domenica 30 maggio 2021

Dal Piave a Rai Tre...

A proposito di geologi divulgatori, di cui al post precedente: ieri sera ho guardato in televisione la puntata di Sapiens, bel programma di divulgazione scientifica condotto da Mario Tozzi, geologo, professore a Roma e ricercatore del CNR. Il tema? La storia della luce, dai lumini ad olio alle candele, dalle lampade a petrolio alla lampadina.


Le riprese in esterno sono state effettuate in un luogo innevato: evidentemente risalgono a qualche mese fa. Guardando con maggiore attenzione le immagini, ho visto che isolatori e trasformatori erano inseriti in una cornice familiare: la centrale idroelettrica "A. Gaggia" di Soverzene - luogo presso il quale ha lavorato anche il mio babbo, in qualità di dipendente Enel (ormai in pensione da cinque anni).

L'acqua che anima la centrale è quella del Piave e dei suoi affluenti - tema di alcune mie celebri lezioni alle classi iniziali, brillantemente riassunte da qualcuno (non da me!) con la seguente litania: "Il Piave nasce sul Peralba, poi trova il Padola, poi trova l'Ansiei, poi trova il Boite, poi trova il Maé..." e così via fino ad arrivare a Cortellazzo, dove sfocia nell'Adriatico.


Lungo il corso del fiume e degli affluenti sopra ricordati sono state costruite, nell'ultimo secolo, delle dighe per formare laghi artificiali (sopra, la diga di Sottocastello e il lago di Centro Cadore). 
Le dighe sono collegate tra loro da un geniale sistema di canali e di gallerie, che mi ricorda sempre come un ingegnere, padre di un mio vecchio amico, andasse ripetendo con molto trasporto e un pizzico di compiacimento che "l'idraulica è la più bella delle ingegnerie".


Per suggerire la complessità del sistema idraulico, durante la trasmissione è stato mostrato lo schema semplificato che vedete sopra; poi, alcune riprese hanno portato il telespettatore dentro le dighe e dentro la sala macchine della centrale.


Ecco sopra un dettaglio della turbina, azionata dalla forza dell'acqua: il moto rotatorio è trasmesso attraverso l'albero motore del generatore (foto sotto) agli avvolgimenti. La legge di Faraday-Neumann (col "meno" di Lenz), fa il resto.


Nell'immagine sotto, ecco un alternatore della centrale, in funzione da ormai ottant'anni:


Comparate le dimensioni della macchina con quelle del conduttore, che gli sta camminando sopra. E alzate lo sguardo per ammirare il ciclo di affreschi che celebrano il trionfo dell'umano ingegno, dipinti da Walter Resentera (1907-1995).


La corrente elettrica è portata fuori dalla sala macchine attraverso delle barre conduttrici che corrono in stretti cunicoli.


L'acqua, scaricata in un'apposita conduttura, è raccolta nello sbarramento esterno.


In parte è reimmessa nel Piave (nella foto sotto, a destra); in parte è imbrigliata per essere condotta, mediante il Canale Cellina (a sinistra), al lago di Santa Croce (e da lì alle centrali di Fadalto, Nove, San Floriano, Castelletto per essere riversata nel Livenza).


Dunque, ringraziamo Sapiens e Tozzi per aver ambientato la puntata nella valle del Piave, con le vestigia invernali. Almeno le immagini del lago del Fedaia, ai piedi della Marmolada, restituiscono colori primaverili che quest'anno tardano a vedersi dal vivo.


Si; ricordate bene. Questo è il lago sul quale sono state girate alcune scene iniziali di The Italian Job, di cui dissi anche QUI; vicino al lago si trova poi un vecchio capanno adibito a laboratorio per lo studio dei raggi cosmici che negli anni Quaranta e Cinquanta fu frequentato da grandi fisici - anche da Fermi, Blackett e Powell. Trovate qualche informazione in più QUI.

Sono felice di aver contribuito allo share della trasmissione!

sabato 29 maggio 2021

I miei libri... un tesoro...

Non potrei mai vendere libri. Io adoro i libri: acquistarli, nuovi o usati, accarezzarli, sfogliarli, odorarne le pagine. Leggerli, sottolinearli, annotarli. Rileggerli, riporli - assegnando una collocazione su qualche ripiano. Riprenderli in mano, sfogliarli ancora, cercare quel passo che mi ha colpito e che voglio rimeditare. Mi piace consigliarli, regalarli - quasi mai prestarli, nel timore che non ritornino. 

Mi è piaciuto anche scriverne qualcuno: ovviamente nessuno di quelli che ho dato alle stampe è un stato un successo editoriale (per lo meno non in termini di milioni di copie vendute). Non ho pubblicato per i tipi di qualche casa editrice rinomata, non sono inserito nei grandi circuiti della distribuzione (non confondetemi con i miei omonimi giornalisti sportivi o commentatori politici) e questo mi garantisce indipendenza e libertà. 

Leggo per il piacere di leggere, scrivo per il piacere di scrivere - solo se ne sento il bisogno. E scrivo di quello che voglio, senza sottostare alle necessità di chi commissiona o di chi vuole un prodotto da vendere o di chi ha bisogno di un manifesto di propaganda. Scrivo di dubbi e di curiosità - quasi sempre intorno a temi poco frequentati dai grandi divulgatori: la catalisi, l'industria chimica, la microbiologia

Non scrivo di fisica stellare o di particelle, di spazi multidimensionali, di matematiche, di nuove fonti di energia, di clima, di geologia o di evoluzione: ne leggo molto (soprattutto di matematiche e di evoluzione), ma non ne scrivo. Non ne sento il bisogno e non ce n'è bisogno: sul mercato si trovano tanti titoli, alcuni davvero godibili.

"Un tesoro al piano Terra" è uno di questi godibili titoli, che consiglierò come lettura estiva ai miei discenti. L'autore è un geologo, Andrea Moccia, che da qualche tempo ha aperto un canale youtube divenuto celebre: Geologia pop

In video di pochi minuti, il dottor Moccia racconta e spiega le idee essenziali della Geologia e delle Scienze della Terra con un efficace stile comunicativo che pervade anche il suo libro, affrontando temi quali vulcani e terremoti, frane e smottamenti, clima ed energia. 


"Se pensate che la Geologia sia una scienza che non vi riguarda da vicino, dovete ricredervi".

sabato 22 maggio 2021

Lo Spirito di Mahler

Va bene, non mi occupo più di musica e di religione, ma sento questo brano come particolarmente appropriato e qui lo condivido. Buona Domenica a tutti!


G. Mahler, Ottava sinfonia, "Veni Creator Spiritus"

Veni, Creator Spiritus, mentes tuorum visita; imple superna gratia, quae tu creasti pectora. Qui Paraclitus diceris, donum Dei altissimi, fons vivus, ignis, caritas, et spiritalis unctio. Infirma nostri corporis virtute firmans perpeti; accende lumen sensibus, infunde amorem cordibus. Hostem repellas longius, pacemque dones protinus; ductore sic te praevio vitemus omne pessimum. Tu septiformis munere, dexterae paternae digitus; Per te sciamus da Patrem, noscamus Filium, spiritum credamus omni tempore. Da gaudiorum praemia, da gratiarum munera; dissolve litis vincula, adstringe pacis foedera. Gloria Patri Domino, Deo sit gloria et Filio natoque, qui a mortuis surrexit, ac Paraclito in saeculorum saecula.

venerdì 21 maggio 2021

L'alternativa

Ci sono giornate dove capita di tornare sullo stesso tema discutendo in momenti diversi con persone diverse: e neanche di proposito, ma quasi per caso. A me è capitato in uno di questi giorni. 

Al mattino, in coda per entrare nella rotonda vicino al ponte sul Piave, a Belluno, parlavo di lavoro e opportunità con mio padre: lui alla guida della mia Smart, io sul posto della suocera

"A te non piace lavorare in laboratorio e hai preferito insegnare" - dice lui, non nascondendo un po' di delusione perché si aspettava altre scelte da parte mia: l'industria o il posto pubblico

Io gli ho risposto che l'insegnamento è forse il lavoro per me più appagante con i titoli che ho conseguito, anche se non è certo tra i più remunerativi in termini economici e i più appetibili in termini di carriera. 

Sullo stesso tema sono ritornato - mio malgrado - nel bel mezzo di una conversazione, a pranzo, incentrata sul lavoro e sulle opportunità di crescita. Uno degli interlocutori si rivolge verso di me chiedendomi: "E a te, che cosa piacerebbe fare in alternativa all'insegnamento?". 

Io ho dato una risposta volutamente poco convinta (mi pareva brutto rispondere: fatti miei), dicendo che mi piacerebbe lavorare in un centro studi (quindi ancora insegnamento, anche se in una forma diversa dalla classica attività di classe). Non è che la cosa corrisponda proprio al vero, ma non escludo l'ipotesi: anzi, potrebbe essere interessante ragionando sul medio-lungo termine.

Alla sera, durante la cena, ho raccontato i termini di questa conversazione a mia madre. Ella, ascoltando il racconto, mi interrompe e mi chiede se non mi piacerebbe occuparmi di chimica. Io le rispondo che ho rifiutato ben undici proposte di lavoro come chimico e che la chimica non mi interessa più (almeno non come percorso professionale).

"E allora perché sei andato a buttar via tutti quegli anni a Venezia? E poi sei sempre così... una volta c'era la musica e adesso ti dà fastidio, e così va anche con la chimica". Aggiungo in cuor mio: anche con la religione. E il giornalismo - dopo anni di collaborazioni e di iscrizione all'Ordine, dal quale ho chiesto e ottenuto la cancellazione tempo fa.

Cosa mi piacerebbe fare: lo so bene, ne dissi QUI, ma non ho i titoli per farlo. E forse neanche la voglia di conseguirli. Non ho più l'età per altri anni di studio, per sopportare code alle segreterie, per sacrificare feste ed estati sui libri, per sopportare lune e meschinità di docenti e caudatari. E quindi me la incarto e me la metto via. Non mi va di fare progetti mentre la vita corre: godo il presente, il silenzio, la solitudine, le piccole soddisfazioni. 

mercoledì 19 maggio 2021

La neve di maggio

Guardate il datario del mio orologio: 19 maggio 2021. La foto è di stamattina...


Mettendo a fuoco la cima della montagna, ecco scorgere la neve. Oggi, 19 maggio 2021...


Il merlo canta, seduto su un cavo dell'alta tensione. Sullo sfondo, le cime innevate del Nord.


Da Belluno possiamo ammirare, anch'essi imbiancati, i monti dell'Alpago...


Anche la S'ciara si tinge di tinte invernali, dapprima nascoste...


... poi la nebbia si dirada e svela il candido velo - candido come quello di una nipote che si sposa. 


L'angelo del campanile sembra chiedersi quando arriveranno il caldo e la bella stagione.


Una rondine non fa primavera, ma nemmeno due: e quelle nella foto seguente sembrano soffrire di fronte a questo inverno che non se ne vuole andare - che si comporta quasi come fosse un inquilino abusivo di fronte all'ingiunzione di sfratto.


Si, "la primavera intanto tarda ad arrivare", cantava Battiato. Verso più felice e appropriato non saprei trovare, in questo momento. Anche per salutare un grande della Cultura che se ne è andato. 

lunedì 17 maggio 2021

Pensieri e immagini, senza suoni...

Che cosa mi resta da amare se non la Natura che mi circonda? La primavera stenta ad arrivare e maggio si traveste da novembre - per le piogge e per le temperature, almeno. 

Fiori sbocciano, formiche corrono; le ciliegie cadono immature (piango, volevo farne confettura) e le erbe del prato crescono a ritmo vertiginoso.










Evito di postare i rimasugli della caccia di Rodio (con me nella foto) e di Lotus, l'altro gatto di casa: code di orbettini, piume e penne di piccoli uccellini (come quello nella foto sotto, dallo smartphone), zampine di roditori... 


Almeno il vecchio Catus, stanco gattone di sedici anni, aveva smesso di sterminare i piccoli animali da un po' e io avevo preso l'abitudine di goderne la compagnia... mi sarà possibile anche la prossima estate?


Mi faccio un selfie! Miao!!

mercoledì 12 maggio 2021

La caduta della Serenissima

William Wordsworth (1770-1850), poeta inglese, scrisse la lirica "Sulla fine della Repubblica di Venezia". Essa fu composta dal poeta nel 1802, anche se il fatto a cui si riferisce - la caduta della Serenissima - è accaduto il 12 maggio 1797. Trovate il testo originale QUI. Sotto leggete una traduzione italiana in prosa.

"Un tempo Ella era padrona del meraviglioso Oriente e custode dell’Occidente: l’importanza di Venezia non era inferiore alla sua nascita, Venezia, la Figlia Primogenita della Libertà.

Lei era una città Vergine, splendente e libera; mai sedotta dagli inganni, mai violata dalla forza; e, quando dovette scegliere un Marito, sposò il suo eterno Mare.

E nonostante abbia veduto appassire le sue glorie, svanire i suoi titoli nobiliari, e decadere la sua potenza; tuttavia dobbiamo sempre pagarle un tributo di dolore ora che la sua lunga vita è giunta al suo ultimo giorno: siamo uomini, e dobbiamo dolerci anche quando l'ombra di ciò che è stato grande, ci lascia per sempre".


Il Leone di San Marco a Belluno, in piazzetta Santo Stefano.

martedì 4 maggio 2021

Spugne, evoluzioni e divagazioni

In queste ultime settimane di scuola mi trovo a raccontare ai miei discenti qualche meraviglia sul Regno degli animali e non posso non cogliere l'occasione per decantare, come autentica poesia della Natura, la bellezza della grande barriera corallina e la paziente attività degli organismi costruttori

Tra gli animali che popolano la barriera, ecco i poriferi, che chiamiamo più sbrigativamente spugne: per chi non ha familiarità con lo studio del mondo dei viventi è difficile pensare ad esse come a degli animali. 

Eppure, come tutti gli animali, sono organismi eucarioti eterotrofi con digestione interna: filtrano l'acqua di mare, ricca di nutrienti, obbligandola a passare attraverso i pori grazie al movimento dei flagelli posti sui coanociti. Le particelle alimentari sono trattenute e inglobate per essere digerite dalle cellule, mentre l'acqua filtrata fuoriesce dall'apertura superiore - chiamata osculo

Il video sottostante, che ho catturato con lo smartphone durante una trasmissione televisiva (ricordare quale sia mi è difficile, adesso), è una parte di un documentario che mostra sperimentalmente il moto dell'acqua attraverso la spugna spargendo un po' di fluoresceina attorno ad essa e osservando il flusso concentrarsi attraverso l'osculo.

Le spugne non hanno apparato circolatorio, vie respiratorie, apparato riproduttore: generano nuove spugne per frammentazione seguita da una ricrescita. Talvolta mostrano colori sgargianti per segnalare ad eventuali ed incauti predatori il fatto che secernono sostanze tossiche a scopo difensivo - o le accumulano, trattenendo quelle prodotte da alcune specie di microalghe che filtrano attraverso i pori. Molte di queste sostanze mostrano un'azione sul sistema nervoso di molti animali, uomo incluso.

Ormai quattordici anni fa, Todd Oakley e altri biologi evoluzionisti dell'UCSB hanno evidenziato come le spugne, sebbene non siano dotate di un sistema nervoso, possiedano tuttavia nelle loro cellule molti dei geni necessari per svilupparne uno. 

La scoperta, dettagliata nel numero del 6 giugno 2007 della rivista ad accesso libero PLoS ONE e recensita QUI, suggerisce che le origini evolutive del sistema nervoso siano molto più antiche di quanto gli scienziati pensassero in precedenza. 

Lo studio ha scoperto che le spugne contengono circa venticinque geni molto simili ai geni umani che si trovano nelle sinapsi delle cellule nervose, chiamate neuroni: le proteine codificate da questi geni, poi, mostrano un'interazione simile alle corrispondenti proteine delle sinapsi umane, anche se non sono state evidenziate depolarizzazioni.

Dal punto di vista evolutivo, la storia del sistema nervoso comincia con gli cnidari, che presentano una rete di neuroni attraverso la quale l'impulso si propaga in ogni direzione. Negli anellidi, i neuroni si raggruppano in gangli; nei platelminti - come la planaria - alcuni gangli si concentrano nel capo; negli artropodi, i gangli cefalici si specializzano; nei vertebrati, l'encefalo e il midollo spinale costituiscono il sistema nervoso centrale, protetto da cranio, colonna vertebrale e meningi... 

Fonte: Scientific American

Qualche idea in più è possibile leggerla QUIQUI e QUI

domenica 2 maggio 2021

Imidazolo e suoi derivati

L'imidazolo è un composto eterociclico aromatico di formula C3H4N2, un tempo chiamato gliossalina e oggi detto più propriamente 1,3-diazolo

L'imidazolo fu segnalato per la prima volta nel 1858 dal chimico tedesco Heinrich Debus, sebbene vari derivati ​​dell'imidazolo fossero stati scoperti già nel 1840. È stato dimostrato che gliossale, formaldeide e ammoniaca si condensano per formare imidazolo: per il fatto che tra i reagenti c'è il gliossale, il composto ottenuto fu ribattezzato gliossalina, come già ricordato.

Si presenta come un solido giallognolo, dall'odore di ammina, che in acqua si solubilizza formando soluzioni leggermente alcaline. L'anello imidazolico accetta infatti idrogenioni per formare il catione imidazolio. Alcuni sali di imidazolio sono stati studiati come esempi di primi liquidi ionici.

L'imidazolo si comporta anche come acido e il protone donato è quello che legato all'azoto N-H.

L'aromaticità dell'imidazolo si descrive come un sistema di sei elettroni pi greco delocalizzati su cinque centri. Si tratta di un anello attivo alla sostituzione elettrofila aromatica: ad esempio, tale anello reagisce con il diazoderivato dell'acido solfanilico in modo analogo al naftolo, con formazione di un azoderivato dal colore rosso-arancio. 

La reazione è sfruttata nel test di Pauly per riconoscere gli amminoacidi aromatici. L'anello imidazolico costituisce infatti la catena laterale dell'amminoacido istidina, da cui deriva per decarbossilazione l'istamina.

L'anello imidazolico è condensato con un anello pirimidinico per formare la struttura biciclica che è alla base della purina, in relazione alla quale si descrivono molecole di interesse biologico come l'acido urico, la caffeina, la teobromina, la teofillina, l'adenina e la guanina.


Il benzoimidazolo si descrive immaginando l'anello imidazolico condensato con un anello benzenico. Dal benzoimidazolo derivano molti principi di interesse farmaceutico, alcuni usati come inibitori di pompa protonica (omeoprazolo, lansoprazolo, etc.) e altri come antielmintici (albendazolo, mebendazolo).

Ketoconazolo, tiaconazolo e altre molecole simili nell'insieme mostrano un'azione antimicotica (e per questo sono usati nella formulazione di shampoo antiforfora) e talvolta antiparassitaria, rivolta contro protozoi come Trichomonas vaginalis, tripanosomi e plasmodi.

I nitroimidazoli costituiscono un gruppo di agenti antimicrobici di sintesi attivi su microrganismi anaerobi e microaerofili, in particolare su Trichomonas spp e amebe. Questi microrganismi sono in grado infatti di ridurre la parte finale del nitrogruppo che caratterizza i derivati nitroimidazolici, dando origine a un intermedio metabolico che interagisce con la sintesi del DNA. 

Costituiscono un raggruppamento di farmaci indicati come antiamebici misti. Agiscono sia a livello del lume intestinale che sulla parete intestinale e a livello di altri tessuti. Vengono rapidamente assorbiti dal tratto gastrointestinale, per questo sono meno efficaci verso i parassiti del lume. A questa classe appartengono: metronidazolo, 2-nitroimidazolo (azomicina), carnidazolo, ornidazolo, nimorazolo, tinidazolo, benznidazolo.

Fonti consultate:

- B. Katzung, Farmacologia generale e clinica, Piccin, Padova, 7^ ed.

- D. Sica, F. Zollo, Chimica dei composti eterociclici farmacologicamente attivi, Piccin, Padova, 7^ed.

- G.A. Pagani, A. Abbotto, Chimica eterociclica, Piccin, Padova.

sabato 1 maggio 2021

Brock e i batteri termofili

Il 4 aprile scorso è mancato, a causa di una caduta, uno dei maggiori microbiologi del XX secolo, Thomas Dale Brock (1926-2021). 

Avrebbe compiuto 95 a fine estate: Brock nacque a Cleveland, in Ohio, il 10 settembre 1926, unico figlio di Helen Sophia Ringwald e di Thomas Carter Brock. Il padre era originario di Toronto. 

Sebbene Cleveland fosse una città industriale, la sua casa natale era situata vicino a una fattoria e a un parco boscoso con vista sul Lago Erie: così il piccolo Thomas è cresciuto in un "ambiente idilliaco", circondato dalla natura.

Il padre non aveva mai ricevuto un'istruzione formale ma aveva incoraggiato il piccolo Thomas a proseguire gli studi all'università e gli aveva insegnato come assemblare apparecchiature elettriche. 

All'età di 10 anni, Brock ricevette la scatola del piccolo chimico come regalo di Natale e suo padre lo aiutò a costruire un laboratorio nel seminterrato. 

Quando Brock aveva 15 anni, suo padre si ammalò gravemente e la famiglia si stabilì a casa di sua madre in un paesino dell'Ohio. Mesi dopo il trasferimento, il padre di Brock morì, lasciando la famiglia in uno stato di povertà. Brock andò immediatamente a lavorare per $ 0,25 l'ora per mantenere se stesso e sua madre facendo vari lavori occasionali.

Sebbene Brock avesse deciso di frequentare il college e di diventare un chimico, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale modificò i suoi piani. Dopo essersi diplomato al liceo, Brock si arruolò nella Marina degli Stati Uniti, trascorrendo più di un anno nel loro programma di elettronica.

Finita la guerra, Brock iniziò a frequentare la Ohio State University nel 1946, inizialmente con l'aspirazione di diventare uno scrittore, ma ancora attratto dalla chimica e dalla scienza. 

Egli conseguì un B.Sc. (1949), M.Sc. (1950) e Ph.D. (1952) in botanica; si specializzò in micologia sperimentale e in fisiologia del lievito. 

Il suo lavoro di tesi è incentrato sul fungo Morchella esculenta (appartenente a quel gruppo di ascomiceti che chiamiamo volgarmente spugnole) e sul lievito Hansenula anomala.

Dopo aver completato il dottorato, Brock ottenne una posizione nel dipartimento di ricerca sugli antibiotici presso la Upjohn Company di Kalamazoo in Michigan: per necessità divenne un autodidatta in microbiologia e in biologia molecolare. 

Quando lasciò Upjohn, aveva pubblicato sei articoli su riviste rispettabili ed era diventato un membro della Society of American Bacteriologists

Nel 1957, Brock si unì al Dipartimento di Biologia della Western Reserve University

Nel 1960, accettò la posizione di assistente professore di batteriologia presso l'Indiana University, dove fu promosso a cattedra nel 1964. 

Si è trasferì all'University of Wisconsin-Madison nel 1971 e divenne presidente del Dipartimento di batteriologia nel 1979. 

Dal 1965 al 1975, Brock ha condotto ricerche sul campo e di laboratorio sui microrganismi termofili nel Parco Nazionale di Yellowstone, finanziato da una sovvenzione della National Science Foundation

Da un campione di batteri rosa raccolti da Mushroom Spring, Brock e lo studente universitario Hudson Freeze hanno isolato un organismo che prospera a 70 °C che hanno chiamato Thermus aquaticus. Nel 1967, Brock scriverà:

I batteri sono in grado di crescere ... a qualsiasi temperatura alla quale è presente acqua liquida, anche nelle pozze che sono al di sopra del punto di ebollizione.


La capacità di T. aquaticus di tollerare elevate temperature, 20 anni dopo, renderà possibile l'invenzione di una procedura chiamata reazione a catena della polimerasi (PCR).

La PCR utilizza un enzima contenuto in T. aquaticus, ora noto come Taq polimerasi, per accelerare la replicazione del DNA. La PCR può essere adoperata anche per introdurre mutazioni scelte, in modo specifico, nel DNA - e per numerosi altri modi di manipolare o analizzare il DNA. Per questa tecnica, il chimico Kary Mullis, insieme a Michael Smith, che aveva inventato un altro metodo essenziale per manipolare il DNA, fu insignito del Premio Nobel per la chimica nel 1993. Poi Mullis ha divagato occupandosi di alieni, ma questa è un'altra storia. Meglio tornare a Brock, il protagonista di questo post.

Nel 1998, Brock ha contribuito ad aggiornare e contribuire a una nuova versione del libro di René Dubos del 1960, Pasteur and Modern Science.

Nel 1999 ha tradotto e curato Milestones in Microbiology 1546-1940, una raccolta dei documenti più importanti sulla microbiologia primitiva, tra cui lavori di Antonie van Leeuwenhoek, Louis Pasteur, Robert Koch e Joseph Lister. Nello stesso anno fu pubblicato anche Robert Koch: A Life in Medicine and Bacteriology di Brock , una biografia del medico tedesco Robert Koch.

Durante la sua carriera, Brock ha pubblicato più di 250 articoli e 20 libri e ha ricevuto numerosi premi per la scienza e l'istruzione. La specie batterica termofila, Thermoanaerobacter brockii, prende il nome da Brock.

Lo studio e la classificazione dei batteri termofili ha permesso a Carl Woese di individuare il dominio degli Archei, accanto a quello degli Eubatteri e degli Eucarioti.

QUI l'articolo relativo alla scomparsa di Brock sul New York Times.