domenica 22 gennaio 2023

Per una domenica di gennaio


Buongiorno e buona domenica a tutti, da me e da Rodio il gatto. Dopo una frugale colazione con caffè, fette biscottate e confettura di albicocche, mi sono messo a svolgere gli esercizi che ho assegnato per poterli controllare e correggere domani mattina. Rodio è rimasto sul divano: fuori è freddo e tira vento, almeno qua dove abito io.

Giunte le dieci, si è fatta l'ora della celebrazione domenicale. E nell'ascoltare anche là certe musiche di moda oggi potrei condividere nella sostanza la recente opinione di un celebre violinista, che è anche quella di multi puristi additati facilmente come retrò. Almeno ai piedi dell'altare, uno stile più severo e meno popolare si potrebbe auspicare. 

D'accordo, ho sempre ricordato a me stesso e a voi di non interessarmi più di musica e di religione, e coerentemente taccio. Però lasciatemi ascoltare una messa di Mozart, comodamente seduto in salotto nella quiete di casa. Per i più curiosi: si tratta della Messa in Re maggiore K 194, in una splendida esecuzione diretta da Harnoncourt.

Terminato l'ascolto, mi dedicherò un po' alla lettura, nell'attesa di sintonizzare la televisione su Raitre, questo pomeriggio, per guardare il programma dedicato ai viaggi - un modo per poter vedere luoghi che in vita mia non avrò mai occasione di visitare. Un ringraziamento a chi ha ideato, prodotto e condotto una trasmissione così interessante e ben confezionata.

3 commenti:

  1. Bella questa Messa di Mozart, anche se mi piace di più la K.220, soprattutto il Credo. Quanto ai canti delle celebrazioni in chiesa, sono d'accordo con te. Noi, come coro, siamo stati praticamente defenestrati dal nuovo parroco che ha detto che non gli interessa la polifonia sacra (Mozart, Bach, Saint - Saens, Palestrina...) e preferisce le chitarre! Non vado oltre perchè mi uscirebbero troppi "francesismi"...
    Buona domenica e grazie!

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    1. Lasciamo stare i francesismi e invitiamo i reverendi a smetterla di pensare che sia corretto il sillogismo: "La chitarra è uno strumento da giovani, quindi via organo e coro e si alla chitarra in chiesa perché con la chitarra in chiesa porto in chiesa i giovani". Paradossalmente molte canzoni da chiesa con la chitarra risalgono agli anni del Concilio Vaticano II o immediatamente successivi (quindi a 50-60 anni fa); i giovani che fanno musica spesso apprezzano anche Palestrina o Schutz, Marcello o Tommaso da Victoria. A non apprezzare sono i reverendi (non tutti, ben s'intenda): ma non importa.
      Quando avranno le chiese completamente deserte e l'8 per mille non basterà più, si accorgeranno che quello che chiedono molte persone non è un luogo d'intrattenimento (ce ne sono di molto migliori) o un centro sociale (idem), ma una fonte dove dissetare lo spirito, presso la quale raccogliersi in silenzio. E non mi fare aggiungere di più, che di religione e di musica non voglio più saperne.

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  2. Pienamente d'accordo. Grazie ancora!

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