mercoledì 11 settembre 2019

39 + 1



Mi chiedo cosa dovrei festeggiare tra qualche settimana, quando abbandonerò gli -enta per addentrarmi ineluttabilmente negli interminabili -anta. Sono quasi intenzionato a rifiutare i famigerati -anta: d'ora in poi per me sarà sempre -enta più qualcosa - più uno, più due, più tre, etc. 

Se la vita, finora, fosse andata diversamente, magari sarei stato maggiormente felice di entrare in quella che chiamano l'età matura. Invece io non corrispondo agli standard previsti per la mia età: non ho una posizione lavorativa definita (sono felicemente precario e "felicemente" lo dico sul serio, ormai è diventato uno stile di vita), non sono sposato (o meglio: sono single, e anche qui più che felicemente e intendo restarlo), non ho figli, non sono impegnato nella politica attiva e nemmeno nel volontariato. 

Dopo un'infanzia tutto sommato molto agiata e serena, terminata con l'esame di terza media, cominciano anni di amarezze e di dolore: il liceo, che ho odiato e che odio tuttora per come lo ricordo; il volontariato coatto nell'associazione di cui mio padre è tuttora dirigente; gli studi di scienze religiose (da laico, guai se avessi compiuto scelte diverse) condotti quasi in segreto (nel disprezzo generale di familiari e non solo); l'interesse per la musica, che mi ha procurato il biasimo di molti (si facessero una volta i cazzi loro…); le prime esperienze di lavoro, come collaboratore giornalistico e come supplente a scuola; l'impegno e l'abnegazione disconosciuti da alcuni di questi datori di lavoro passati, che hanno preferito sorrisi e decolté di nipoti e referenziati; la decisione di lasciare tutto e ricominciare tentando altre strade, con la speranza di andarmene da Belluno (città nella quale sono nato - poco importa - e nella quale purtroppo sono rimasto e a questo punto mi rassegno a rimanere).


Fu così che alla vigilia degli -enta decisi di iscrivermi a chimica, scoprendo a Venezia (grande passione) tante persone meravigliose, mantenendo - esame dopo esame - la media oltre il 29/30 e coltivando una speranza vanificata dalla scelta di una tesi di laurea quinquennale sbagliata (mentre sono stato davvero fortunato nella scelta della tesi di laurea triennale, come ho detto e ripetuto altrove e ancora ripeterò in futuro).


Non entro nei dettagli di quei mesi inutili e improduttivi gettati al vento, ma vi racconto solo che per uno puzzavo troppo da prete, visti i miei studi "religiosi", e qualcuno ha aggiunto a questo anche il mio aperto rifiuto a votare per una certa parte politica. Per un altro era meglio che dimenticassi la chimica e mi dedicassi alla musica. No, caro mio. Non hai capito 'na beata minchia (per citare un noto personaggio di Antonio Albanese). Ho studiato chimica perché di musica non ne voglio più sapere. E nemmeno di religione, come ribadivo anche scrivendo tempo fa a un sacerdote nel passo di una comunicazione che potete leggere sotto.


Ora ho trovato un po' di serenità e molta soddisfazione personale nell'insegnamento delle scienze naturali in un istituto paritario e nella mia attività di divulgatore scientifico presso l'UAA di Belluno.

Voglio godermi il presente ma mi chiedo quanto possa durare ancora questa meravigliosa oasi di tranquillità. Non cammino sereno e fiducioso incontro al futuro e onestamente temo di non poterlo costruire come lo desidero, perdendo al contempo la capacità di adattarmi. Tremens factus sum ego et timeo dum discussio venerit…

Gli -enta mi abbandonano in mano agli -anta e mi viene da piangere come fosse il primo giorno di scuola, quando la mamma mi ha consegnato alla vecchia maestra; gracile e malaticcio, ero continuo bersaglio degli scherzi degli altri scolari. 

Ho imparato che nella mia vita tra gli amici più importanti metto tutti i miei libri, con i quali sono cresciuto: per questo ne ho letti tanti, ne ho accumulati anche di più e come se non bastasse ogni tanto ho il brutto vizio di scriverne. Il prossimo sarà dedicato all'unico vero amore della mia vita, il signor C, e ai suoi tanti volti. 

Qualche parente, magari femmina, che improbabilmente leggerà queste righe rimarrà inorridita di fronte a tale affermazione e penserà che mi sia avventurato in relazioni omosessuali. Si tranquillizzi, non è nulla di tutto ciò. I chimici avranno probabilmente capito a che cosa mi riferisco; agli altri basti sapere che attualmente gli amori che coltivo io sono puramente intellettuali.

Nel mio cuore non c'è spazio per la famiglia e per l'amore umano (etero-, tantomeno omo- o in qualsiasi altra forma vogliate pensarlo o viverlo voi: a mio modestissimo avviso, siamo tutti liberi e responsabili di compiere le nostre scelte, oltre i condizionamenti sociali e culturali). Troppa sofferenza tutto ciò comporta e non voglio piangere ancora più del necessario.

Fisicamente sono invecchiato, e assai velocemente, nel corso di pochi anni: barba bianca, lasciata volutamente incolta (e tale resterà fino al 31 dicembre 2024: non chiedetemi perché); chili di troppo; vene varicose, difficoltà digestive, coliche biliari (sono arrivato a quota venti episodi), piccole emorragie, svenimenti improvvisi (in uno di questi svenimenti sono caduto fratturandomi le costole), insonnia, qualche vizio (anche qua, non pensate male: non fumo e non abuso di alcolici; ma non mi faccio mancare quattro caffè al giorno e il mio amato formaggio, l'agno di quand'ero bambino, che prende il posto di carne, uova e legumi che ora mi sono indigesti, purtroppo).

E tra gli -enta e gli -anta, la vita continua, percorrendo l'arco di parabola ormai discendente. Per concludere, ricordatevi che la parabola della vita ha il coefficiente a < 0.


(mc)

Nessun commento:

Posta un commento