venerdì 13 settembre 2019

BHOPAL, 35 ANNI

Alla fine degli anni Cinquanta, mentre migliaia di contadini indiani vengono cacciati dalle loro terre da nugoli di insetti assassini, tre ricercatori newyorkesi inventano un insetticida che sa di miracoloso. 


La multinazionale che lo produce, Union Carbide, decide di impiantare una grande fabbrica nella splendida città di Bhopal, capitale del Madya Pradesh, nel cuore dell'India. 

A Bhopal, la sintesi dell'insetticida muove dal fosgene, che reagisce con la metilammina per formare il metilisocianato, ingrediente fondamentale degli insetticidi di questo tipo (carbammati). Nell'ultimo step, il metilisocianato si combina con 1-naftolo per dare la molecola desiderata.


I lavori per costruire lo stabilimento hanno inizio negli anni Sessanta e terminano nel 1980, quando la fabbrica gioiello viene finalmente inaugurata: essa comprende grandi magazzini per stoccare il prodotto,  l'impianto per produrre il naftolo, quello per il fosgene e il metilisocianato, le unità di sintesi e di formulazione, un laboratorio. 


Ma il sogno ha vita breve: nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984 la fabbrica è teatro di un pauroso incidente che causa la morte di migliaia di persone e compromette gravemente la salute di molte altre, a causa delle emissioni di gas nocivi derivati dalla reazione incontrollata del metilisocianato con l'acqua.


I dettagli degli eventi sono stati ricordati in vari libri, da Mezzanotte e cinque a Bhopal di Dominique Lapierre a Avventure molecolari di Pellegrino Musto; e recentemente anche in un film del regista indiano Kumar, A prayer for rain, realizzato nel 2014, a trent'anni dai fatti narrati. 


A dicembre ricorreranno i 35 anni della tragedia. Mi piacerebbe parlarne ai miei discenti e al mio pubblico se me ne sarà data l'occasione - come mi è stata data presso l'UAA di Belluno qualche anno fa, in un poderoso ciclo di lezioni dedicati a Chimica ed Etica.

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