Ho cominciato "bene" la prima settimana di scuola. Lunedì mattina, lezione. Lunedì sera: febbre a 38°C. Si aggiungono altri sintomi - non respiratori ma intestinali. Martedì mattina avviso la scuola della mia assenza, chiamo il medico e parte la "trafila Covid" - anche se non di Covid si tratta.
Mercoledì mattina, coda in drive in all'ospedale per il tampone (che sarà negativo); nel frattempo mi sono chiuso nel mio appartamentino in campagna nel più completo isolamento, che ho trascorso tra il letto, il bagno e le immancabili puntate del dottor House.
Qua e là, qualche lettura leggera: libri a tenermi compagnia non ne mancano e ogni tanto poi un'occhiata a facebook la si dà, trovando anche là - strano ma vero - cose interessanti.
Riprendo in questo breve post il seguente appunto del prof. Enrico Galiano, di qualche giorno fa:
"La questione è semplice: ci sono insegnanti negazionisti. Intendo proprio dire insegnanti che affermano che il virus non esiste, che è una bufala architettata per controllarci. Anche insegnanti di scienze, eh. Giuro."
Anche per il manzoniano don Ferrante la peste non esisteva: non era accidens, non era substantia, quindi non poteva esistere. E morì come un eroe di Metastasio maledicendo gli astri.
Ah! Gli eroi di Metastasio muoiono più o meno come nel seguente video. Non dite che muoiono di noia: forse si dimenticano di respirare, tra una nota e l'altra.
Comunque sia, un insegnante non è un ricercatore e non è un legislatore: nel suo ruolo di funzionario/pubblico ufficiale non si interroga sull'esistenza del virus, ma deve applicare i regolamenti, far si che gli studenti interiorizzino le norme e, certamente, anche discuterne il perché in classe.
Il Covid è un'occasione per parlare di storia e di geografia, per ritornare all'educazione civica, per approfondire alcuni concetti chiave della microbiologia medica, per imparare che i virus applicano alla lettera il principio dell'uguaglianza. Colpiscono tutti, indistintamente: il ricco e il povero, l'ignorante e il dotto, chi sta a nord e chi a sud, chi ad est e chi ad ovest...
Noi possiamo difenderci e difendere il nostro vicino curando noi stessi con gesti semplici: la mascherina, il lavaggio delle mani, la distanza. Cose che non sono nuove ma che sono state dimenticate: costituiscono i medesimi suggerimenti che sui libri di scuola di nonni e bisnonni venivano prescritti per evitare la diffusione del mycobacterium tubercolosis.
Poi c'è la questione vaccino, sulla quale si scrive di tutto e il contrario di tutto e per la quale ho già ricevuto insulti e minacce. Vi regalo questa perla dalla campagna elettorale delle scorse settimane:
Nessun commento:
Posta un commento