lunedì 30 ottobre 2023

Luna e (quali...?) pianeti

Mi son divertito a osservare l'eclissi parziale di Luna, la sera di sabato scorso, 28 ottobre; e questo dopo aver sistemato alcuni orologi (principalmente i G-Shock che uso di più) e aver cronometrato la durata esatta della clessidra che ho acquistato venerdì. La foto in apertura è stata da me scattata alle 22:49, ora legale; le foto seguenti sono state scattate invece verso le 23, qualche minuto dopo.

Mi ha colpito il puntino luminoso vicino alla Luna, probabilmente Giove, che in questo periodo raggiunge la massima visibilità. Mi ha colpito anche il puntino in basso, meno definito, di cui ho ingrandito il dettaglio.

Si tratta certamente di un pianeta, contornato da altri puntini luminosi, forse i suoi satelliti: nella foto non ritoccata se ne vedono quattro, due sopra e due a sinistra del pianeta. Ecco la foto originale.

Non so se si tratti di un'immagine "apparente" di Giove e con le sue lune maggiori, ingrandito da qualche effetto ottico, oppure (cosa assai meno probabile) di Urano, la cui posizione è rappresentata nella figura seguente ed è stata ottenuta usando il software che potete trovare QUI.

Ho scattato le foto con il cellulare: inclinando il telefono, ho visto che comparivano sullo schermo diversi oggetti e ho empiricamente approfondito la cosa. Il seguente scatto è degno di Star Trek...

Anche quel puntino azzurro ha incanalato il mio interesse e mi sono messo a inseguirlo, inclinando il telefono (come lo specchio di un improbabile telescopio riflettore...) fino ad isolarlo, a fotografarlo ed eccolo qua.

Il colore mi farebbe pensare a Nettuno, tuttavia troppo lontano per essere osservato sic et simpliciter; ma per la posizione (osservavo a sud-est) potrei più coerentemente pensare ad Urano. 

Quale dei due? Oppure nessuno e si tratta solo di un effetto ottico dovuto alla diffusione della luce? 

Ci vorrebbe un astronomo (o almeno un bravo astrofilo) per dirimere la questione: francamente, non sono in grado di darmi autonomamente risposte certe. Mi limito a pormi delle domande: eventuali commenti in merito sono graditi (ma sempre moderati). Intanto, QUI dicono che il cielo alle 23 era più o meno così...

... mah.

sabato 28 ottobre 2023

Pecore, intervalli e Taramelli al Fulcis

La nebbia agli irti colli / piovigginando sale - scriveva Carducci in una delle sue composizioni più note.


E la pioggia piangeva / asciugandosi al vento - rispondeva Alda Merini in Ascoltando la pioggia.


Le nubi si diradano e la luce del sole gioca, si riflette e si diffonde ad annunciare il ritorno del sereno.


Nel primo pomeriggio, il cielo, azzurro, fa da sfondo al rosso delle foglie autunnali, prossime a cadere.


Si è fatta l'ora di ritornare in città: ma un lungo gregge cammina lento lungo la strada e impedisce il transito degli autoveicoli.


La scena mi ricorda i vecchi "intervalli" che passavano sui canali della Rai quando ero bambino, con le musiche per arpa e orchestra d'archi che riproponevano la Toccata di Paradisi, la Sarabanda di Couperin o la Passacaglia di Haendel. Ascoltiamole nel video seguente (da youtube).


L'intervallo mi lascia il tempo di cambiare strada, salire per Castion e scendere in città per altra via...


Ancora è prestino: la riunione alla quale devo partecipare è fissata per il tardo pomeriggio. Ho un po' di tempo per andare al Museo Fulcis e visitare la mostra dedicata a Torquato Taramelli (1845-1922), geologo e docente universitario.


Allievo di Stoppani, Taramelli insegnò a Udine, a Genova e poi a Pavia - ove rimase fino al 1920. Come ricercatore, produsse un'imponente mole di lavori che spaziano dalla sismologia alla paleontologia, dall'agraria alla cartografia.


I suoi studi sui vari territori e le relazioni erano completati da rappresentazioni grafiche realizzate da egli stesso. Sopra, ammiriamo la conca dell'Alpago vista dal Dolada verso la sella del Fadalto, con il lago di Santa Croce al centro. 
Sotto, un dettaglio della carta geologica della provincia di Belluno che riprende all'incirca la stessa zona e mostra, in alto a sinistra, il corso del Piave che a Cadola curva verso Belluno, mentre riceve le acque del Rai, provenienti dal lago di Santa Croce.


La mostra merita una visita. Intanto, sempre aspettando l'ora della riunione, ho cominciato a leggere il testo del dottor Maurizio Alfieri, studioso di storia della geologia e delle Dolomiti, dedicato a Torquato Taramelli - Storie e ricerche nel Bellunese (collana ViviDolomiti).


Immerso nella lettura, presso il tavolino di un bar, il tempo è passato velocemente e giunta è l'ora di andare: e accingendomi a pagare la consumazione (un bicchiere di acqua tonica, stavolta...), l'occhio è caduto sul pavimento, ove trovasi quel che mi pare il fossile di un'ammonite...


... ma lascio volentieri ai geologi disquisire in merito! Io mi ritengo sempre essere un farmacista mancato. Buon weekend.

giovedì 26 ottobre 2023

Serveto al rogo


Di seguito, la conclusione della sentenza pronunciata il 26 ottobre 1553 dal Consiglio della città di Ginevra:

Contro Michel Servet, di Villeneuve, nel regno d'Aragona, in Spagna. [...] Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, con questa solenne e definitiva sentenza, che noi diamo qui per iscritto, Tu, Michel Servet, noi condanniamo a essere legato e condotto nel luogo di Champel e là essere attaccato a un palo e a bruciare vivo con il tuo libro, scritto di tua mano e stampato, fino a che il tuo corpo non sia ridotto in cenere e finire così i tuoi giorni per dare esempio agli altri che volessero commettere tali fatti e a voi, nostro luogotenente, comandiamo che la nostra presente sentenza sia eseguita.

Le autorità svizzere, nel 1903, eressero a Champel (Ginevra) un cippo in memoria di Serveto recante la seguente scritta:

Il XXVII ottobre MDLIII morì sul rogo a Champel Michel Servet di Villeneuve d'Aragon, nato il XXIX settembre MDXI. Figli rispettosi e riconoscenti di Calvino, nostro grande riformatore, ma condannando un errore che fu quello del suo secolo, e fermamente legati alla libertà di coscienza secondo i veri principi della riforma e del Vangelo, noi abbiamo eretto questo monumento espiatorio il XXVII ottobre MCMIII.

Quarantasette anni prima dell'esecuzione "cattolica" di Giordano Bruno; ottant'anni prima dell'abiura di Galileo; anche nelle terre della riforma - di quella riforma che sembrava promettere libertà dall'assolutismo dei pontefici romani e invece si evolse in una tirannide non dissimile - un medico e filosofo pagava con il rogo l'esercizio del libero pensiero

I suoi scritti religiosi influenzarono Lelio e Fausto Socini, il poeta Milton, Newton, Priestley e incontrarono anche il favore di Voltaire, che definì illeggibili gli scritti di Lutero, Calvino e Zwingli mentre biasimava il fatto che le pagine di Serveto fossero lette da poche persone.

sabato 21 ottobre 2023

Facciamo un po' di luce...

La giornata di ieri ha concluso una settimana di familiari silenzi e malumori, di feste rovinate e di eterne incomprensioni. La conclusione è stata luminosa, e non poteva essere altrimenti. Ho raccolto qualche soddisfazione al lavoro, ho completato il mio breve corso sulla luce all'Università degli Adulti Anziani e ho terminato il tutto con aperitivo e cena

Come il freddo è arrivato e si è portato via la coda dell'estate, così un po' di + sul registro della mia esistenza quotidiana ha alzato la media della qualità delle mie recenti giornate non proprio entusiasmanti. Non mi soffermo sul lavoro e sulla cena: non posso far sapere a chi me lo ha proibito che ho bevuto quattro calici e mezzi di prosecco, non so più quanto pinot nero e pure una grappa bianca per par condicio. Vi racconto pertanto qualche passaggio delle lezioni sulla luce.

Nella prima lezione mi sono soffermato sugli aspetti storici e filosofici. La luce fu interpretata dapprima come manifestazione del divino: da sole, luna, stelle e il fuoco, sorgenti di luce e oggetto di culto nelle religioni delle antiche civiltà alla grande luce di Siddharta Gautama, fino a Gesù, luce del mondo che illumina ogni uomo

Da Pitagora in poi, la riflessione sulla luce fu sviluppata nei termini di una realtà necessaria alla vista, fino a Francesco Maurolico da Messina che spiegò come la luce entri nell'occhio attraversando cornea, umor acqueo, pupilla, cristallino, corpo vitreo per stimolare la retina (come, lo si è cominciato a capire solo in tempi recenti, ma cedo il testimone a chi se ne occupa per lavoro).

Intanto, nuovi fenomeni sono stati evidenziati studiando la propagazione della luce (riflessione, rifrazione, diffrazione, interferenza, etc. - ad essi ho accennato nella seconda lezione), per interpretare i quali Cartesio e Newton hanno avanzato l'ipotesi corpuscolare, contrapposta all'ipotesi ondulatoria di Huygens, Young, Fresnel e altri. 

Maxwell, con le sue note equazioni, descrive la natura luce visibile come un insieme di onde elettromagnetiche di lunghezza compresa tra 400 e 700 miliardesimi di metro. L'insieme di tutte le frequenze possibili per la radiazione elettromagnetica prende il nome di spettro elettromagnetico e spettroscopia è detta la scienza che si occupa della sua interazione con la materia.

Il progresso della fisica, agli inizi del Novecento, mostrerà il duplice volto della luce, onda e corpuscolo al tempo stesso. Einstein proporrà il termine fotoni per indicare i quanti di luce e descriverà le leggi dell'effetto fotoelettrico, per le quali fu premiato con il Nobel nel 1921.

Il notevole progresso dello studio dell'interazione della luce con la materia ha permesso di rivelare molte caratteristiche della struttura di atomi, molecole e cristalli.

La luce interagisce anche con la materia vivente: la terza lezione è stata dedicata alla fotosintesi clorofilliana e alla sua scoperta, dagli esperimenti di Priestley al ciclo di Calvin.

Infine, luce e chimica danno spettacolo in una serie di fenomeni affascinanti e curiosi che ho mostrano nell'ultima lezione: dalle reazioni redox (combustione, chemiluminescenza, bioluminescenza) alla possibilità di sfruttare la luce in molte applicazioni tecnologiche (alle quali fu dedicato l'anno internazionale 2015) grazie al progresso degli studi anche nel campo della fotocatalisi.


Buon weekend e buon compleanno al professor T... come sarebbe a dire "chi è il professor T...?!"... non avete ancora letto "Incoscienze naturali" ??? Vedete il link alla vostra destra e passate presto - anzi, prestissimo - in libreria!

mercoledì 18 ottobre 2023

Il coro degli altri...


La malinconia mi assale in queste piene giornate d'autunno. Le ore trascorrono e non liete, fa sempre più freddo e l'umidità penetra. Cominciano i dolori, ma torturano di più i mali morali e il continuo riproporsi di un copione vecchio ma mai troppo consumato.


Mi dispiace aver trascorso proprio il giorno del genetliaco lontano dagli amici... avrei avuto bisogno di un'ombra in compagnia, di ascoltare una parola di conforto e non di subire ancora una volta quel familiare silenzio così violento; di musi lunghi e di televisione sintonizzata sulle repliche di stupidi telefilm. 


I miei anni migliori sono caduti, come foglie al vento: i miei progetti e le mie speranze sono appassite come i fiori in giardino e mi è pure negato il diritto di non credere a menzogne antiche e nuove.


Mi pento e mi dolgo con tutto il cuore di non aver lottato abbastanza, di essermi lasciato demolire da persone che non meritano nulla - neanche il mio odio, perché l'odio suppone considerazione da parte mia e io la mia considerazione non gliela voglia più dare. A loro accordo il mio augurio di vivere a lungo nell'ergastolo della loro imbecillità e che il tempo lasci al coro degli altri, da cui ora amano ricevere giubilanti gli osanna, intonare un lugubre miserere.

Intanto, nell'attesa dell'inverno, ascoltiamo l'Agnus Dei di Samuel Barber, versione vocale del celebre Adagio per archi... miglior colonna sonora per questi giorni non potrebbe essere stata scritta.

lunedì 16 ottobre 2023

Esagerazioni...

Mi trovo ancora, anche se non troppo spesso, a fare i conti con argomenti di tipo religioso, nonostante mi sia da tempo lasciato alle spalle un periodo di fervoroso interesse per gli studi in quest'ambito. Nulla da eccepire in merito; forse il mio allontanamento riguarda più certi ambienti che gli interessi, tanto da dire che se quelli che ivi ho conosciuto siano i "veri cristiani" - e non ho ragioni per dubitarne - debbo concludere mio malgrado che io non possa essere annoverato tra loro, nonostante sia stato battezzato, abbia completato il percorso dell'iniziazione e abbia compiuto pure qualche passo in più, evidentemente partendo da premesse sbagliate e proseguendo per vie altrettanto sbagliate che mi hanno portato a star meglio con me stesso e con quelli che riconosco come veri amici. Ovviamente, come il lettore più accorto potrà evincere, si tratta di un'opinione del tutto soggettiva che non ha nessuna pretesa di verità universale.

Approfondire la vita di taluni cristiani del passato (non del presente, me ne guardo bene!), magari elevati agli onori degli altari, non mi aiuta a ripensare le conclusioni sulla mia posizione: le Genie du Christianisme - per dirla con Chateaubriand - che sfolgora nelle pagine ispirate dei testi sacri e della patristica, risuona sotto le volte delle grandi cattedrali come delle chiesette di campagna, traspare nelle opere di artisti ispirati in ogni dove sia giunto l'annuncio del Verbo, alla fine si perde e si disperde in elenchi di mortificazioni e di rinunce, di orgogliosa e ostentata umiltà, di troppo amore per il ruolo e assai meno per il servizio che tradisce da certe biografie di presunti sapienti e di sedicenti pastori, qualcuno anche più innamorato dei beni temporali che delle anime. Altra opinione assolutamente personale senza alcuna pretesa di validità universale.

A proposito, vorrei chiedere a Gesù se se sia morto in croce per redimere il genere umano e salvarlo dalla dannazione eterna oppure per fondare una multinazionale dell'immobile di lusso: ogni tanto qualche dubbio mi sovviene ma poi concludo che mi convenga custodirlo nel segreto e passare oltre. Anche questa è un'ulteriore opinione che lascia il tempo che trova...

Oggi, 16 ottobre, il calendario ci chiede di ricordare suor Maria Margherita Alacoque (1647-1690), monaca e mistica francese dell'Ordine delle Visitandine

Orfana di padre, disprezzata dai parenti che la volevano maritata e non religiosa, incompresa dalle consorelle, malvista dai superiori, diffidata dai direttori spirituali - fino ad incontrare quel beato Claude La Colombiere che la invitò a scrivere un'autobiografia in cui narrò il suo cammino di ascesi e la sua devozione per il Sacro Cuore di Gesù

A lei si devono l'istituzione della festa, molte pratiche devozionali e la profezia sulla fine della monarchia in Francia, causata dal rifiuto del Re Sole di arricchire lo stemma del suo casato con un riferimento al cuore divino.   

Scorrendo l'autobiografia, emerge una continua sua ricerca della mortificazione corporale attuata nell'uso frequente della disciplina per flagellarsi, nel dormire su aguzzi cocci, nel legarsi le dita per poi conficcarvi aghi e nell'incessante desiderio di essere disprezzata. Tutto ciò  portava la Santa a bramare che «gli altri si ricordassero di me unicamente per disprezzarmi, umiliarmi e insultarmi; le sole cose a me dovute». 

Ella usava legarsi con funi e catene in modo così stretto da provocarsi profonde lacerazioni sulla cute e più volte si incise sul petto il nome del suo Signore, causandosi sofferenze e piaghe. 

Il ribrezzo provato nell'assistere alcuni malati portò questa poveretta a baciarne le piaghe e a mangiarne il vomito, tutto per riparare al suo sentimento contrario a quella che per ella era la volontà divina.

In merito commentò: «Questo atto [cibarsi del vomito] mi portò infinite delizie al punto da farmi desiderare di avere tutti i giorni l'opportunità di ripetere simili azioni». 

A queste va aggiunto il riempirsi la bocca con la diarrea di una malata, che non ingoiò solo perché dissuasa dall'apparizione del suo Signore che le rammentava l'obbligo all'obbedienza, il quale non le permetteva di mangiare nulla senza il permesso della superiora. Scrisse a proposito: "Una volta, mentre accudivo una malata di dissenteria […] misi la lingua sui rifiuti della poveretta, lasciandovela a lungo, poi me ne riempii la bocca e li avrei anche ingoiati, se Egli non mi avesse ricordato l'obbedienza che non permetteva di mangiare nulla senza permesso."

Al di là che tutto quel masochismo e soprattutto la coprofagia mi inducono a pensare più alla paziente mancata di un ospedale psichiatrico che a una religiosa in un convento, mi chiedo se davvero al nostro tempo letture del genere edifichino lo spirito e contribuiscano ad elevare l'anima a Dio. 

Quel dio (volutamente con la minuscola) che traspare da simili racconti mi pare un po' troppo sadico e assai lontano da quello che il Battista riconobbe sulle rive del Giordano e che l'evangelista Giovanni ci presenta come Amore. Altra affermazione, questa, che vuol essere solamente una modesta opinione personale senza pretesa di verità assoluta, come anche le seguenti.

"Amare Dio sopra ogni cosa" non credo significhi cercare di deliziare il palato con vomito e deiezioni altrui, ammanettarsi e procurarsi tormenti d'ogni sorta. In tutta franchezza, nessuno di questi gesti e simili mi sembrano atti d'amore. 

"Ama il prossimo tuo come te stesso": mio cristiano che più cristiano non si può, se questo è l'amore che mostri per te stesso, per favore, stai a debita distanza dal tuo prossimo, a cominciare dal sottoscritto - che tuo prossimo non lo è più, anzi ti è assai remoto anche se non ancora trapassato. 

Se Dio esiste, credo proprio che non abbia bisogno di tutto questo egoismo travestito da eroismo: ha bisogno invece di silenziosi strumenti di pace, di mani invisibili che sappiano intessere relazioni oneste e vogliano costruire ponti (non però quello sullo Stretto), di spalle larghe e tanto possenti da abbattere muri, di menti ispirate e di cuori che pulsano all'unisono col suo. Tutto il resto è un fascio di rami secchi da potare e gettare nel fuoco, assai utile adesso che viene la stagione fredda. 


PS: probabilmente un fascio di rami secchi da bruciare lo è anche questo post, che raggruppa e condivide un insieme di personalissime opinioni nella consapevolezza che potrà essere approvato da pochissimi, di disturbo a più di qualcuno (e di ciò mi scuso pubblicamente fin d'ora, ma faccio presente che nessuno - e tanto meno lo scrivente autore - Vi obbliga a leggere se non ne apprezzate o tollerate i contenuti) e che lascerà nell'indifferenza la maggior parte degli avventori. 

Peccato: un po' di umana compassione per la profondissima sofferenza di quella povera donna speravo di suscitarla. Libri da leggere sul tema ce ne sono tanti, a partire dagli scritti autobiografici della stessa Santa, accanto ai quali porrei il fondamentale saggio dello studioso Mattia Zangari, Santità femminile e disturbi mentali fra Medioevo ed Età moderna (ed. Laterza, 2022).

sabato 14 ottobre 2023

Senza titolo

Già. Ho pure compiuto tanti anni quanti sono i protoni nel nucleo del rutenio, elemento al quale associo brutti ricordi. Chi si occupa di catalisi (non io, purtroppo o forse per fortuna) lo elogia; io non lo voglio sentir nominare perché evoca persone con le quali mi dispiace aver interagito e che hanno vanificato con la loro dabbenaggine in salsa rossa le ultime speranze di potermene andar via da Belluno e di poter intraprendere percorsi intellettuali e professionali a cui ambivo.


Non è stato un gran bel compleanno, tra le paterne parole di scoraggiamento che arrivano puntuali ad ogni festa, da vivere rigorosamente in famiglia; almeno lo strudel e i fagottini alle mele preparati da mia madre hanno addolcito un po' il fugace momento della cena, consumata nel silenzio rotto solo dal vociare della televisione, sintonizzata sull'ennesima replica di Csi - Miami.

Attendevo mio fratello, che di solito è molto generoso con i regali: non si è fatto vedere, aveva altri impegni. Chissà che in futuro non contraccambi il Garmin Fenix che gli ho regalato qualche mese fa con questo splendido Protrek in titanio

Per il resto: tanti messaggi di auguri per i quali rinnovo il mio grazie anche qui. E ore di silenzio e solitudine, chiuso in casa a correggere verifiche e a preparare le lezioni sullo zolfo e sul tantalio

Due raggi di sole in altrettanti brevi momenti, in questa giornata di grigiore domestico: un fragrante caffè con Alberto e un'ombra felice con Samuele - due colleghi di lavoro. 

Alla faccia della mia iperglicemia: il medico competente - che mi ha visitato una settimana faun paio di bicchieri di vino alla settimana me li avrebbe permessi, quello "meno competente" invece proibirebbe tutto.

E io, francamente, me ne infischio... e allora: gaudeamus! 

Se avete voglia di far festa e non sapete che fare stasera, passate al bar Helvetia in via Mezzaterra a Belluno, per l'Oktoberfest: e prima fermatevi in libreria Mondadori ad acquistare una copia delle mie "Incoscienze naturali". Lo vedete in vetrina?

giovedì 12 ottobre 2023

Mannaggia alla fillossera!

12 ottobre 1492: è la data che fin dalla scuola elementare abbiamo imparato a ricordare per la "scoperta" dell'America da parte di Cristoforo Colombo. Per questo negli Stati Uniti e in altri paesi si celebra il Columbus Day, anche se ultimamente tale festa è stata criticata perché l'arrivo del navigatore genovese nel Nuovo Mondo avrebbe portato successivamente allo sterminio dei popoli nativi.

L'immagine sottostante rappresenta un'altra conseguenza dell'arrivo degli europei nel continente americano: la contaminazione degli ecosistemi con specie alloctone, in entrambi i sensi, dall'America all'Europa e dall'Europa all'America.

Patata, peperone, pomodoro e fagiolo sono esempi di piante di importazione, introdotte gradualmente in Europa; per non parlare del tabacco e dei suoi usi ricreativi, di cui scrissi QUI e QUI.

Oltre alle piante, sono arrivati nel Vecchio Continente anche alcuni animali: ad esempio la nutria, lo scoiattolo americano, il gambero di fiume, il granchio blu - di cui tanto abbiamo sentito parlare la scorsa estate. 

Anche il virus dell'Influenza spagnola sembra (sembra!!!) abbia fatto la sua prima comparsa nel Kansas e sia arrivato in Europa con le truppe a stelle e strisce verso la fine della Grande Guerra.

Pure taluni patogeni per le piante alimentari hanno avuto origine oltre oceano: la dorifora della patata, la peronospora, l'oidio e anche la famigerata fillossera, che in questi giorni è comparsa sulle foglie di un filare di vite americana in giardino.


Quando fece la sua comparsa, poco più di un secolo fa, la fillossera rischiò di cancellare per sempre la viticoltura in Europa: l'afide attaccò le delicatissime radici dei vitigni europei, portando alla morte le piante. Il problema fu risolto innestando i vitigni su piede di vite americana - la quale subisce un attacco fogliare (e non radicale) con la formazione delle caratteristiche galle.


Il ciclo biologico del parassita è assai complesso: nelle galle si compie la maturazione degli stadi giovanili, che possono evolvere allo stadio adulto in forme diverse (gallecola, radicicola, alata, sessuale e ninfale). Chi voglia approfondire, trova numerose informazioni QUI.


Che fare? Leggevo di sabbia sulle radici, di oli minerali, di insetticidi specifici: ma prima di liberare molecole di sintesi nell'ambiente (ne vale la pena, per quattro piante?) vorrei sentire il parere di un entomologo esperto che ho già contattato. 

Intanto, ricordo che questo afide, con gli antichi vitigni europei, si è divorato sapori di vini antichi la cui memoria sopravvive solo nei libri... ah si, giusto, devo infine ricordarmi che oggi è pure il mio compleanno. Mannaggia alla fillossera!

martedì 10 ottobre 2023

La vigna ancora distrutta...

Riporto in questo post due brani biblici, ascoltati durante la messa di domenica 8 ottobre: storicamente si riferiscono al regno di Giuda, invaso e distrutto dalle truppe del re babilonese Nabucodonosor. Ieri come oggi, quella terra martoriata dalla guerra supplica pace e salvezza.


Dal libro del profeta Isaìa (Is 5,1-7)

Voglio cantare per il mio diletto

il mio cantico d’amore per la sua vigna.

Il mio diletto possedeva una vigna

sopra un fertile colle.

Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi

e vi aveva piantato viti pregiate;

in mezzo vi aveva costruito una torre

e scavato anche un tino.

Egli aspettò che producesse uva;

essa produsse, invece, acini acerbi.

E ora, abitanti di Gerusalemme

e uomini di Giuda,

siate voi giudici fra me e la mia vigna.

Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna

che io non abbia fatto?

Perché, mentre attendevo che producesse uva,

essa ha prodotto acini acerbi?

Ora voglio farvi conoscere

ciò che sto per fare alla mia vigna:

toglierò la sua siepe

e si trasformerà in pascolo;

demolirò il suo muro di cinta

e verrà calpestata.

La renderò un deserto,

non sarà potata né vangata

e vi cresceranno rovi e pruni;

alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.

Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti

è la casa d’Israele;

gli abitanti di Giuda

sono la sua piantagione preferita.

Egli si aspettava giustizia

ed ecco spargimento di sangue,

attendeva rettitudine

ed ecco grida di oppressi.


La vigna del Signore è la casa d’Israele (Sal 79)

Hai sradicato una vite dall’Egitto,

hai scacciato le genti e l’hai trapiantata.

Ha esteso i suoi tralci fino al mare,

arrivavano al fiume i suoi germogli.


Perché hai aperto brecce nella sua cinta

e ne fa vendemmia ogni passante?

La devasta il cinghiale del bosco

e vi pascolano le bestie della campagna.


Dio degli eserciti, ritorna!

Guarda dal cielo e vedi

e visita questa vigna,

proteggi quello che la tua destra ha piantato,

il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.


Da te mai più ci allontaneremo,

facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

Signore, Dio degli eserciti, fa' che ritorniamo,

fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

lunedì 9 ottobre 2023

Cervelli per le nuvole...

Capitano occasioni da cogliere al volo più che da inseguire come i bambini le nuvole in cielo. Una di queste mi è stata presentata di recente: l'ha condivisa con me il professor T. - per me amico e collega nella vita reale e importante personaggio letterario per i miei affezionati lettori (passati, presenti e spero futuri), visto che compare in "Incoscienze naturali", il libro in distribuzione da marzo che trovate linkato a fianco.

L'occasione di visitare il Centro meteo di Teolo, sui Colli Euganei, in provincia di Padova, è rara e per me preziosa, per molti motivi che non sto ad elencare. 

Scienza, tecnica, passione, professionalità, dedizione, competenza e molteplici altri aspetti qui si fondono per fornire a cittadini e imprese (agricole e turistiche in primis) informazioni preziose sul meteo e sul clima (che sono due cose diverse...). 

Si tratta di provare a "capire le nuvole", per parafrasare il titolo di una suggestiva proiezione mostrata all'inizio della visita ed opera della World Meteorological Organization che l'ha realizzata nel 2017 per la giornata mondiale della meteorologia, celebrata il 23 marzo. 

"Capire le nuvole" significa individuare le grandezze fisiche da misurare per definire i fenomeni relativi alla troposfera (quella fascia dell'atmosfera che va dal livello del mare a circa 12 km in altezza); conoscere le leggi della fisica dell'atmosfera per costruire dei modelli che tengano conto dei dati sperimentali attuali, dell'orografia del territorio studiato e della sua storia meteorologica. Fondamentale è conservare sempre una memoria di tutti i dati, anche qualora essi risultassero incerti. 

Le grandezze - misurate attraverso opportuni e sofisticati strumenti - sono la pressione atmosferica, la temperatura, la radiazione solare incidente, la radiazione solare riflessa dal suolo, l'umidità, le precipitazioni (osservate sopra l'interno di un moderno pluviometro), la velocità dei venti, l'umidità persistente sulle foglie delle piante (che può condizionare lo sviluppo di patogeni come miceti o artropodi, nemici delle coltivazioni).

All'ingresso del centro, in un piccolo museo, sono raccolti vecchi strumenti utilizzati in passato per raccogliere i dati, scritti da un pennino su rulli di carta millimetrata e poi trascritti dai tecnici. 

Oggi, i dati sono trasmessi in tempo reale ed elaborati attraverso computer capaci di calcoli assai complicati: sentir parlare di equazioni differenziali alle derivate parziali, di condizioni al contorno, di soluzioni discrete per unità di volume mi ha ringiovanito di qualche anno e mi ha riportato alla memoria certi corsi seguiti all'università.

Il risultato è la previsione meteorologica, che troviamo pubblicata e aggiornata quotidianamente sulla pagina dedicata del sito dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente.

La previsione soggiace alla probabilità: più i tempi si allungano e più aumenta l'incertezza. Prestiamo attenzione alle percentuali che stimano la probabilità dell'evento, sempre indicate dai previsori.

Studiare come varia il meteo di anno in anno permette agli esperti e agli studiosi (non a noi comuni mortali!) di fare anche considerazioni sul clima (ben distinto dal meteo nella sua definizione: qualche schema in merito lo trovate QUI) e sui cambiamenti climatici - in atto anche nel territorio delle Venezie.

Scendendo da Teolo per una breve sosta a Este, visitando il duomo di Santa Tecla (sopra) per vedere il dipinto di Tiepolo (sotto, un dettaglio ripreso da lontano), il professor T. ed io abbiamo potuto ascoltare anche il passo di un'omelia sul tema dei climatic changes ispirata agli scritti di papa Francesco

Fuori, la piazza era attraversata da persone in bicicletta o a piedi che si affrettavano a trovar posto nei numerosi locali. Nella chiesa di San Rocco, ora sconsacrata, era allestita una mostra dedicata a due pittori contemporanei, che abbiamo velocemente visitato.

Il grande orologio della torre ci dice che si è fatta ora di lasciare Este e i Colli Euganei con il loro caldo estivo per ritornare al fresco, tra i monti.

E così ci lasciamo alle spalle una giornata ricca di spunti e di paesaggi da mulino bianco...

L'unica nota stonata: arrivati in Alpago, desiderosi di mangiare qualcosa, abbiamo trovato una serie di locali chiusi. Ci siamo accontentati di una spaghettata a casa mia. Forse è andata meglio così, stavolta.