mercoledì 3 settembre 2025

Un bel film...

L'altra sera ho visto in televisione il film "Medicus" (titolo originale: The Physician, 2013), tratto da un romanzo dello scrittore Noah Gordon. Protagonista della vicenda - storicamente collocata alla fine del X secolo d.C. - è un ragazzo, Rob Cole, rimasto orfano da giovane, che riconosce la capacità di presentire l'arrivo della morte per chi gli è vicino e vuol svilupparla per salvare le persone che incontra. 

Dapprima segue i rozzi insegnamenti di un barbiere cerusico; poi, osservando un medico ebreo mentre opera lo stesso cerusico di cataratta, si rende conto di voler apprendere l'arte medica e per questo decide di recarsi a Esfahan, in Persia (odierno Iran), ove insegna il grande Ibn-Sina.

Giunto in Egitto via nave, Rob sbarca, si presenta come un giovane ebreo (ai cristiani era proibito l'ingresso nel mondo arabo) e si accoda ad una carovana, poi dispersa da una tempesta di sabbia. Con la carovana viaggia anche Rebecca, una giovane ebrea promessa sposa a un ricco mercante - e futura amante di Rob. Questi riesce a giungere ad Esfahan, stremato; viene soccorso e curato dallo stesso Ibn-Sina che lo ammette alla sua scuola, facendone il migliore dei suoi allievi. 

La presenza di studenti stranieri nella scuola, gli insegnamenti troppo "laici" del maestro e la forza della comunità ebraica nella città infastidiscono la suprema guida religiosa, che imputa a tutto ciò la causa della decadenza dei costumi ed è intenzionato a purificare la città alleandosi con i Selgiuchidi per rovesciare lo Scià

I Selgiuchidi inviano in città alcuni malati di peste per diffondere il morbo tra gli abitanti e indebolire le difese al fine di facilitare l'invasione armata che seguirà. Ibn-Sina e i suoi studenti curano gli appestati e introducono delle misure igieniche per contenere il dilagare dell'epidemia.

Intanto, il giovane Rob, curioso di conoscere le cause dell'appendicite che portò a morte sua madre, pratica in segreto la dissezione di un cadavere, cosa proibita dalle leggi in vigore nella città. Scoperto, viene denunciato all'autorità religiosa, che lo condanna alla decapitazione per negromanzia insieme al suo maestro. I due sono salvati dallo Scià che ha bisogno delle cure dei due medici proprio per un attacco di appendicite. 

I medici tentano un intervento chirurgico e salvano lo Scià, il quale si risveglia per guidare il suo esercito in battaglia contro i Selgiuchidi. Consapevole che il suo regno stava per finire e la città stava per cadere, indica a Rob e agli ebrei una via di fuga verso le montagne. Ibn-Sina, altrettanto consapevole della fine imminente della sua scuola, sceglie stoicamente il suicidio

Rob ritorna in Inghilterra con Rebecca e sull'esempio di Ibn-Sina fonda a Londra un ospedale per praticare l'arte medica e curare tutti, senza distinzione di censo o di religione.

Il film è complessivamente molto apprezzabile, al di là di qualche licenza storica. La torre di Londra, che si intravede nel film, è successiva alla battaglia di Hastings (14 ottobre 1066); risale alla fine del secolo XI, quando presumibilmente tutti i protagonisti della vicenda narrata sarebbero già morti da tempo.

La testimonianza scritta del primo intervento di appendicite risale al 1735, quando Claudius Aymand (1680-1740) operò con successo Hanvil Andersen, un ragazzino di 11 anni. Il chirurgo, di origini francesi, era un ugonotto fuggito in Inghilterra per scampare alle persecuzioni religiose conseguenti alla revoca dell'Editto di Nantes mediante l'Editto di Fontaineblau voluto dal Re Sole nel 1685. Anche la vicenda di Aymand meriterebbe un film... 

Ibn-Sina, conosciuto come Avicenna (980-1037), fu certamente un grande medico e sapiente persiano storicamente esistito, che tuttavia non morì avvelenandosi di proposito, ma per aver assunto un eccesso di purganti, probabilmente mal preparato da un servo.

Forse ci sarebbe qualcosa da dire anche sui Selgiuchidi, che certamente si spostarono verso la Persia nel X secolo, ma erano meno barbari e violenti di quel che appaiono nel film: gli storici attestano che si mescolarono alla popolazione locale assumendone la lingua e le usanze. Essi conquistarono Esfahan nel 1055 e ne fecero la città più prosperosa della Persia, come racconta il poeta Naser e Khosrow, anche se successivamente la stessa città fu teatro di scontri, invasioni e ricostruzioni.


Ecco come appare oggi la porta della splendida Moschea dello Scià: oggi, che purtroppo sentiamo parlare di quella terra lontana solo per fustigazioni e impiccagioni di piazza, per persecuzioni politiche e religiose, per la tensione continua sullo scenario internazionale.

A proposito di Medicus, auguro personalmente agli iscritti al nuovo primo anno di Medicina un percorso sereno, per quanto duro possa essere: ricordate che, almeno per voi, qualcuno non ha deciso a priori che il percorso di studi da voi scelto era troppo lungo e che d'innanzi ad esso il matrimonio, la famiglia e la discendenza non potevano aspettare. 

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