venerdì 25 dicembre 2020

Presepi e Vaccini

L'artista messicano Diego Rivera (1886-1957), sentimentalmente unito a Frida Kahlo (1907-1954) oltre che (carnalmente) a molte altre donne, nel 1932 fu a Detroit, ove realizzò 27 pannelli nei quali rappresentò il trionfo e la potenza dell'industria americana. 

Detroit è la sede della Ford, non dimentichiamolo. Il compagno comunista Rivera si trova in una delle roccaforti del capitalismo per rappresentare, con la sua arte, il lavoro e l'industria pesante, non senza metterne in luce le contraddizioni. Ad esempio, celebrando l'industria chimica, da un lato egli rappresenta il potenziale distruttivo della stessa, in quanto produttrice di armi di sterminio di massa. 

Dall'altro, "La Vaccinazione", celebra la chimica a servizio della medicina e della salute con una composizione che ricorda il presepe: il bambino è posto in piedi sul lettino anziché coricato nella mangiatoia, l'infermiera prende il posto della Madonna, il medico di San Giuseppe e gli scienziati stanno al posto dei tre magi, chini sulle loro ricerche. 

Ma il bue e l'asinello (come sindacalisti - rappresentanti delle pecore e degli altri animali usati per la produzione di vaccini) sono ancora al loro posto.


Credo che l'abbinamento presepe - vaccino, in questo Natale 2020, non sia poi così troppo azzardato, vista anche l'apertura dei notiziari di oggi, con il furgone che ha varcato il passo del Brennero diretto all'Istituto "Spallanzani" per portare le prime dosi dell'Anticovid.


Intanto, non dimentichiamo il presepe tradizionale - il mio (sopra) è piccolo e soprattutto ecofriendly: per ricreare l'ambiente ho usato la segatura e non il muschio (sotto) al fine di non raccoglierlo così da non arrecar danno ai microecosistemi di cui è parte integrante.


Più che sufficiente, per augurare buon Natale a chi si accosta alla porta della mia casa: cioè quasi nessuno, viste le restrizioni attuate per questi giorni di festa, che trascorrerò leggendo e scrivendo.

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