Louis Jacques Thenard (1777-1857), collaboratore di Gay-Lussac, era professore di chimica al Collegio di Francia ed è passato alla storia per aver scoperto l’acqua ossigenata, H2O2, nel 1818. Si preparava un tempo facendo reagire il perossido di bario con l’acido solforico:
BaO2 + H2SO4
-> BaSO4 + H2O2
Industrialmente era ottenuta per distillazione
dell’acido persolforico, H2S2O8, in soluzione
acquosa, anche se adesso la si preferisce ricavare dall’etilantrachinolo,
ossidato all’aria ad etilantrachinone e acqua ossigenata. L’etilantrachinone è
ridotto nuovamente ad etilantrachinolo per idrogenazione, pronto per
ricominciare un nuovo ciclo.
Gocciolando acqua ossigenata per ossidare Co(II) a Co(III). Venezia, 2010. |
L’acqua ossigenata si trova in tracce libera in natura
nell’atmosfera; è un forte agente ossidante (l'ho usata ad esempio per ossidare
l'acido bromidrico a bromo oppure il cobalto dallo stato di ossidazione +2 a +3, nella foto sopra) ma agisce anche da riducente. L’ossido di
argento ad esempio è ridotto ad argento metallico:
Ag2O + H2O2
-> H2O + O2 + 2Ag
Analogamente, anche nella reazione con il permanganato
essa agisce da riducente:
2MnO4- + 5H2O2
+ 6H+ -> 2Mn2+ + 5O2 + 8H2O
Si impiega nel candeggio dei tessuti, delle piume di
struzzo, dell’avorio, delle perle. Noto è l’uso nell'acconciatura.
Si usa nel restauro delle pitture antiche. Il bianco
di piombo (biacca), reagendo con i solfuri presenti nell’aria, dà solfuro di
piombo nero. Trattando il solfuro di piombo nero con una soluzione ammoniacale
di acqua ossigenata il solfuro viene ossidato a solfato di piombo bianco.
In soluzione al 3% l’acqua ossigenata viene impiegata
come disinfettante per uso esterno. A questa concentrazione essa è in grado di sviluppare 10
volte il suo volume di ossigeno: per questo sull’etichetta della bottiglia
spesso si legge la concentrazione espressa in volumi di ossigeno
sviluppabili.
L’acqua ossigenata infatti si decompone spontaneamente
in acqua e ossigeno e la reazione è catalizzata da composti come lo ioduro di
potassio, gli ossidi metallici (es. biossido di manganese) o negli esseri
viventi da opportuni enzimi (perossidasi, catalasi, etc).
In tempi recenti si sono sviluppati processi
industriali che impiegano l’acqua ossigenata come agente ossidante in luogo dei
classici cromo esavalente e sali di manganese (che generano scomodi
sottoprodotti da smaltire).
Questi processi utilizzano, come catalizzatore, titanio-silicalite e sono sfruttati per produrre:
- epossidi da alcheni (es. l’ossido di propilene dal propilene e da qui glicole propilenico e polipropilenglicoli);
- aldeidi da alcoli primari;
- chetoni da alcoli secondari;
- catecolo e idrochinone dal fenolo.
Un importante processo industriale permette la sintesi
del caprolattame, fondamentale intermedio nella sintesi del nylon, trattando il
cicloesanone con ammoniaca e acqua ossigenata per formare l’ossima
corrispondente (anziché usare l’idrossilammina solfato che generava tonnellate
di solfato di ammonio come scarto). Nello step successivo un catalizzatore
acido (in luogo dell’oleum) induce la trasposizione di Beckmann dell’ossima a
caprolattame, dal quale si ricava poi il nylon-6.
L’impianto pilota è stato realizzato ad Acquisgrana
(Aachen), sotto la guida di Wolfgang Holderlich, docente presso la locale
università tecnica.
Con l’acqua ossigenata e opportuni catalizzatori
(acidi di Lewis) è possibile realizzare anche la reazione di Bayer-Villiger -
che da chetoni porta alla formazione di esteri, e da chetoni ciclici porta alla
formazione di lattoni (esteri ciclici). La sintesi tradizionale usa peracidi
come agenti ossidanti.
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