sabato 26 dicembre 2020

Le nevi dell'equatore

Come ho passato il giorno di Natale? Dedicandomi (finalmente) alla lettura. Telefono silenziato, coperta sulle ginocchia, scorta di cioccolato, libro in mano (grazie a Edda e ad Alberto, miei librai di fiducia, per averlo procurato) e atlante geografico sul tavolo, aperto sulla tavola dell'Africa fisica.

Le nevi dell'Equatore. Kilimanjaro, Kenya, Ruwenzori: è il titolo del libro che ho "divorato" in poche ore, opera di Mirella Tenderini pubblicata dal CDA - Centro Documentazione Alpina nel 2000 a Torino; una seconda edizione, quella da me letta, è del 2012.

Dalla ricerca delle sorgenti del Nilo all'ascensione del Kilimanjaro, del Monte Kenya e del Ruwenzori, "Le nevi dell'Equatore" ripercorre le tappe dell'esplorazione dell'Africa orientale

Favoleggiate dall'antichità, le grandi montagne coperte di neve esistevano davvero, e forse erano i Monti della Luna, mitica culla delle sorgenti del Nilo, oggetto di esplorazioni e di audaci imprese nel cuore del Continente nero

John H. Speke (1827-1864)

I protagonisti di questo libro sono innanzitutto gli Europei, che per primi hanno salito le grandi montagne africane e i più grandi esploratori di quel continente (Burton, Speke, Stanley e Livingstone); ma anche i sanguinari re delle tribù autoctone, i missionari (cattolici e protestanti, che non andavano d'accordo nemmeno sull'evangelizzazione), i mercanti di schiavi (tutti arabi e musulmani, quelli nominati, a dispetto di un certo modo di insegnare la storia che a scuola parla esclusivamente della tratta voluta da francesi, inglesi, olandesi, portoghesi e spagnoli - a quanto pare con la benedizione della Chiesa), i guerrieri e gli avventurieri che si sono avvicendati in quelle terre. 

E - non in ultima battuta - le popolazioni e le etnie di quel continente, da sempre travagliato da guerre, carestie ed epidemie, che stanno cercando a fatica di gestire un'autonomia - dopo secoli di asservimento, deportazioni e massacri.


Il libro ripercorre così uno dei capitoli più avventurosi dell'incontro dell'occidente con la natura selvaggia, durato più due secoli: dalla scoperta delle sorgenti del Nilo, alle salite delle più alte cime del continente.


L'ultima cima, quella del Ruwenzori, vede protagonista indiscusso l'audace Luigi Amedeo d'Aosta, Duca degli Abruzzi, un principe di Casa Savoia che - per le sue esplorazioni - meriterebbe di essere conosciuto dai più, forse anche di più di suo nonno Vittorio Emanuele II, dello zio Umberto I e del cugino Vittorio Emanuele III - purtroppo unici protagonisti dei nostri tanto vituperati manuali scolastici.

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