Ho avuto modo di visitare recentemente le Grotte di Oliero nella Valbrenta, a nord di Bassano del Grappa (VI), come testimonia la foto seguente - per la quale ringrazio l'amico Daniele, che ha esaltato le mie sembianze da vero uomo delle caverne.
Alla grotta siamo giunti da Campolongo sul Brenta, dopo un breve percorso a piedi, lungo la ciclabile che costeggia il fiume.
Il percorso mi ha permesso di apprezzare la fauna locale...
... e anche la flora, con i papaveri in fiore.
Il tragitto per arrivare alla grotta è tranquillo e la giornata non troppo calda mi ha permesso di godere la camminata.
Nella grotta si entra, opportunamente muniti di caschetto e salvagente, per mezzo di un'imbarcazione condotta dalle guide locali che spiegano le particolarità geologiche e faunistiche.
L'acqua, che infiltra dall'altopiano dei Sette Comuni, è limpida e freddissima (2-3°C) e nei punti più fondi, esplorati dagli speleologi subacquei, giunge fino a quindici metri di profondità.
Dentro è possibile ammirare le formazioni calcaree, come questa:
... oppure questa:
... o, ancora, questa:
Come ci disse la guida, nelle grotte di Oliero è sempre notte (la luce non vi giunge) e la temperatura è costante (circa 12°C). In esse vive il proteo, un anfibio di "importazione": proviene infatti dalle grotte di Postumia, ma alcuni esemplari portati in quel contesto hanno potuto inserirsi e dimorare. Non ho avuto la fortuna di avvistarlo; in compenso ho ammirato gli esemplari dell'axolotl, un anfibio simile al proteo, allevati negli acquari del museo di speleologia allestito nello stabile antistante alla grotta - un tempo cartiera, oggi centro visitatori. Lo vedete alla fine di questo breve filmato che ho girato e montato alla meno peggio, con l'inizio del concerto per arpa di Karl Ditters von Dittersdorf come colonna sonora.
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