A tutti è
noto l’uso del legno come materiale da costruzione e per la fabbricazione della
carta. Un tempo dal legno si ricavavano anche altre sostanze: carbone, oli essenziali,
solventi, impregnanti, etc.
Sottoponendo il legno a distillazione distruttiva (spiegata QUI da Giorgio Nebbia), si ricava dapprima una fase
gassosa (con la composizione simile a quella del gas di città, ma senza acido
cianidrico), seguita da una fase liquida (denominata acido pirolegnoso, comprendente
metanolo, acqua, acido acetico, oli essenziali e combustibili) e catrame di
legno (da sottoporre poi a ulteriore distillazione per ricavarne fenoli,
solfuro di carbonio, carbone attivo).
Sul fondo della storta di distillazione
resta infine carbone di legno. Il carbone di legno è un buon combustibile. Un tempo era prodotto
nelle carbonaie (poiàt, in dialetto nostro), che tanto interesse suscitano tra
i cultori dell’antropologia culturale e degli antichi mestieri. Il carbone di legno era impiegato anche nei processi metallurgici prima del coke.
Dalla
distillazione distruttiva del legno Robert Boyle ricavò nel 1661 lo spirito del
legno, oggi noto come alcol metilico o metanolo.
Alberto Cavaliere ne decantò
le virtù in tempi più recenti:
La formula ricavasi
dal radical
metile,
CH3, attaccandogli
OH,
l'ossidrile.
S'ottiene nell'industria
in
quantità assai forte
dal legno, distillandolo
a secco in
ferree storte.
E' un incoloro liquido
che, puro,
ha grato olezzo
Bolle a gradi centigradi
sessantaquattro e mezzo.
La
scoperta di quest’alcol risale a tre secoli e mezzo fa, ma il suo impiego è
attualissimo. Oggi non lo si ricava più dal legno ma si sintetizza a partire
dal metano, dal quale per reazione con il vapor d’acqua in presenza di nichel
si ricavano dapprima monossido di carbonio e idrogeno (processo di steam reforming) e facendo reagire questi si ottiene il
metanolo.
I catalizzatori (a base di rame e di ossido di zinco) che
permettono questa sintesi furono oggetto di particolari studi ai quali si
dedicarono - fra gli i tanti – anche Giulio Natta e Luigi
Casale.
Il metanolo si
impiega come solvente, come punto di partenza per la sintesi della formaldeide,
dell’acido formico, dell'acido acetico, del dimetilcarbonato, del dimetiletere,
del salicilato di metile (essenza di gaulteria), dei biocarburanti, etc.
In Nuova
Zelanda, paese dove scarseggia il petrolio, dal metanolo si ricava carburante
per autotrazione in un processo denominato MTG (methanol to gasoline), attraverso
l’impiego di particolari catalizzatori denominati pentasilicaliti.
Inoltre, per
aumentare il numero di ottano di una benzina (anche di derivazione petrolifera)
si aggiunge il metil-terz-butil-etere (MTBE), ottenuto sempre dal metanolo per
reazione con l’isobutene su resine polistireniche solfonate che fungono da catalizzatori acidi.