Il mentolo, un alcol terpenico secondario
contenuto nell'olio essenziale di menta, ha oggi molteplici impieghi.
Nei prodotti di primo soccorso, esso trova impiego per produrre un effetto criogenico - come sostituto del
ghiaccio vero, quando si opera in assenza di acqua e/o di elettricità.
Il mentolo rientra nella
formulazione di vari prodotti
farmaceutici: dai dentifrici ai balsamici, dagli antipiretici ai cerotti
applicati in diverse parti del corpo (es. sui piedi) per alleviare numerosi
disturbi (quest'ultimo uso è molto più frequente ed elaborato in Asia,
specialmente in Giappone).
La medicina orientale impiega il mentolo per trattare indigestione,
nausea, mal di gola, diarrea, raffreddore e mal di testa.
Alcuni sostenitori della teoria omeopatica ritengono che il
mentolo interferisca con gli effetti dei rimedi omeopatici. Il suo utilizzo è
fortemente sconsigliato per chi adotta cure omeopatiche, fino al punto di
vietare l'uso del dentifricio che lo contenga o che contenga l'estratto di
menta.
In chimica organica, il mentolo è utilizzato come ausiliario chirale in sintesi asimmetrica. Ad esempio, esteri
sulfinati (ottenuti dalla reazione di cloruri sulfinilici e mentolo) possono
essere usati per fare solfossidi enantiomericamente puri se trattati con
reagenti organolitio o reattivi di Grignard.
Il mentolo è utilizzato anche per
classica risoluzione di acidi carbossilici chirali, per formazione degli esteri
mentilici, separazione dei diastereoisomeri e successiva idrolisi ad alcol e
acido enantiopuro.
In profumeria, gli esteri mentilici sono utilizzati per
sottolineare le note floreali (soprattutto di rosa).
Il mentolo è ampiamente usato in
cosmetica, nel confezionamento di alcuni prodotti di bellezza.
PRODUZIONE INDUSTRIALE DEL MENTOLO
Il mentolo, che come si è visto è
assai presente nella formulazione di farmaci, cosmetici e come aroma in bevande
e alimenti, è oggi prodotto in generose quantità grazie al progresso della
chimica industriale.
Il processo Haarmann-Reimer è il più antico e muove da meta-cresolo e propilene: per alchilazione si ottiene il timolo, il quale è idrogenato a una miscela di isomeri del mentolo,
purificata poi per ottenere il prodotto voluto.
Il processo Takasago parte da mircene
e sfrutta un catalizzatore, ispirato a un composto studiato dal premio Nobel
giapponese Noyori. Esso, a un certo punto della sequenza di reazioni, permette
un'isomerizzazione dell'intermedio a citronellale, seguita da una ciclizzazione: il reagente (lineare) di
partenza, si chiude a formare l'anello dell'isopulegolo,
idrogenato poi a mentolo.
Nel giugno del 2010, la BASF annunciò che entro il 2012 avrebbe
completato la costruzione del più grande impianto al mondo per la sintesi del
mentolo a partire dal nerolo.
Il nerolo si ottiene purificando
il citrolo (una mistura di nerolo e
geraniolo); successivamente è idrogenato selettivamente in citronellolo, quindi
in isopulegolo e infine in mentolo.
Anche il geraniolo può essere trasformato in citronellolo e quindi in
isopulegolo e in mentolo, secondo quanto mostrato da Heydrich e altri nel 2009,
con l'impiego di un opportuno catalizzatore. Una reazione simile può essere condotta sulle rispettive aldeidi (schema 2): geraniale e neràle.
La cosa interessante è che il
catalizzatore che idrogena il neràle a citronellale è (semplificando) l'immagine speculare di quello che
idrogena il geraniale a citronellale: come dire, la mano destra lavora il
nerale e la mano sinistra lavora il geraniale, al fine di ottenere da entrambi
il citronellale (e quindi il citronellolo, l'isopulegolo e, alla fine, il mentolo). Tale catalizzatore è a base di rodio ed è modellato sul catalizzatore di Wilkinson, coordinato da un'opportuna fosfina chiamata Chirophos.