venerdì 7 febbraio 2020

Cosa vuoi fare da grande?

Una delle domande che ponevo spesso ai bambini, nel breve periodo in cui ho insegnato alla scuola dell'infanzia, è un classico: "Cosa vuoi fare da grande?". Ed ecco allora avanzare stuoli di aspiranti e immancabili calciatori, di soldati, di poliziotti, di pompieri, di escavatoristi... qualche maestro/a e, tra le bambine, molte parrucchiere.

Tra i calciatori, un bambino di allora sembra stia riuscendo a realizzare il suo sogno, in un club della serie maggiore, e glielo auguro di cuore: però preferisco ricordarlo con il grembiule lungo, quasi come una gonnella, dove si sarebbe inciampato chiunque, tranne lui quando aveva tra i piedi un pallone.

Probabilmente, quando hanno posto a me la stessa domanda, da bambino, avrei risposto che mi sarebbe piaciuto fare il medico; da preadolescente, scolaretto di scuola media, il professore di scienze (e in effetti è quello che attualmente faccio); da adolescente, il direttore d'orchestra (e per fortuna che ho abbandonato gli studi musicali prima di imbarcarmi in strade irte di tante seccature e poche gratificazioni, per la gioia di chi si ostina a invitarmi a suonare, a parlare di musica, a imbrattare pentagrammi - cose che non faccio più per la mia serenità) oppure l'antropologo (e da qui discende il momentaneo interesse per lo studio delle religioni, oggi accantonato del tutto a tal punto che mi infastidisco a sentirne parlare). 

Tante idee, tanti tentennamenti, troppi condizionamenti (e tutti negativi) e molti rimpianti: ora si saprei rispondere con convinzione a questa domanda, tanto cruciale per l'esistenza di ciascuno di noi. Ma la risposta rimane un flatus vocis, senza la possibilità di concretizzare. 

Almeno posso corrispondere rifiutandomi di fare quel che non voglio fare (e che qualche volta altri si aspetterebbero che facessi: a costoro non lesino un "vaffa" che modulo nell'intensità a secondo del mio altalenante umore): di certo, col senno di poi, non tornerei a far nulla di quel che ho fatto finora, a parte scrivere. Ma questa è una passione, non una professione.


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