Cercare con Google "Processo Casale" (per la sintesi dell'ammoniaca) e vedere una serie di risultati su "Processo Casalesi" fa capire molte cose in merito alle priorità nella cultura italiana e nei mass media. Ma non di questo vorrei parlare, in questo post, e procedo oltre.
Dopo l'articolo di Giacomo Fauser, di cui dissi QUI, e dopo aver ripreso qualche brano letterario di Carlo Emilio Gadda, mi sono deciso a rispolverare alcune informazioni sulla sintesi dell'ammoniaca, un argomento che a lezione propongo con una certa insistenza, vista la sua notevole importanza. riassumibile nella sequenza:
Azoto + Idrogeno > Ammoniaca > Concimi > Agricoltura > Alimentazione > Nutrizione
Poi non discutiamo su come siano distribuite le risorse e sul perché al mondo ci siano ancora persone che soffrono la fame: questo riguarda la politica e l'economia, non la chimica e la tecnica.
Il 24 gennaio 1927, Nikodem Caro, co-inventore con Adolph Frank del processo per la sintesi della calciocianammide - un'alternativa all'ammoniaca per la cattura dell'azoto atmosferico - tenne una conferenza a Berlino sull'industria dell'azoto.
Era particolarmente feroce nei confronti di quei paesi che dopo la Prima Guerra mondiale usavano "chimici e ingegneri in uniforme" e "rubavano" i brevetti sull'ammoniaca sintetica Haber-Bosch per sviluppare industrie al di fuori della Germania. Poteva dare credito solo a Georges Claude in Francia e a Luigi Casale in Italia per innovazioni originali nella sintesi dell'ammoniaca.
Casale, nato a Langosco (Pavia) nel 1882, si laureò in chimica presso l'università di Torino, studiando con Arturo Miolati e Michele Fileti (la fortuna di avere grandi maestri...).
Si perfezionò a Berlino con Walter Nernst e ritornò in Italia alla vigilia della Prima Guerra mondiale, durante la quale si occupò di gas asfissianti e protezioni. Un incidente in laboratorio gli causò un avvelenamento che compromise la sua salute.
Al termine della guerra riprese i suoi studi sulla sintesi dell'ammoniaca e nel 1919 fece funzionare il primo impianto che produceva 2 q/die. Due anni più tardi fondò a Terni la Società Ammonia Casale, con nuovi impianti. Morì a Vigevano nel 1927, a 45 anni non compiuti.
La grande proliferazione delle fabbriche di composti azotati, ha rimarcato Caro, “fa riflettere e solleva interrogativi” su quei paesi che avevano senza dubbio rubato i brevetti e le idee per l'industria dell'ammoniaca al fine di soddisfare le loro ambizioni strategiche: “E ora si capisce che nella maggior parte dei casi questi nuovi stabilimenti non nascono da necessità economiche ma da necessità politiche, necessità strategiche di indipendenza nei fabbisogni di azoto in agricoltura e per la produzione di munizioni” [1].
Prima dell'invenzione di Haber e del processo Ostwald, che trasforma l'ammoniaca in acido nitrico, era possibile produrre esplosivi solo a partire dal nitro del Cile, importato via mare dal Sudamerica. Un po' di ammoniaca la si ricavava anche purificando il gas dei forni a coke, per lavaggio con soluzioni acquose diluite di acido solforico, al fine di ottenere solfato di ammonio.
L'affermazione di Caro risuonava in armonia con lo scenario tratteggiato da Humphrey nel luglio 1923, in cui prevedeva la diffusione delle fabbriche di azoto al di fuori dei confini della Germania a meno che BASF non avesse mantenuto il monopolio sull'ammoniaca sintetica. Ma nel 1927, con nuovi processi disponibili, la situazione era molto diversa. Tuttavia, la strategia di controllo delle tecnologie dell'azoto sintetico si avvicinava al tipo di supervisione riservata alle industrie al servizio dell'esercito.
(continua)
[1] Caro N. (1927) Glossen zur Stickstoff-Industrie. Die chemische Industrie 50(6)(12 febbraio):181–185.
Fonte: https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-3-319-68963-0_10
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