Ieri sono andato a Belluno per acquistare un libro di Sidney Altman, premio Nobel per la chimica nel 1989 per la scoperta delle proprietà catalitiche del RNA. Ne ho approfittato anche per passare in posta e versare la quota annuale per l'iscrizione alla SCI. Uscendo dalle poste mi sono imbattuto in un tramonto spettacolare che ho cercato di immortalare con la fotocamera dello smartphone e come me altre decine di persone.
Torno a casa, ceno e poi scorro la pagina di un noto social network dove vedo altre foto del tramonto, prese da varie località del Veneto. Pubblico anch'io uno scatto e mi accingo a leggere i commenti. Alcuni assumevano un tono "paranoico": scie chimiche, colori dovuti a litio, bario, alluminio, etc. Ecco, io mi sono alterato ma ho evitato di replicare sulla pagina: il buon senso c'era ma stava nascosto per paura del senso comune, scriveva Manzoni.
Ho scritto un post "arrabbiato" sulla mia pagina che qui ho ripreso, offrendo il consiglio seguente. Se non conoscete i fenomeni naturali (e le spiegazioni di quelli della fisica dell'atmosfera sono tutt'altro che alla portata della gente comune) evitate di riempire di commenti e sciorinare idiozie.
Coltivate il senso della meraviglia e poi studiate lo scattering di Rayleigh, studiate l'effetto di umidità, pressione, inclinazione dell'asse terrestre, inclinazione dell'eclittica, etc.
Dopo aver maturato una vaga idea del perché di un cielo rosso in un tramonto invernale, vi accorgerete che tacere è meglio.
Se poi preferite i complotti, gli avvelenatori del NWO e quant'altro perché offrono una spiegazione semplice e alla portata della vostra mente, lasciatemi almeno la soddisfazione di concludere dando ancora una volta ragione a Umberto Eco.
E anche al professor Burioni, che ne "La congiura dei somari" (Rizzoli, 2017) scrive:
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