Abbiamo bisogno di cose belle. Non ne possiamo più di Covid, di pandemie, di numeri buttati a caso, di statistiche, di indici e indicatori, di vaccini si - vaccini no, di plasma iperimmune e di anticorpi monoclonali.
Abbiamo bisogno di cose belle. Mi chiedo come mai, nei secoli della peste, quando la gente moriva invocando "a peste, fame et bello: libera nos", ci siano stati l'Umanesimo e il Rinascimento, il Manierismo e il Barocco, e poi il Neoclassicismo; e si costruivano chiese e cattedrali, conventi e palazzi, ville e magazzini.
E si costruiva nel nome del Signore; e magari costruttori e committenti manco ci credevano, in quel Signore; ma nel nome del Signore si abbatteva per poi costruire ancora: nuove dottrine, nuove confessioni religiose, nuovi modi di far musica, di dipingere, di scolpire, di guardare e di descrivere il mondo e la Natura.
Oggi invece, nell'Occidente stretto nella morsa del Covid, si bruciano chiese, si lasciano cadere i vecchi palazzi ormai fatiscenti e con essi si lasciano cadere ponti, muri e anche cimiteri; si soffoca la creatività, si diventa ciechi all'Arte, sordi alla Musica, insensibili alla Poesia; si cancella (o si tenta di cancellare) il vecchio "Dio" (non necessariamente solo quello cristiano) con i suoi dogmi, i suoi precetti e tutto quanto è stato fatto nel suo nome.
Restano i preti (sempre meno) con l'8 per mille e le domeniche sempre più vuote. Vuote come certi Angelus, certe omelie; come le culle e i registri parrocchiali di matrimoni e di battesimi. Vuote come gli stadi o come i comizi, le piazze, i teatri, i cinema, i ristoranti, gli alberghi.
Tuttavia abbiamo bisogno di tornare a stare insieme, al di là degli aspetti formali; abbiamo bisogno di amare, di creare, di procreare, di meravigliarci, di sognare, di progettare ancora, di costruire, di vivere di piccole cose ogni giorno, senza attendere le false promesse dell'Avvenire il cui sole non sorgerà mai - e quanti sono vissuti nelle tenebre e nel pianto per morire inutilmente aspettando quell'alba che mai potrà esserci?
Un'altra è l'alba che i nostri occhi ammireranno, se lo vorremo, di fronte alla quale il nostro cuore batterà per l'emozione - come batterà ancora di fronte agli spettacoli che solo la Natura - e nessuna congettura umana al suo posto - sa regalarci.
Buona giornata della Terra 2021: abbiamo un mondo di meraviglie a cui ritornare. Quel mondo che abbiamo la responsabilità di conservare e di consegnare alle generazioni che verranno dopo di noi.
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