sabato 26 settembre 2020

COSMA E DAMIANO

Passeggiando sotto i portici di piazza Campedel, a Belluno, si giunge davanti alla porta d'ingresso della Chiesa di San Rocco. Ai lati della porta, due dipinti mostrano la Trinità tra i santi Rocco e Sebastiano e la Vergine Maria tra i santi Cosma e Damiano.

Di san Rocco di Montpellier ho scritto nell'ultima pubblicazione, frutto dell'ennesima e fortunata collaborazione con il professor Renzo Barbazza: del libretto che ne è scaturito ve ne parlerò in una prossima occasione.

Dei santi Cosma e Damiano cerco di dire qualcosa qui: tuttavia, le notizie sulla loro vita sono scarse. Gemelli e cristiani, nacquero in Arabia. Si dedicarono alla cura dei malati dopo aver studiato l'arte medica in Siria. Spinti dalla fede, praticavano la loro arte gratuitamente. Non facendosi pagare per le loro opere furono soprannominati anàrgiri (dal greco: «senza argento», «senza denaro»). 

Questa attenzione ai malati era per loro uno strumento efficacissimo di apostolato che costò la vita ai due fratelli. Essi furono martirizzati durante il regno dell'imperatore Diocleziano. Anche sulla loro morte le notizie sono confuse. Data e luogo sono incerti. Forse nel 303, il governatore romano li fece decapitare. Probabilmente successe a Ciro, città vicina ad Antiochia di Siria dove i martiri sono sepolti. Un'altra narrazione attesta invece che furono uccisi a Egea di Cilicia, in Asia Minore, per ordine del governatore Lisia, e poi traslati a Ciro. 

Il culto di Cosma e Damiano è attestato con certezza fin dal V secolo. Il 26 settembre è la probabile data della dedicazione della basilica che a Roma porta il loro nome, edificata da Felice IV (525-530). 

Di loro si fa memoria nel Canone romano e il culto ebbe ampia fortuna fino a tutto il Rinascimento. 

Sono venerati quali patroni dei medici (con san Luca), dei farmacisti (con san Giovanni Leonardi), dei parrucchieri.

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