QUI ho ricordato, per sommi capi, chi sia stato Enrico Fermi (1901-1954), il maggiore fisico italiano del XX secolo e uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi.
Romano di nascita, talento precoce, si formò a Pisa. Tornò nella città natale, dove svolse la sua carriera accademica fino all'assegnazione del Nobel, avvenuta nel 1938.
Giunto a Stoccolma per ritirare il premio, non ritornò in Italia ma si trasferì negli USA, per sfuggire alle leggi razziali che colpirono la moglie, Laura Capon.
Il 2 dicembre 1942, nei sotterranei dello stadio di Chicago, mise in funzione la prima "pila atomica"; partecipò al progetto Manhattan e, una volta terminata la guerra, continuò gli studi di fisica.
Verso la fine del 1954, l'appetito cominciò a venir meno, soprattutto nei confronti della carne e dei cibi proteici. Cominciò a dimagrire, a stancarsi facilmente compiendo gesti quotidiani, a impallidire - assumendo un colorito paglierino. Poi sopraggiunsero la diarrea, il vomito, la disfagia, le emorragie, il dolore.
Gli fu diagnosticato un cancro allo stomaco; ricoverato in ospedale, non perse l'occasione per affrontare in modo "scientifico" la malattia cronometrando le gocce della flebo che gli penetravano in vena. Morì il 28 novembre di sessantacinque anni fa.
Nessun commento:
Posta un commento