sabato 5 dicembre 2015

ELOGIO DELLO STAGNO

Lo stagno (simbolo Sn) è uno dei metalli noti fin dall'antichità. Si trova in natura come cassiterite (ossido di stagno) o come stannite (solfuro).

I romani lo importavano dalla Cornovaglia e lo usavano per fabbricare il bronzo - in lega con il rame. In realtà, più correttamente, dovremmo parlare di bronzi, al plurale: la percentuale dei due metalli nella lega è diversa a seconda dell'uso che se ne fa - per statue o per cannoni, per campane, etc.

Due delle tre campane di Cadola (BL).

Altra lega che contiene stagno è quella usata dai saldatori - con il piombo.

Noto ai cultori del vintage è pure il peltro, una lega dove lo stagno rientra in percentuale maggioritaria (70%), accanto ad altri metalli (antimonio, rame, etc). Un tempo, il peltro era usato per fabbricare stoviglie e recipienti: vasi da farmacista, splendidi boccali da birra, qualche piccola bomboniera, etc.

Il maestoso organo Ruffatti nella chiesa di Cadola (BL).

Di stagno sono fatte pure le canne d'organo e forse erano fatti anche i bottoni delle uniformi dell'esercito napoleonico, stando alle notizie riportate in un certo libro intitolato I bottoni di Napoleone.

Il gelo invernale muta la struttura cristallina dello stagno, che passa da una forma compatta a una pulverulenta (termini poco scientifici, ma rendono l'idea e questo per evitare concetti come allotropia e via discorrendo): il fenomeno è noto come peste dello stagno, e preoccupava gli organari di un tempo.

Preoccupò meno gli ufficiali di Napoleone, impegnati nella campagna di Russia: sembra che i bottoni delle uniformi dei soldati, nel rigido inverno russo, fossero divenuti fragili e incapaci di chiudere le divise, esponendo così i soldati, denutriti ed esausti, al freddo...

Chiesa arcipretale di Cadola (BL), altare del Sacro Cuore.

Il solfuro stannico è noto come oro musivo ed è usato nel mosaico.

Il tetracloruro di stagno, è noto come liquore fumante di Libavio. L'acilazione di Friedel-Crafts su un anello tiofenico adotta il tetracloruro di stagno (SnCl4) come catalizzatore acido di Lewis.

A sinistra: il pallone contiene il 2-etil-tiofene, il solvente e il tetracloruro di stagno;
a destra, osservate l'aspetto della miscela di reazione dopo l'aggiunta del cloruro di proponile.

Tra i derivati organici dello stagno menziono subito il Fentin, commerciato come fungicida.

Composti dello stagno sono stati utilizzati da Stille per perfezionare una reazione di coupling, catalizzata da complessi di palladio, volta alla formazione di legami C-C.


Lo stagno è usato altresì come agente riducente: per riduzione dello ione nitrito con Sn, Lossen ottenne l'idrossilammina. I nitroderivati aromatici sono ridotti alle aniline corrispondenti per reazione con cloruro stannoso (SnCl2).
Quest'ultimo composto è stato da me utilizzato, con somma gioia, per preparare un complesso contenente un legame Ru-Sn. Lo vedete in soluzione nella foto scattata dall'amico Thomas - che ringrazio - e vedete me particolarmente felice per il piccolo risultato conseguito.

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