Ieri, al termine della mia lezione pomeridiana all'Università degli Adulti-Anziani di Belluno, una signora del pubblico si è avvicinata alla cattedra e mi ha raccontato di aver visto in libreria un testo (tra i tanti) di cui avevo suggerito la lettura: "Zio Tungsteno - Ricordi di un'infanzia chimica", di Oliver Sacks (ed. Adelphi) - QUI. Era indecisa se acquistarlo o meno: temeva di trovarlo troppo difficile, visto che tra le righe si parla di chimica.
In realtà, con questo libro molto personale, il celebre psichiatra inglese - quello di "Risvegli" - ci apre le porte della grande casa edoardiana di Londra in cui viveva un ragazzino timido e introverso con la passione per la scienza di Lavoisier: di fronte al multiforme e al caotico, all'incomprensibile e al crudele, la purezza del metallo ha per il piccolo Oliver un valore simbolico, quasi la materializzazione di "idee chiare e distinte" e di un ordine stabile.
Il tramite naturale verso questo mondo fantastico è Dave, lo zio Tungsteno, quello che fabbricava le lampadine.
Guidati dai filamenti di luce, seguiamo l'evoluzione di quel ragazzino curioso e appassionato: e sarà come ricapitolare alcune tappe essenziali nella storia della scienza, fino a quando - durante un viaggio in automobile - un rimprovero dei genitori di Oliver, ambedue medici, lo indirizzò agli studi di medicina.
Guidati dai filamenti di luce, seguiamo l'evoluzione di quel ragazzino curioso e appassionato: e sarà come ricapitolare alcune tappe essenziali nella storia della scienza, fino a quando - durante un viaggio in automobile - un rimprovero dei genitori di Oliver, ambedue medici, lo indirizzò agli studi di medicina.
D'altronde, l'adolescente Sacks si era reso conto che "la chimica era finita": la chimica raccontata nel libro è quella romantica, dei grandi scienziati dell'Ottocento, che manipolavano forse incautamente cianuro e arsenico, cloro e fosforo senza cercare troppi dpi.
Con la rivoluzione portata dalla meccanica quantistica, la chimica non era più la scienza degli elementi e dei composti, ma degli elettroni e dei legami: Sacks non ci si riconosceva e la scelta di continuare la tradizione di famiglia è parsa quasi ovvia, anche se udire da vecchio l'inconfondibile tintinnio di una barra di W che cade a terra ha risvegliato in lui la nostalgia per quell'infanzia così particolare - e a tratti invidiabile.
In realtà, "Zio Tungsteno" non è un libro di chimica, ma un monumento alla curiosità di un bambino che ha trovato negli esperimenti - e in uno zio intelligente - nutrimento per il suo intelletto (e, aggiungo, nella scuola del suo tempo, motivo di noia e di sofferenza).
Con la rivoluzione portata dalla meccanica quantistica, la chimica non era più la scienza degli elementi e dei composti, ma degli elettroni e dei legami: Sacks non ci si riconosceva e la scelta di continuare la tradizione di famiglia è parsa quasi ovvia, anche se udire da vecchio l'inconfondibile tintinnio di una barra di W che cade a terra ha risvegliato in lui la nostalgia per quell'infanzia così particolare - e a tratti invidiabile.
In realtà, "Zio Tungsteno" non è un libro di chimica, ma un monumento alla curiosità di un bambino che ha trovato negli esperimenti - e in uno zio intelligente - nutrimento per il suo intelletto (e, aggiungo, nella scuola del suo tempo, motivo di noia e di sofferenza).
Cara Signora, buona lettura!
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