venerdì 2 novembre 2018

Il "Trattato" di Karrer ...

Con mia immensa gioia, sono riuscito a procurarmi una copia del Trattato di Chimica Organica di Paul Karrer (1889-1971) in edizione italiana, per i tipi di Sansoni (Firenze, 1956).

Come si evince leggendo l'introduzione di Livio Cambi, l'edizione è stata curata da Lamberto Malatesta (per la parte dei composti alifatici) e da Giovanni Jacini (per la parte dei composti aromatici). Lo stesso Cambi così descrive l'opera: 

"Dalla prima comparsa nel 1927 è stato un rapido susseguirsi di nuove edizioni, fino alla settima del 1941. [...] La ragione del successo di quest'opera risiede soprattutto nell'equilibrio mirabile nello sviluppo dei singoli argomenti [...] La trattazione è fondata saldamente sul sano metodo e criterio chimico sperimentale, ed esula da essa ogni eccesso di sviluppi teorici di cui oggi talvolta si abusa e che finora hanno costituito piuttosto un ornamento che uno strumento utile alla effettiva indagine chimica".

Magari qualche chimico organico di oggi potrebbe non essere molto d'accordo sull'ultima affermazione riportata, ma passiamo oltre.


Paul Karrer (1889-1971) nacque a Mosca. Fu allievo di Werner, con il quale si laureò nel 1911; successivamente passò a Francoforte, dove fu collaboratore di Ehrlich.

Nel 1918 divenne professore a Zurigo, dove divenne direttore dell'Istituto di Chimica. Si occupò dapprima di derivati arsenicali del benzene; poi di polisaccaridi e di amminoacidi. Fu uno dei massimi studiosi dei carotenoidi e delle vitamine: isolò la vitamina A e dimostrò che deriva dal carotene; isolò la riboflavina (vitamina B2) e indagò la struttura del tocoferolo (vitamina E).

L'Accademia dei Lincei gli accordò il premio Cannizzaro nel 1935; l'Accademia svedese delle Scienze coronò il suo lavoro con il premio Nobel per la Chimica nel 1937, ex aequo con il britannico Haworth.

Continuò la sua attività di ricerca occupandosi di alcaloidi, ai quali dedica un ampio spazio nella sezione conclusiva del trattato.

Il testo inizia delineando il campo di indagine della materia trattata e prosegue descrivendo l'esecuzione dell'analisi elementare dei composti organici, gli idrocarburi alifatici, i derivati alogenati, gli alcoli e i derivati, i composti dello zolfo, le ammine e i derivati organometallici, i composti carbonilici, i nitrili e altri derivati azotati. Tratta prima i composti monofuzionali, poi bifunzionali, trifunzionali e poi polifunzionali, per concludere la prima parte descrivendo gli zuccheri.

Nella seconda, esso parte tratta i composti aromatici, partendo dal benzene e proseguendo con i derivati alogenati, con i nitroderivati, i nitrosoderivati, gli acidi solfonici, i fenoli, gli alcoli aromatici, le aniline, i coloranti, le fenilidrazine e altri composti contenenti P, As, Sb e metalli alcalini. Conclude la parte trattando i composti ciclici ottenuti per riduzione parziale o totale dell'anello aromatico.

Nella terza parte, esso tratta i composti eterociclici e conclude con gli alcaloidi. Una brevissima quarta parte è dedicata alla preparazione dei composti contenenti radioisotopi, tanto utili come marcatori e in altri impieghi.


Avrò di che leggere e rallegrarmi un poco in questi giorni grigi.

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