Studiando la storia della Chimica del 1700, per preparare una lezione da proporre fra qualche settimana, ho "scoperto" (nel senso che prima, personalmente, io lo ignoravo) che anche Marat (1743-1793), il rivoluzionario, fu in realtà uno scienziato (tutt'altro che rivoluzionario). Trovate la sua biografia completa QUI.
Figlio di un frate di origine sarda, che lasciò la tonaca e la religione cattolica per scappare a Ginevra e diventare calvinista, Jean Paul Marat era medico: studiò a Bordeaux e a Parigi, esercitò in Gran Bretagna e poi di nuovo in Francia.
Nella sua casa di Parigi allestì un laboratorio, dove compiva esperimenti di fisiologia e di ottica, che descrisse in un'opera del 1778: Scoperte sul fuoco, sull'elettricità e sulla luce.
Marat sosteneva che il calore emesso dai corpi incandescenti, chiamato fluido igneo, fosse costituito da corpuscoli pesanti e trasparenti in movimento e il movimento era causa del calore stesso.
In scritti successivi difese la teoria del flogisto, polemizzando ai danni di Lavoisier, pur senza nominarlo esplicitamente.
Il contrasto tra i due è evidenziato in una scena di questo sceneggiato che cerca di ricostruire la vita del chimico francese: ma, si sa, una sceneggiatura non è una biografia, anche se le ambientazioni sono sbalorditive.
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