Il 4 gennaio ricorre l'anniversario della morte di Erwin Schroedinger (1887-1961), il celebre fisico austriaco, padre dell'equazione d'onda e della meccanica ondulatoria.
Figlio di due laureati in chimica (il padre, imprenditore nel settore tessile, conobbe la madre all'università), Erwin crebbe in un ambiente culturalmente stimolante.
Talento assai precoce, fu educato in casa fino agli 11 anni di età; al ginnasio risultò sempre il primo della classe e all'università fu il primo del suo corso. Si laureò nel 1910 e l'anno successivo era già assistente. Nel 1914 conseguì l'abilitazione a privatdozent.
Fu richiamato alle armi durante la Prima Guerra Mondiale; patì la povertà al termine della guerra. Fu chiamato ad insegnare a Jena, poi a Stoccarda, quindi a Breslavia e infine a Zurigo.
Peter Debye lo invitò ad aggiornare i professori di fisica sulle teorie di De Broglie intorno alla natura ondulatoria dell'elettrone, esposti in articoli che circolavano da un paio d'anni. Lo stesso Debye criticò l'impostazione di De Broglie, che parlava di onde senza presentare un'equazione d'onda relativa all'elettrone.
Agli inizi del 1926, Schroedinger, che soffriva di problemi polmonari (i primi sintomi di quella tisi che lo porterà alla morte), durante un soggiorno ad Arosa (qualcuno dice: in compagnia di qualche donzella - ma non la moglie, sposata sei anni prima), ne trovò una.
Pubblicò il lavoro, che si diffuse presso gli addetti ai lavori e fu accolto come una sorta di liberazione: esso si basava su equazioni differenziali, ossia adottava un formalismo matematico familiare ai fisici, che permetteva loro di evitare il confronto con le terribili matrici del giovane Heisenberg.
Il lavoro di Schroedinger ottenne anche l'approvazione di Einstein, di Planck e di Sommerfeld.
Nel 1927, il professore fu chiamato a Berlino, ove rimase fino al 1933. La nomina a membro della Pontificia Accademia delle Scienze gli permise di lasciare la Germania e di fuggire a Oxford. Intanto è insignito del Premio Nobel ex aequo con Dirac.
Nel 1936 ritornò nella natia Austria per insegnare a Graz; dopo l'Anschluss, nel 1938, fuggì nuovamente in Inghilterra e poi in Irlanda. Si stabilì a Dublino, ove concluse la sua carriera accademica.
Nel 1944 scrisse "What is life?", riflessione di un fisico sulla vita come fenomeno biologico. Dalle pagine di quell'opera emergono riflessioni importanti, che influenzeranno Watson nell'elaborazione della struttura del DNA e del codice genetico.
Amante delle donne (finì per vivere, sotto lo stesso tetto, con la moglie e due amanti), delle lingue, delle lettere, della filosofia, Schroedinger ebbe sempre una certa avversione per la musica - oltre che per il nazismo e per l'antisemitismo, a differenza di Heisenberg.
Gli ultimi anni di vita furono funestati dall'aggravarsi della tubercolosi, malattia che lo portò alla morte agli inizi del 1961.
Fu sepolto nel cimitero cattolico di Alpbach, in Tirolo, e sulla sua tomba è riportata l'equazione che lo ha reso immortale.
Nessun commento:
Posta un commento