Nell'ultimo post accennavo a Gilbert, Churchill e alla loro opera letteraria pubblicata nel 1864, grazie alla quale le Dolomiti hanno preso il loro nome: The Dolomite mountains.
Altri viaggiatori inglesi hanno seguito le orme di questi due esploratori; ricordo la scrittrice ed egittologa Amelia Edwards (1831-1892), che racconta le sue peregrinazioni in Untrodden peaks and unfrequented valleys (1872).
La Edwards cita nel suo libro anche il "grazioso nuovo villaggio di Cadola", per il quale ella transitò salendo lungo la strada Alemagna da poco costruita (grazie alla lungimiranza degli austriaci, che la realizzarono intorno al 1830). In una foto di qualche anno posteriore, possiamo immaginare come la viaggiatrice potrebbe aver visto l'abitato: su questa immagine ho costruito il manifesto pubblicitario per la festa del paese prevista per il prossimo fine settimana (e così ve la propongo).
Tra le Dolomiti (in Agordo) inizia anche il viaggio attraverso Il Belpaese (1876) dell'abate rosminiano Antonio Stoppani (1824-1891). Docente di geologia a Pavia e a Milano, il sacerdote racconta nel suo celebre libro la geografia fisica dell'Italia, immaginando di conversare in un salotto borghese con i nipoti.
Non manca anche qui una rappresentazione del Pelmo.
Suggestiva è la descrizione di Alleghe e del suo lago, nato in seguito a una frana, caduta nel 1771, che ha sbarrato il corso del Cordevole.
Fate un click sull'immagine per ingrandirla e leggere più comodamente il passo. Alla prossima puntata... e chiudo con un'immagine di un'eruzione del Vesuvio (1822), tratta sempre dall'opera di Stoppani.
Chissà che un giorno non possa postare foto tutte mie di questo celebre vulcano!
Nessun commento:
Posta un commento