martedì 23 luglio 2019

Arsenico, di corte in corte...

Dici arsenico e subito qualcuno ti risponde: e vecchi merletti, titolo di una commedia di Kesselring da cui Frank Capra trasse una versione per il grande schermo nel lontano 1944.

Il potere venefico di certi composti dell'elemento 33 è noto da secoli, fin da quando Alberto Magno lo descrisse nel suo trattato De mineralibus: in particolare, è il triossido di diarsenico, o anidride arseniosa, a costituire il composto d'elezione per eliminare persone scomode, specie di alto rango.

Sembra che i Borgia usassero cospargere con l'anidride arseniosa le viscere di animali (capra, maiale) per raccogliere i liquidi che trasudavano e lasciarli essiccare al sole al fine di ottenere una polvere bianca, detta cantarella, facilmente solubile nel vino da servire in tavola.

Per restare alla corte pontificia, nido di intrighi e di complotti, leggiamo quanto scrive Joe Schwarcz  alla pagina 156 di "Come si sbriciola un biscotto?" (ed. Longanesi) sull'omicidio (presunto) di Clemente VII.

L'assassino mescolò ossido di arsenico alla cera usata per produrre una candela che il papa avrebbe portato in processione, e i fumi avvelenarono mortalmente il papa. 

L'autore di questo omicidio fu ancora più abile di quanto si potrebbe pensare. La cera che brucia fornisce l'idrogeno necessario per trasformare l'ossido di arsenico in una forma gassosa di arsenico, nota come arsina. Questa può uccidere per inalazione più efficacemente di quanto non faccia l'arsenico per ingestione.

Anche nei bassifondi romani non andava meglio. Qualcuno forse ricorderà il processo a Teofania d'Adamo per l'omicidio del marito a Palermo (1633), realizzato con l'arsenico; e alla figlia Giulia Toffana, cortigiana di Filippo IV e organizzatrice del commercio dell'acqua di Napoli, micidiale soluzione ottenuta bollendo anidride arseniosa, sali di piombo e di antimonio e poi filtrando il tutto. Un liquido trasparente, inodore, insapore, da versare nelle pietanze, permise a decine di mogli infelici di raggiungere velocemente lo status di vedova, finché una potenziale vittima non sopravvisse e denunciò il commercio all'autorità. Per Giulia e per sua figlia Girolama Spera fu impossibile evitare il patibolo a Campo dei Fiori (1659).


Tra il 1670 e il 1680, la moda dei venefici conquistò Parigi e passò alla storia come lo scandalo dei veleni. Un nobiluomo, nel testamento, accusò la sua amante, una dama di corte di aver ucciso marito, padre e fratelli al fine di ereditarne le sostanze. Nel 1676 ella fu condannata a morte. 

L'anno successivo emerse un commercio di veleni, sempre destinato a mogli aspiranti vedove, che giunse a interessare una favorita del Re Sole. La cosa fu subito messa a tacere e accusati e accusatori uscirono di scena (per entrare in carcere o in convento).

Tornando a Roma, Clemente XIV passò alla storia per aver firmato il decreto Dominus ac Redemptor che soppresse la compagnia di Gesù (1773). L'anno dopo, egli morì in circostanze misteriose e subito scattò il sospetto di un avvelenamento, condotto con il metodo della camicia all'italiana - ossia con la biancheria intrisa di un preparato arsenicale assorbito per via cutanea. L'archiatra pontificio decretò essere invece lo scorbuto la vera causa della morte del pontefice, anche se qualche sospetto sui gesuiti è rimasto ed è giunto ai giorni nostri.

Infine, l'arsenico è il veleno di Madame Bovary e qualche derivato organico dell'arsenico si è tentato di usarlo anche durante la Grande Guerra. Nell'armadio degli avvelenatori moderni c'è ben altro da adoperare e nei laboratori ci sono metodi sensibili per rilevare tracce di qualsiasi sostanza.

Arsenico, veleno dei principi e principe dei veleni, dunque. E' interessante che il metodo analitico per rilevare tracce di As sfrutta la possibilità di ottenere AsH3. Con il vecchio metodo di Marsh ciò era realizzato immettendo il campione da saggiare in acido solforico e zinco: l'idrogeno nascente riduceva l'eventuale As presente ad arsina che si liberava come gas. Per combustione dell'arsina, si ottiene un deposito di uno "specchio" di As elementare su un coccio freddo messo sopra la fiamma. 



Oggi, per evidenziare As come arsina si tratta il campione con il sodio boro idruro.


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