Alla fine dello scorso anno scolastico, ho suggerito ai miei discenti la lettura estiva di Zio Tungsteno di Oliver Sacks: - "... ma sono quattrocento pagine!" - mi ha fatto notare più di qualcuno.
Beh, avrei potuto indicare altrimenti Guerra e Pace, I miserabili, I sette pilastri della saggezza oppure Alla ricerca del tempo perduto...
Tuttavia non insegno letteratura ma scienze naturali e quindi, tra le varie proposte, ho scelto questa: un bel modo di rileggere la chimica in una chiave diversa da quella didattica, propria dei libri di testo.
L'autore, tra gli innumerevoli ricordi della sua infanzia chimica e i personaggi (storici e non) che l'hanno costellata, evoca le visite a vari musei, tra i quali quello di geologia.
"Al piano superiore c’era una colossale massa di stibnite – prismi di solfuro di antimonio, simili a lance di un nero lucente. Avevo visto il solfuro di antimonio – un'insignificante polvere nera – nel laboratorio dello zio Dave, ma qui al museo era sotto forma di cristalli alti anche più di un metro e mezzo. Avevo una venerazione per quei prismi, ed essi divennero per me una sorta di totem o di feticcio. Stando a quanto recitava il cartellino, questi favolosi cristalli, i più grandi del genere esistenti al mondo, provenivano dalla miniera di Ichinokawa, sull’isola giapponese di Shikoku.
Da grande, pensavo, quando fossi stato in grado di viaggiare da solo, avrei visitato quell’isola per porgere i miei rispetti alla divinità. In seguito appresi che la stibnite si trova in molti altri luoghi, ma, nella mia mente, quella sua prima immagine si legò indissolubilmente al Giappone, al punto che anche in seguito esso rimase per me il Paese della Stibnite."
Ho visto il Giappone solamente in televisione, in qualche documentario o al telegiornale, specialmente quando si annunciano notizie su terremoti particolarmente gravi che colpiscono l'arcipelago con una certa frequenza. D'altronde, quelle isole emergono dalle acque laddove quattro placche tettoniche si scontrano, come si può facilmente evincere anche operando una sommaria ricerca di qualche immagine sul web.
Il commento lo lasciamo a chi si occupa di Tettonica per mestiere. Noi apprendiamo che terremoti e vulcani rivelano un'attività geologica importante; acque termali ristorano non solo gli uomini, ma anche gli animali selvatici, come i Macaca fuscata che si immergono nelle sorgenti calde di Jigokudani a Nagano, soprattutto nei mesi invernali.
L'immagine è stata da me catturata durante la trasmissione di un documentario in televisione, grazie alle belle trasmissioni condotte da Alberto Angela.
Non so se avrò mai occasione di compiere un viaggio nel Paese della Stibnite: da quindici anni a questa parte ogni scusa è buona per farmi saltare le ferie. Per fortuna che c'è la televisione e che, da qualche parte, qualche ormai ex-alunno si ricorda del suo sempre più vecchio insegnante e lo omaggia inviandogli qualche scatto, come quelli pubblicati QUI o come questo, da Enoshima.
Temo di peccare di presunzione, ma ogni tanto (solo ogni tanto!) vorrei mi fosse concesso di pensare di aver seminato bene. Almeno qualche volta...
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