sabato 25 luglio 2020

Il centenario di Rosalind Franklin

Il 25 luglio 1920 - esattamente cent'anni fa - a Kensington (Londra) nacque Rosalind Franklin, secondogenita in una famiglia agiata, unica femmina accanto a tre fratelli.

All'età di nove anni fu iscritta in un collegio femminile, nel Sussex, ove si applicò sia ai lavori manuali sia alle materie di studio. Eccelse in geografia e in geometria, ma in scienze fu la prima della sua classe. All'età di undici anni si trasferì alla St. Paul, una scuola di Londra, nota per il suo rigore.

A diciotto anni si iscrisse all'Università di Cambridge, ove poté ascoltare le lezioni di Thompson, Haldane e soprattutto di Bragg e di Bernal, pionieri nella tecnica della diffrattometria ai raggi X, che permette di studiare i cristalli. Si laureò nel 1941. Lavorò con Norrish sulla porosità del carbone e sulle proprietà delle fibre di carbonio. Nel 1945 discusse la tesi di dottorato in chimica-fisica.

Terminata la Seconda Guerra mondiale, si trasferì a Parigi per quattro anni. Vi conobbe Vittorio Luzzati - il quale le procurò la prima pubblicazione sugli Acta Crystallographica.

Dopo un breve periodo trascorso a studiare proteine in soluzione con Randall, ella passò a lavorare per Wilkins - che si occupava di DNA. Il rapporto con quello che doveva essere il suo nuovo "capo" non fu mai idilliaco: essi erano coetanei, la Franklin riteneva di avere più esperienza e Wilkins non sopportava il carattere non facile di quella che riteneva essere solamente una sua "assistente esperta". 
E poi , a complicare le cose, Rosalind era una donna ebrea in un mondo di uomini inglesi, anglicani o laici: e aveva simpatie comuniste e inclinazioni pacifiste - che collimavano con il pensiero liberale e la tradizione.

In un convegno tenuto a Napoli nel 1951, Wilkins presentò i suoi studi sul DNA ad un pubblico attento. Tra gli ascoltatori, un giovane James Watson.

Nello stesso anno, Rosalind Franklin ascoltò Linus Pauling a Stoccolma presentare l'alfa-elica delle proteine, una struttura tridimensionale che la catena di amminoacidi assume grazie a ponti - idrogeno che si stabiliscono tra i legami peptidici: è proprio quella struttura che, nella cheratina dei capelli, il vostro parrucchiere modifica ad arte per far la permanente e la messa in piega... 


L'incontro ispirò il lavoro della scienziata - che nel frattempo non rivolgeva più la parola al suo capo. Wilkins fece alcune copie delle lastre di Rosalind e le mostrò a Watson e a Crick, che si affrettarono a pubblicare su Nature il famoso articolo nell'aprile 1953, nel quale annunciavano di aver scoperto la doppia elica del DNA. L'articolo di Rosalind, sullo stesso tema, uscì sulla rivista di cristallografia qualche settimana dopo: Nature è un settimanale mentre Acta è un mensile.


Ella si trasferì in Israele, dove lavorò al virus del mosaico del tabacco (immagine sotto) e al virus della poliomielite; nel 1956 viaggiò in America per presentare i risultati delle sue ricerche. Aveva descritto per la prima volta la struttura di un virus, formato da un capside proteico che custodisce un acido nucleico, osservando come le proteine del capside servano al virus per aderire alla cellula ospite ed infettarla.


Mentre era negli USA, dolori fortissimi all'addome la costrinsero a un ricovero e a un intervento chirurgico urgente per rimuovere due tumori alle ovaie.

Nel 1957 scrisse gli ultimi articoli. Il 15 aprile 1958 morì. Nel 1962, Watson, Crick e Wilkins vinsero il Nobel per la scoperta della struttura a doppia elica del DNA.

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