mercoledì 9 gennaio 2019

Un video su Enrico Fermi


Ho cominciato a trattare, in questi giorni, uno degli argomenti che da sempre apprezzo: la radioattività

Ricordo ancora con piacere, a distanza di vent'anni, le lezioni del primario di medicina nucleare che a noi liceali aveva proposto alcuni approfondimenti sulla storia e sugli impieghi dei radionuclidi a scopo diagnostico e terapeutico - primo fra tutti il tecnezio 99, seguito dallo iodio 131.

Io, prima di accennare in classe alle applicazioni della radioattività, tuttavia, voglio approfondire la storia delle scoperte in merito a questo fenomeno: alcune tappe fondamentali si trovano nell'immagine in apertura. 

Qualcosa avevo accennato QUI, parlando di Marie e Pierre Curie, del radio e del polonio. Il termine radioattività fu introdotto proprio da Marie Curie per indicare la capacità mostrata da alcuni elementi chimici di emettere spontaneamente radiazioni.

Le prime ricerche dei coniugi Curie sono state continuate da altri scienziati e, tra questi, dalla loro figlia, Irene, e dal loro genero - marito di Irene, Frederic Joliot: essi scopriranno, nel 1934, la radioattività artificiale (ossia la possibilità di rendere radioattivi elementi che naturalmente non lo sarebbero).

In Italia, a interessarsi di questi fenomeni è il giovane fisico italiano Enrico Fermi (1901-1954), primo titolare della cattedra di fisica teorica presso l'Università della capitale e vincitore del premio Nobel nel 1938. 

A Fermi, uno dei massimi scienziati di ogni tempo, sono oggi intitolate molte scuole (licei scientifici, istituti tecnici) e sono stati dedicati molti libri, approfondimenti e documentari, come ad esempio il seguente.


Per questioni di tempo, purtroppo, non posso concedermi il lusso di mostrare in classe il lungo e meritevole speciale curato da Piero Angela su di lui; non posso nemmeno mostrare, per il medesimo motivo, il film "I ragazzi di via Panisperna", che racconta - con opportuni adattamenti nella sceneggiatura - una delle pagine più straordinarie della storia della scienza, contrappuntata con il dramma personale di Ettore Majorana, collaboratore di Fermi, scomparso in circostanze misteriose.


A lezione mi piace citare qualche passo tratto dagli scritti di Fermi e consiglio la lettura di "Atomi, nuclei e particelle", edito da Boringhieri.

Mi piace ricordare anche la sua genialità, mostrata fin da ragazzo: discutevo qualche tempo fa con un collega del modo sbalorditivo con cui egli calcolò la tangente di 35° usando solo carta e matita e questo all'età di soli 17 anni!


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