Nella seconda metà del
Settecento ebbe inizio un nuovo sistema di produzione grazie a una serie d’innovazioni tecnologiche: al posto del
semplice lavoro manuale furono introdotte le macchine.
Il nuovo sistema di produzione trasformò completamente i
rapporti economici e sociali dell’Inghilterra
(dove nacque) e poi di tutta l’Europa.
Il telaio meccanico,
inventato da John Kay, diede inizio alla meccanizzazione del lavoro nel campo
della tessitura. Molti telai, azionati da ruote
idrauliche o da macchine a vapore,
furono installati in capannoni costruiti appositamente: nacquero le prime fabbriche.
Gli studi di Newcomen e Watt, che permisero lo sviluppo della
macchina a vapore, alimentata principalmente a carbone, portarono alla nascita
di una nuova scienza: la termodinamica.
La macchina a vapore, oltre che per i telai, fu perfezionata
anche per altri scopi: fu ad esempio largamente usata nel campo delle comunicazioni, sia per via d’acqua
(battelli a vapore – Robert Fulton) che terrestri (prime locomotive – George e
Robert Stephenson). Gli scambi
commerciali si fecero più intensi, provocando di conseguenza il sorgere di
nuove fabbriche.
Il diffondersi degli insediamenti produttivi richiese una
presenza sempre più massiccia di manodopera: i contadini e le loro famiglie
abbandonavano il duro lavoro nei campi per trasferirsi in prossimità delle
fabbriche in cerca di un salario
sicuro. Nacquero agglomerati
urbani, dove le persone vivevano in condizioni inizialmente molto
miserevoli, dopo una giornata lavorativa massacrante.
L’illuminazione pubblica era realizzata
per mezzo di lampioni alimentati dal gas illuminante
- una miscela di idrogeno, monossido di carbonio, metano e altri composti,
usata anche per alimentare le prime cucine
a gas.
Il gas
illuminante era ottenuto per distillazione
secca del carbone fossile entro speciali storte, nelle quali alla fine dell’operazione rimaneva coke.
Una volta
ottenuto, il gas illuminante era purificato, prima di essere raccolto in
appositi gasometri e da lì mandato
alla rete di distribuzione.
Tra i
sottoprodotti della distillazione del carbone c’era il catrame: nero, vischioso e maleodorante.
I chimici,
studiando il catrame, trovarono cosa farne, sviluppando al contempo le
conoscenze in ambito scientifico con la scoperta di numerosi composti e delle reazioni che li coinvolgono. Tali scoperte favorirono lo sviluppo della Chimica.
Dal catrame,
Michael Faraday isolò il benzene
(1825); Ferdinand Runge l'anilina
(1834) e successivamente il fenolo,
usato in soluzione acquosa dal dottor Joseph Lister, medico e chirurgo, come primo antisettico.
Dal catrame
furono estratti la naftalina e l'antracene, importanti composti di
partenza per l'industria dei coloranti,
che si sviluppò nella seconda metà dell'Ottocento: aziende come Bayer, BASF, AGFA e Ciba nacquero in questa fase storica.
Dall’industria dei coloranti
nacque poi la moderna industria
farmaceutica.
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