofia di Rudolph Steiner, ma devo riconoscere che la mia vita, per come si è sviluppata finora, è davvero riconducibile a sei grandi cicli settennali, che comprendono, nell'ordine:

  • gli anni spensierati dell'infanzia;
  • gli anni dimenticati della scuola dell'obbligo;
  • gli anni tristi del liceo e dell'immediato dopo, di cui porto solo tanto dolore;
  • gli anni svaniti dell'arte e della religiosità, evaporati come uno sversamento di etere al sole;
  • gli anni veneziani, con la chimica e la disillusione della ricerca di un futuro migliore;
  • gli anni tranquilli dell'insegnamento, nella quieta mediocrità della provincia.
Ora inizia il settimo steineriano ciclo settennale che vorrei fosse un prolungamento dell'ultimo, tutto sommato sereno, irenico, senza troppe seccature. Via le zavorre, via i rimpianti, via i progetti impossibili, via le chimere: tutto per far spazio alla saggezza


Max Pezzali, Gli anni...

domenica 28 agosto 2022

Sine Caritate...

L'esperienza della pandemia e le misure che sono state attuate per contenerla hanno cambiato tante cose anche nel mio piccolo, a cominciare dal personalissimo modo di vivere la dimensione religiosa.

Da un lato mi ha sconcertato il dilagare di messaggeri divini in ogni parte del mondo che scoraggiano la vaccinazione come fosse un'opera demoniaca, al pari del virus: ne avevo già detto QUI

Niente di nuovo, da decenni si trovano persone refrattarie alle vaccinazioni (non solo a quella per il covid) che giustificano con motivazioni di ordine religioso (cristiano o non cristiano, non importa) il loro rifiuto a questa pratica. Ne prendo atto anche in questa occasione e auspico sia concesso loro il diritto di scegliere e il dovere di essere coerenti con la scelta fatta in libertà e coscienza, qualsiasi essa sia.

Mi ha sconcertato ancora di più l'eliminazione dell'acquasantiera dalle chiese e la mancata possibilità di ricevere l'Eucaristia in bocca, anziché sulla mano, come è stato imposto oggi cogliendo al balzo l'occasione della pandemia per imporre un costume che personalmente non condivido. 

A questo punto, se il motivo è evitare il contagio, meglio rimanere a casa e guardare la celebrazione in televisione o in streaming: niente assemblea liturgica, niente assembramento, niente possibilità di trasmissione di patogeni. Chiaro, niente obolo all'offertorio per le necessità parrocchiali: non importa, il mio non contava nulla e non faceva di certo la differenza - il mio, che non viene dal figlio di una famiglia bene, di tradizione cattolica e basabanchiera

Niente più segno della pace: meglio così, direbbe Pirandello, che definiva l'educazione quella cosa che ci insegna a dire buongiorno a persone che manderemmo volentieri al diavolo, trasformandoci tutti in commedianti. Così è: l'uomo, la bestia, la virtù

Che cosa rimane? Certamente nessuna nostalgia di quella dimensione talmente comunitaria - che parebbe quasi comunista - alla quale è stato ridotto negli ultimi tempi un certo modo di vivere un'interpretazione troppo sociale del cattolicesimo. 

Tutto è stato sacrificato sull'altare della comunità, dimenticando che Dio chiama per nome i suoi figli e li manda nel mondo per non essere del mondo; e dimenticando che Dio scrive nel libro della vita il nome di ogni singolo fedele, non l'indirizzo della canonica, del convento o del vescovado cui fa riferimento la comunità. Liber scriptus proferetur...


Ma c'è (da secoli) la divisione territoriale e alle funzioni bisogna andare nella chiesa del luogo dove si vive (più precisamente: dove si conserva la residenza), al di là della storia personale di ognuno e della sensibilità di ciascuno. 

Se fosse in virtù di questa appartenenza territoriale (che conserva il lezzo di un feudalesimo mai sopito nell'istituzione: ricordiamo che pieve deriva da plebem e nel diritto longobardo designava il luogo, retto da un sacerdote con compiti amministrativi, dove i sudditi andavano a pagare i tributi), io non mi sarei minimamente interessato della dimensione spirituale: probabilmente sarei un indifferente, un lontano o uno dei tanti (sempre di più) che hanno fatto domanda di sbattezzo. Ho anche scaricato il pdf del modulo sul desktop del pc.

Ho fatto altre esperienze, in contesti differenti, che mi hanno indotto a confrontarmi con la dimensione religiosa - anche con quella istituzionale, che vorrebbe costringermi ad affermare convintamente che la parrocchia è il solo luogo dove la fede nasce, al fonte battesimale, cresce e trova pieno compimento. 

Mi dispiace, no. Non ho bisogno di questo: anzi, ringrazio l'esperienza della pandemia che mi ha permesso di alleggerirmi di questa zavorra, di questo giuridismo senza carità che vede solo anagrafe, registri e bilanci, senza guardare oltre, al vissuto concreto delle persone, al loro sentire, alle loro attese e alla bellezza animata da un qualcosa che trascende le miserie umane.

Scriveva il sacerdote don Dolindo Ruotolo:

Se tu vedessi quale gloria circonda l'Altare di Gesù mentre si celebra la Santa Messa non ne perderesti una sola. Quale ricchezza ! Gesù si immola, il Cielo si apre, piove non la manna ma la grazia, e si ferma nell'anima tua come rugiada di pace e di amore.

Assisti a tanti spettacoli terreni, che depositano in te infezioni di morte, e non assisterai alla Santa Messa? Satana ti da un senso di pigrizia quando devi andare in Chiesa, perché è invidioso del tuo bene. Non ti far vincere da satana.


Premesso che non sono un nostalgico del canto gregoriano e che a me va benissimo anche il rito più breve di Paolo VI, mi chiedo quando mai abbia sentito oggi un prete predicare così, con tanto mistico fervore, di fronte alla Liturgia, finestra che si apre e lascia filtrare la luce della grazia a illuminare le tenebre del peccato e della tentazione. Del diavolo, spauracchio di tempi andati, i preti moderni non parlano e non vogliono sentir parlare; i preti di una volta hanno parlato forse troppo e talvolta un po' a sproposito - e quindi si giunge agli eccessi di cui in apertura al post. 

Però sentir commentare i bollettini demografici, guardare al fatto di allevare cani e gatti, predicare sul vaccino, pregare per evitare il contagio dal virus - quando la Chiesa si dovrebbe occupare delle anime, dei bisogni spirituali e dei beni eterni - è avvilente e demotivante. Questo tuttavia è, nella chiesa del uattanciùSan Pio X affermava che una chiesa troppo aperta non fa entrare chi è fuori ma fa scappare chi è dentro.

A proposito di Pio X, per concludere il post, ecco in sintesi alcune formule: stavolta non delle mie abituali formule chimiche si tratta, ma di religione, tratte dall'appendice al Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica - con qualche integrazione ripresa dal vecchio catechismo, sempre troppo chiaro ed attuale, specie in queste settimane. 

Esse riassumono i lineamenti essenziali di ciò che un cattolico dovrebbe conoscere, fare, sperare e vivere per dirsi tale. Convertitevi e credete: così iniziava la predicazione del Nazareno. 

Leggendole, non ci troviamo cani e gatti, statistiche e tematiche ambientaliste o altre cose di moda oggi: quelle sono lasciate a chi si occupa con competenza (e non a sentimento) dei bisogni materiali e del bene comune.

A queste formule, ne aggiungerei una sola, che premetterei a tutte, forse suggestionato dalla lettura di un libro (In mezzo scorre il fiume, di Norman Maclean) concepito non in contesto cattolico ma presbiteriano: God is love, Dio è amore (1 Gv 4,16). Quello conta. Le rubriche e i canoni vengono dopo: ma come ho detto e ripetuto, di religione non mi occupo più da tempo e non credo che tornerò ad occuparmene. Non sum dignus - quomodo miles et piae mulieres dixerunt.


Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.


I misteri principali della Fede cristiana

1. Unità e Trinità di Dio.

2. Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di NSGC.


I due comandamenti di carità

1. Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.

2. Amerai il prossimo tuo come te stesso.


La regola d'oro (Mt 7,12)

Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.


I dieci comandamenti

 Io sono il Signore Dio tuo:

1. Non avrai altro Dio all'infuori di me.

2. Non nominare il nome di Dio invano.

3. Ricordati di santificare le feste.

4. Onora il padre e la madre.

5. Non uccidere.

6. Non commettere atti impuri.

7. Non rubare.

8. Non dire falsa testimonianza.

9. Non desiderare la donna d'altri.

10. Non desiderare la roba d'altri.


Le Beatitudini (Mt 5,3-12)

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male

contro di voi, per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.


I cinque precetti della Chiesa

1. Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate e rimanere liberi da lavori e da attività che potrebbero impedire la santificazione di tali giorni.

2. Confessare i propri peccati almeno una volta all'anno.

3. Ricevere il sacramento dell'Eucaristia almeno a Pasqua.

4. Astenersi dal mangiare carne e osservare il digiuno nei giorni stabiliti dalla Chiesa.

5. Sovvenire alle necessità materiali della Chiesa stessa, secondo le proprie possibilità.


 Le tre virtù teologali

1. Fede

2. Speranza

3. Carità


Le quattro virtù cardinali

1. Prudenza

2. Giustizia

3. Fortezza

4. Temperanza


I sette doni dello Spirito Santo

1. Sapienza

2. Intelletto

3. Consiglio

4. Fortezza

5. Scienza

6. Pietà

7. Timor di Dio


I dodici frutti dello Spirito Santo

1. Amore

2. Gioia

3. Pace

4. Pazienza

5. Longanimità

6. Bontà

7. Benevolenza

8. Mitezza

9. Fedeltà

10. Modestia

11. Continenza

12. Castità


Le sette opere di misericordia corporale

1. Dar da mangiare agli affamati.

2. Dar da bere agli assetati.

3. Vestire gli ignudi.

4. Alloggiare i pellegrini

5. Visitare gli infermi.

6. Visitare i carcerati.

7. Seppellire i morti.

 

Le sette opere di misericordia spirituale

1. Consigliare i dubbiosi.

2. Insegnare agli ignoranti.

3. Ammonire i peccatori.

4. Consolare gli afflitti.

5. Perdonare le offese.

6. Sopportare pazientemente le persone moleste.

7. Pregare Dio per i vivi e per i morti.


I sette sacramenti

1. Battesimo

2. Penitenza

3. Eucaristia

4. Ordine Sacro

5. Matrimonio

7. Unzione degli infermi


I sette vizi capitali

1. Superbia

2. Avarizia

3. Lussuria

4. Ira

5. Gola

6. Invidia

7. Accidia


I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio

1. Omicidio

2. Peccato impuro contro natura

3. Oppressione del povero

4. Defraudare il lavoratore della giusta mercede


I peccati contro lo Spirito Santo

1. Disperazione della salvezza

2. Presunzione di salvarsi senza merito

3. Impugnare la verità conosciuta

4. Invidia della grazia altrui

5. Ostinazione nei peccati

6. Impenitenza finale


I quattro novissimi

1. Morte

2. Giudizio

3. Inferno

4. Paradiso

sabato 27 agosto 2022

Agosto... splash!

Nel tardo pomeriggio di ieri il cielo minacciava un temporale: nuvoloni neri, il brontolio del tuono, le prime gocce di pioggia mi hanno spinto ad andare di corsa nell'orto a raccogliere un po' di verdura per la cena.


Ecco qualche melanzana...


... ed ecco peperoni e pomodorini.


Nella fretta di raccogliere i pomodorini ho incautamente spezzato un ramo, con qualche fiore e qualche frutto in via di maturazione. Poco importa, ho immerso il rametto in un bicchiere d'acqua in prossimità di una finestra ben soleggiata. 


Poco dopo, il gambo è stato circondato da molte bollicine di ossigeno - che potete vedere sopra e sotto, nelle due fotografie.


Ecco il rametto nella sua interezza: vedete i fiori gialli a sinistra, i pomodori e le foglie ancora verdi.


Intanto, fuori, dopo un breve piovasco, è ritornato il sereno e i raggi del sole hanno giocato tra le nubi mentre il giorno moriva portando con se un altro pezzetto d'estate.


Buon ultimo weekend di agosto!


... splash!

giovedì 25 agosto 2022

Aggiornamenti...

Qualche settimana fa, ho passato l'intera mattinata al pronto soccorso. Appena fatta la colazione, verso le 8:30, ho percepito un fortissimo dolore lombare a destra della colonna vertebrale. Intensissimo. Come se mi avessero conficcato uno stiletto al lato destro della colonna vertebrale. Ho provato a sedermi, a distendermi o a trovare una posizione ma niente. Sono arrivato a piangere dal male.


Vado al pronto soccorso. Alle 9:50 sono là. Dopo un'ora vengo visitato, il dolore c'era ma era meno intenso, sopportabile.

Pulsossimetro a 98, auscultazione del torace, valvole cardiache, frequenza. Una radiografia al torace per un sospetto versamento pleurico.

Ho sempre tenuto la mascherina. Alla fine: nessuna delle ipotesi formulate dalla dottoressa e dall'aiuto ha trovato conferma dagli esami.

Quindi: mi tengo il mio dolore, senza diagnosi, con una ricetta per tachipirina mille come antidolorifico, una dose di raggi X al torace e più leggero di 50 euro. 

La sera, urinando, ho notato che all'inizio della minzione emettevo una soluzione trasparente, poco giallina; alla fine emettevo una sospensione poco solubile in acqua che dava diffusione - un po' come quando si mette lo sciroppo alla menta nell'acqua minerale.

Un amico, medico di vecchia scuola, al quale ho raccontato quanto sopra mi scrive che potrebbe trattarsi di un calcolo al rene, mi chiede se abbiano eseguito una ecografia (sopra) e motiva la sua risposta: "... perché tu hai già la calcolosi alla colecisti e quindi potresti avere un risentimento loco-regionale, è vero,  ma potresti avere anche un altro calcolo. Chi fa quelli epatici può fare anche quelli urinari perché la base metabolica è la medesima:  il disturbo del metabolismo del calcio...".

Aggiunge che gli pareva strano che il calcolo fosse solo da una parte e mi ripete di fare al più presto un'ecografia, cosa che ho fatto di recente in uno studio medico privato. In effetti, il rene destro era normale (probabilmente il materiale che c'era è stato espulso nell'episodio sopra raccontato) mentre nel sinistro si notava un pre-calcolo. Risolto il caso.


PS: le immagini sono fotogrammi tratti da video-tutorial sull'esecuzione di un'ecografia renale. Non sono quelle della mia situazione.


Aggiungo una cosa, per concludere il post. Andando a fare l'ecografia, mi sono un po' perso a fotografare fossili sul marmo delle scale dell'ambulatorio. Diagnosi: malato cronico di scienze naturali. Prognosi: riservata.

martedì 23 agosto 2022

Buondì!

L'altra sera una luce un po' particolare ha risvegliato la voglia di fare qualche scatto alla natura che in giardino conserva ancora il suo bel colore verde. Pure le ortiche mi sembravano più belle... eccovi qualche immagine!








Buona giornata!

domenica 21 agosto 2022

L'estate sta finendo...

 

Anche quest'anno, l'estate sta finendo - come cantavano i Righeira, ormai quasi quarant'anni fa, in un'epoca felicissima per me e per tutti o quasi quelli che c'erano. 

Le prime piogge di agosto hanno abbassato le temperature, i miei amati pomodori ne hanno subito risentito e gli attacchi fungini fanno il loro corso, secondo legge di natura.

Le rose continuano a lasciarsi baciare dal sole e a colorare il giardino: tra poco pranzerò in mezzo a loro, solo, in un silenzio interrotto dal canto degli uccellini tra i rami del grande carpino, nascosto dal glicine che vedete in foto dietro alle rose.

Non ho fatto un giorno di vacanza. Come ho finito di lavorare, si è manifestato un problema di salute di cui vi racconterò più avanti. Sono dovuto rimanere a casa, senza la possibilità di allontanarmi per il timore che possa ripresentarsi: e a casa non ci si riposa mai il necessario. 

Troppi pensieri, troppe cose arretrate da fare e mai nulla di nuovo sotto il sole - meglio così, di solito sono sempre cattive notizie, fra l'altro previste anche in questi giorni dall'oroscopo del mio segno, a cui non credo come non credo più da tempo a tante menzogne antiche e nuove.


Per fortuna che ci sono i gatti a tenermi compagnia e a rompere la monotonia con le loro trovate. E poi ci sono i libri: la lettura riempie le giornate. Scrivevo ieri sera sulla mia pagina facebook che un lettore è una persona fortunata: può stringere amicizia con scrittori del passato, lontani nel tempo e nello spazio.

Parimenti, uno scrittore fa lo stesso, stringendo amicizie con lettori nel futuro, che continuano anche dopo la sua morte - ammesso e concesso che venga stampato, ristampato e magari tradotto in varie lingue. 

Non ho questa ambizione, ovviamente, però ho dedicato parte del mio tempo alla stesura di un nuovo lavoro, articolato in quarantasei brevi capitoli. In questo scritto racconto di argomenti pertinenti alla mia materia, in modo rigoroso nei contenuti ma con un taglio profondamente soggettivo - vorrei dire esperienziale, quasi un diario - nella selezione degli spunti da sviluppare. 

Ho tentato una via diversa, dopo i vari saggi divulgativi degli anni scorsi, dedicati a temi poco battuti e anche poco popolari. Trovate l'elenco QUI.


Si tratta solo di una prima bozza. Comincia il grande lavoro di revisione e di limatura, di riflessione e di ripensamento. E poi bisognerà trovare un editore che intraveda per il progetto una possibilità. Mah, problemi si aggiungono a problemi e io vorrei soluzioni. Una cosa alla volta.


Se nulla di nuovo è sotto il sole, aspetto che scenda la notte a portare consiglio.


E attendo tempi migliori, qui sul mio colle, tra casa e giardino, che dopo il lockdown è diventato anche più bello di un castello.


venerdì 19 agosto 2022

Dalla sabbia ai chip: una bella lezione sul Silicio

Come accennavo al post precedente, lascio la sabbia sulla spiaggia e la spiaggia agli avventori del relax sotto l'ombrellone. Io vorrei il mare, ma come meta di un viaggio più ecofriendly e meno turistico. Lascio alla sabbia un'altra destinazione: guardate questo bel video per scoprire quale...


Buona visione e buon fine settimana!

mercoledì 17 agosto 2022

Voglia di mare...

Aria di mare. Desidererei tanto respirarla ma ho dovuto rinunciare alle vacanze per risparmiare i soldi destinati a qualche lavoro in casa.

Poi non mi accontenterei di Jesolo o di Lignano, di Caorle o di Eraclea: non mi interessa andare al mare per rosolarmi al sole, per ingaggiare lotte fantozziane alla ricerca di mezzo metro quadro di spiaggia dove stare immobile dal mattino alla sera a bruciarmi la pelle, per andare in acqua (non so nuotare), per costruire castelli di sabbia (bastano quelli in aria e son di troppo pure quelli), per sopportare le grida dei bambini o le pallonate degli adolescenti, etc. etc. etc.

Mare per me significa ambienti naturali, dalla laguna agli oceani, ricchi di flora e di fauna da osservare e magari fotografare in silenzio (o quasi... ci sono sempre le zanzare a rompere la poeticità del tutto): lascio ad avventori più affezionati gli schiamazzi da spiaggia.

Non potendo corrispondere al mio desiderio (quasi un bisogno), mi accontento per ora di osservare tali ambienti in televisione: eccovi allora gli atolli delle Tuamotu, in Polinesia, mostrati in una puntata del Kilimangiaro (condotto dall'eccezionale Camila Raznovic su Rai 3). 

Un'occasione per riprendere la lettura di uno scritto del mio amatissimo Darwin, Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo, dato alle stampe nel 1842 in inglese e tradotto in italiano nel 1888 da Giovanni e Riccardo Canestrini.









La serie di immagini che ho acquisito fotografando lo schermo della televisione ha un che di realistico: sembrava quasi di essere là - e non solo a me, ma anche a qualche pettegola che, visti gli aggiornamenti dei miei stati di whatsapp, subito mi ha scritto per sapere se fossi in viaggio o in aereo... 

Ecco ora una rassegna di scatti ai granchi che combattono sulle spiagge delle isole Azzorre, mostrati in un documentario trasmesso ieri sera su Focus (canale 35)





Forse queste cose si apprezzano meglio in tv che dal vivo e questo grazie ai naturalisti, agli zoologi, ai documentaristi e a giornalisti che fanno intelligente informazione scientifica (e non trasformano le scienze in una scusa per fare propaganda ideologica e/o politica come sempre più spesso accade).

Per concludere il post, ecco il testamento di Piero Angela - giornalista che ha fatto della buona comunicazione della Scienza un programma di vita. La sua "macchina meravigliosa" si è fermata, ma la sua eredità resta.