28 novembre 2024: settantesimo anniversario della morte di Enrico Fermi (1901-1954), celebrato in televisione da un documentario che ne ha ripercorso la vita e le scoperte principali: dagli studi di spettroscopia alla radioattività, dalla teoria del decadimento beta agli esperimenti con i neutroni lenti (sotto, il cannone a neutroni), dalla pila atomica agli studi sui raggi cosmici.
In mezzo ci sono la laurea a 21 anni alla Normale di Pisa, l'affiliazione alla Massoneria (omessa in molte biografie, tranne che nel capitolo dedicatogli nell'interessante volume "Massoni da Nobel", curato da Iacovino-Greco e pubblicato per i tipi di Mimesis Edizioni nel 2021), la prima cattedra di fisica teorica a Roma, il matrimonio con Laura Capon, il gruppo dei ragazzi di via Panisperna, i finanziamenti negati, il premio Nobel nel 1938, la fuga negli USA, la partecipazione al progetto Manhattan, fino alla diagnosi di cancro allo stomaco.
Il 2 dicembre 1942, a Chicago, cominciava l'Era atomica: sotto le gradinate dello stadio entrava in funzione il primo reattore, che per poco meno di mezz'ora ha liberato energia dalla fissione dei nuclei dell'uranio.
Gli esperimenti che portarono a questo risultato iniziarono a Roma, nel 1934, sulla scorta della scoperta del neutrone da parte di Chadwick e delle osservazioni dei coniugi Joliot-Curie a Parigi intorno alla possibilità di ottenere artificialmente elementi radioattivi. Come sia andata finire, è cosa nota...
L'ultimo pensiero, in questo post, è per Nihon Hidankyo, la confederazione giapponese delle organizzazioni delle vittime della bomba atomica e delle bombe all'idrogeno, alla quale è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace 2024 per l'impegno a favore di un mondo libero dalle armi nucleari.
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