Reduce dall'ascolto di un bellissimo "Flauto magico", trasmesso ieri sera su Rai 5, vi propongo l'ascolto di una fuga per organo di Bach, giusto per tentare di introdurmi ad un clima (pseudo)religioso.
In cuor mio, mi ricordo di Dio solo per accusarlo di avermi regalato tanti semi e di avermi abbandonato in una terra sterile, nella quale soffro in silenzio, rotto da qualche esplosione di rabbia. L'ultima: alla fine della giornata di venerdì, quando il solito qualcuno, che pensa di essere un tutto e vorrei che fosse un nessuno qualsiasi, ha osato violare un mio spazio sacro: quello del tempo lavorativo.
Oggi avrei voluto festeggiare, più per celia, il mio mezzo compleanno (quello intero sarà tra sei mesi esatti) e lascio la torta Donizetti, che mia madre ha preparato con un quel tocco in più che solo una mamma può mettere, al ventre senza fondo di un essere innominabile che stupra ogni giorno la mia anima e calpesta ogni mio sentire - e questo da moltissimi lustri - perché ritiene di poterlo fare. Lui è lui e il resto dell'universo gli gira attorno e a lui s'inchina.
Nei prossimi giorni devo attendermi il solito copione, di uova e di coniglietti, di animalisti che deprecheranno la strage degli agnelli (per carità: liberi di farlo, ma perché solo per la festività cattolica?), di buone pasque e di auguri vari (spegnerò il telefono), di inviti a concerti e a funzioni religiose: parole, parole, parole... e bei gesti osannati da chi legge il vangelo e lo vive nel quotidiano, troppo spesso nei panni dei farisei. E agli osanna seguiranno i crucifige, come sempre. O il solito imperativo: nube!
A me tutto questo ha stancato da tempo e benedico il covid che mi ha dato modo di estirpare la gramigna di una pratica che lascio volentieri ad altri. Non mi professo credente e nemmeno ateo: preferisco dirmi agnostico e per questo non perdo nemmeno tempo a sbattezzarmi. Chissà, forse tornerò sui miei passi, se mai un giorno sarò farmacista in qualche ospedale missionario, come avrei voluto essere da molti anni in qua. Intanto ho ricevuto questo...
... le soddisfazioni ci sono, non lo nego, ma non ripagano il dolore di mille sogni infranti nel nome del matrimonio (che rifiuto) e della famiglia (che non voglio), con tanto di benedizione di qualche pretonzolo della malora - con i quali ho rotto ogni rapporto.
L'arcana pensosità della fuga bachiana non mi è di aiuto. Mi ha fatto sentire meglio Mozart, con il messaggio di speranza che aleggia per tutta la sua ultima grande opera: il sole della saggezza sorge a fugare le tenebre di una notte fatta di superstizioni e di consuetudini; e la sua luce non acceca ma abbraccia chi desidera la conoscenza e l'amore. L'amore: quello vero, non quello ridotto a un pezzo di metallo al dito dai soliti, inutili, predicatori di menzogne.
Tieniti stretto a Mozart, a Bach, ai tuoi bellissimi fiori e al giusto apprezzamento che ricevi come insegnante! Ma non smettere di coltivare i tuoi sogni, Marco! La vita è piena di sorprese!
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