Oggi, 14 maggio, sotto la pioggia si festeggiano cresime e prime comunioni, a Feltre si celebrano i patroni Vittore e Corona, a Udine la sfilata degli alpini.
Qui invece voglio ricordare l'anniversario della morte di Fanny Mendelssohn Bartholdy (1805-1847), nipote del filosofo Moses Mendelssohn e sorella del compositore Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847).
Felix Mendelssoh, Napoli e il Vesuvio, acquerello. |
Il padre di Fanny e di Felix, Abrahm Mendelssohn, era un banchiere; sua sorella maggiore Dorothea (zia di Fanny e di Felix) aveva sposato in prime nozze un commerciante, Veit (da cui ebbe un figlio, Philipp, divenuto pittore), e in seconde nozze Friedrich August von Schlegel, il celebre filosofo e letterato nella cui casa si riuniva tutta la crema della cultura tedesca agli inizi del XIX secolo: il cognato Wilhelm, Tieck, Novalis, Schelling...
Abrahm incoraggiava l'attività musicale di Felix, per la quale anche la sorella Fanny mostrava talento. Ella tuttavia era spesso richiamata alla necessità di ricevere un'educazione conforme alla vita borghese e ai suoi futuri doveri di moglie e di madre. Fanny sposò il pittore William Hensel (insieme nel ritratto sottostante) ed ebbe un figlio, che chiamò Sebastian in onore di Bach.
Durante le prove della Prima Notte di Valpurga, una cantata scritta da Felix, ebbe un ictus e morì pochi giorni dopo, a 42 anni. In sua memoria, Felix scrisse il Quartetto in Fa minore op. 80 (nel video sotto): ma il dolore era troppo grande ed egli sopravvisse all'amata sorella solo pochi mesi.
Rebecca Mendelssohn Bartholdy, sorella di Felix e di Fanny, sposò Dirichlet, un celebre matematico; anche Kurt Hensel, nipote di Fanny in quanto figlio di Sebastian, divenne un celebre matematico.
Paul Mendelssohn, figlio secondogenito di Felix, eroe della Guerra Franco-Prussiana, si laureò in chimica con Bunsen e investì nella produzione di coloranti sintetici: fu tra i fondatori dell'AGFA, azienda nata per commerciare tinture all'anilina e poi divenuta celebre per la produzione di materiali fotografici.
Di famiglia illustre o meno, istruita o no, morire giovane è davvero un evento triste. A 42 anni, con la prole da crescere, lo è ancor di più. Anche a 44.
Marco...stai bene, vero? Buona serata!
RispondiEliminaBuonasera, Annamaria. Grazie per il messaggio. Io sto bene, ma pochi giorni fa se n'è andata una ragazza che era stata mia compagna di classe al liceo. La seconda, da inizio anno.
EliminaMi spiace, Marco. Sconvolge sempre la morte soprattutto di chi è nel fiore degli anni. Un abbraccio!
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