Ho concluso l'ultimo post con una vista del monte Pelmo, il massiccio che domina al contempo la Val Fiorentina, la Valle del Boite e Zoldo. Un'altra vista di questo monte l'ho proposta nel testo dedicato ai minerali, con la vista dalla cima del Serva; così lo si ammira invece dal monte Rite, dove Messner ha realizzato il suo famoso museo.
Partendo da Staulanza, il passo che separa Zoldo dalla Val Fiorentina, è possibile intraprendere il giro attorno al Caregòn, come viene chiamato dalle genti del luogo. Esse immaginano il Creatore che, dopo aver disposto le cime aguzze delle Dolomiti, voleva riposare: pertanto plasmò il Pelmo con la sua conca (sede un tempo di un ghiacciaio) dove sedersi. Caregòn, in dialetto, vuol dire seggiolone.
Eccolo in un dettaglio di un acquerello di Josiah Gilbert, l'esploratore inglese che viaggiò tra le montagne a nord di Venezia poco più di un secolo e mezzo fa, in compagnia dello scrittore Churchill: a loro dobbiamo oggi il nome Dolomiti - dal titolo del loro diario di viaggio: "The Dolomite mountains", pubblicato nel 1864.
Diversi ritrovamenti (tra i quali anche le celebri orme dei dinosauri sul Pelmetto) permettono di ricostruire la storia geologica del Pelmo e della zona limitrofa. Ad eventuali avventori: non immaginatevi di recarvi in loco e di trovarvi in Jurassic Park. Incontrerete marmotte, magari qualche vipera, ma niente sauri ipertrofici: alcune tracce sulla roccia ci raccontano che un tempo son passati di là, ma niente di più.
Il giro prosegue, allietato dal profumo del pino mugo (non raccoglietelo, nemmeno gli aghi: è specie protetta) e il sentiero porta al Rifugio Venezia.
Dal punto di vista geologico, il Pelmo è un libro aperto sul Trias superiore (carnìco e retico): l'escursionista cammina sulla Dolomia principale, la roccia che compone le pareti verticali del massiccio.
Qua e là ho notato (e fotografato) alcuni campioni di calcite (un minerale formato da carbonato di calcio che si distingue per la caratteristica effervescenza a freddo se trattato con HCl diluito).
Le foto non rendono la bellezza dei cristalli (il reticolo cristallino permette di distinguere la calcite dall'aragonìte, anch'essa formata da carbonato di calcio).
Al Pelmo, oltre che leggende, disegni, acquerelli e dipinti di vari autori, è stata dedicata anche la seguente canzone di Bepi De Marzi, il cantore della montagna veneta. Buon ascolto!
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