La conversione dell'anidride carbonica prodotta dagli impianti industriali o presente nell'atmosfera in metanolo, utilizzabile a sua volta come carburante o come materia prima per la produzione di altri idrocarburi, rappresenta una soluzione perfetta e a portata di mano.
Il premio Nobel per la Chimica George A. Olah (1927-2017) racconta queste tematiche di una vita dedicata alla ricerca e il corrispondente impegno per un ambiente più pulito in un futuro sostenibile nelle (poche) pagine di un libro, La ricerca di una vita (Di Renzo Editore).
Nato in Ungheria, Olah studiò a Budapest e lasciò il suo paese natale dopo la "primavera" del 1956 per riparare a Londra.
Si interessò di idrocarburi fluorurati e Meerwein, professore a Marburgo, per incoraggiare i suoi studi, gli regalò una bombola di BF3.
Da Londra, ove rimase per un tempo assai breve, Olah emigrò in Canada e fu assunto da Dow Chemical: lavorò in Michigan e poi nel Massachussets, per approdare infine all'università di Cleveland.
Dal 1977 fu in California, in un laboratorio creato appositamente per lui a partire dall'anno precedente. Gli studi condotti sugli idrocarburi e sui carbocationi (QUI discutiamo della loro importanza), che gli valsero il Nobel, furono possibili grazie all'impiego dell'acido magico, un superacido ottenuto miscelando HSO3F e SbF5.
A Olah dobbiamo l'idea di una Methanol Economy, ossia di un'economia basata sul metanolo, ottenibile per idrogenazione catalitica di monossido di carbonio e anche di anidride carbonica.
Dal metanolo si possono ricavare idrocarburi (processi MTG e MTO), additivi per carburanti (MTBE) e altre sostanze utili (formaldeide, alcooli superiori, etc).
Dal metanolo si possono ricavare idrocarburi (processi MTG e MTO), additivi per carburanti (MTBE) e altre sostanze utili (formaldeide, alcooli superiori, etc).
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