venerdì 22 maggio 2020

Stadi e tifosi, tra calcio e malattie

Se chiediamo a una persona qualsiasi di accostare in una frase i termini "stadio" e "tifoso", la maggior parte parlerà di calcio - e oggi lo farei anch'io, nel decennale del Triplete della mia amata Inter, funestato dalla scomparsa di Gigi Simoni.


Se consultiamo il Devoto - Oli, alla voce "tifoso" troviamo, come seconda opzione, un esplicito riferimento al Grande Club di Milano: guardate l'esempio subito dopo la definizione...


La prima opzione invece riguarda lo "stadio tifoso" nell'accezione che oggi nessuno mai considererebbe, ossia come l'insieme dei segni clinici che contraddistingue una delle fasi di un insieme di malattie causate da microorganismi del genere Rickettsia: febbre alta, delirio, dolori diffusi, etc.

Tali microorganismi sono endoparassiti cellulari obbligati: fuori dalla cellula ospite non sono in grado di sopravvivere, in quanto non possiedono gli enzimi per sintetizzare intermedi fondamentali per il loro metabolismo, che assorbono dalla cellula in cui si trovano. Essi vivono in cellule animali, di ratti o di altri piccoli mammiferi, e possono passare all'uomo tramite artropodi vettori, come le pulci, i pidocchi, gli acari e le zecche - come aveva evidenziato Charles Jules Henry Nicolle (1866-1936), premio Nobel per la medicina nel 1928.

Sebbene queste patologie accompagnino la storia dell'umanità da secoli, questi microorganismi sono stati studiati in modo compiuto a partire dalla fine del XIX secolo da Howard Taylor Ricketts (1871-1910). 
Nato in Ohio ma cresciuto in Illinois, Ricketts si laureò in storia dell'arte all'università del Nebraska (1894) e in medicina alla North-Western University (1897). 
Dal 1902 ottenne la cattedra a Chicago e nel 1909 passò all'Università della Pennsylvania. In quell'anno scoprì il microorganismo che causa la febbre delle Montagne Rocciose, detto Rickettsia rickettsii in suo onore.


Microorganismi simili causano patologie come il tifo esantematico o petecchiale, il tifo murino, la febbre del Carducci, la febbre delle trincee, la febbre Q, la febbre del Nepal, la febbre fluviale del Giappone, il tifo messicano. Proprio studiando questa malattia, a Città del Messico, fu morso da un pidocchio infetto e morì. 

Sorte simile toccò al medico ceco Stanislao von Prowazek (1875-1915), che isolò la rickettsia responsabile del tifo epidemico, oggetto delle sue ricerche tra il 1913 e il 1915. 

Fu allievo di Erlich, successore di Schaudinn a Berlino, nel 1906; nel 1908 si trasferì all'istituto Oswald Cruz in Brasile per proseguire in un viaggio nelle isole del Pacifico, ove studiò le malattie tropicali ivi diffuse.

Prowazek si interessò delle clamidie, altri microorganismi endoparassiti che causano polmoniti atipiche, infezioni alle vie urogenitali (tracoma) e psittacosi o ornitosi (perché trasmesse dai pappagalli e da altri uccelli).   

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