Dopo aver trascorso la giornata di ieri a completare la burocrazia di inizio anno scolastico, oggi ho deciso di concedermi un pomeriggio intero di relax, steso sul divano in compagnia di Lotus - il gatto.
domenica 29 settembre 2024
Mato Grosso
martedì 24 settembre 2024
Un'ouverture per l'Anno Accademico UAA
E' arrivato l'autunno anche qua, in Val Belluna. I cieli cominciano a tingersi di colori caldi, gialli e rossi, fin dal mattino e le foglie degli alberi cominciano a fare altrettanto e a cadere.
Ancora le rose resistono, con spine e boccioli, alle temperature che si sono notevolmente abbassate: non mi sono mai lamentato quest'anno per il caldo, ma il freddo comincio a non sopportarlo. Sarà l'età che avanza... con sempre più spine e sempre meno boccioli.
Mentre la natura si avvia al riposo, nelle comunità umane riprendono le attività, la scuola e l'università. Venerdì scorso, anche l'Università degli Adulti Anziani di Belluno ha ripreso la didattica con la presentazione dei programmi alla quale ho partecipato per introdurre l'area scientifica. Eccomi, in uno spezzone preso a tradimento, mentre illustro le lezioni sugli insetti tenute dall'entomologo Enzo Gatti, la prima delle quali ha aperto ieri l'anno accademico.
Che dire? Tra pochi giorni proporrò anch'io le mie, dedicate ad elementi e minerali, con una riflessione sulla Terra solida e sulla composizione della crosta terrestre, un omaggio al paleontologo veneto Giovanni Battista Brocchi (1772-1826), una descrizione di alcuni minerali di origine vulcanica e di altri, importanti fonti di terre rare.
domenica 22 settembre 2024
San Gennaro, tra martirio e prodigio
L'altro giorno è stata celebrata la memoria del martirio di San Gennaro, venerato dalla Chiesa cattolica come patrono di Napoli.
Nato a Benevento intorno al 272 (qualche agiografo dice il 21 aprile), Gennaro divenne vescovo della sua città ancora giovane. A fine estate del 302, egli era andato a Miseno – non lontano da Napoli – in visita al diacono Sossio, che era stato da poco imprigionato e condannato a morte per la sua fede cristiana. Riconosciuto come cristiano, fu dunque arrestato e condotto insieme ad alcuni compagni presso l'attuale Solfatara di Pozzuoli. Qui subì la decapitazione.
Il suo martirio avvenne sulla scia delle persecuzioni volute da Diocleziano: Gennaro, che rifiutò di abiurare, fu condannato a morte assieme ad altri esponenti di fede cattolica. Quasi tutti i pittori del secolo d'oro della pittura napoletana si sono esibiti nel ritrarre la decapitazione di San Gennaro.
Secondo una delle tante leggende legate al santo, il suo sangue fu raccolto e conservato in un'ampolla in vetro. Tre volte l'anno, è celebrato il prodigio della sua liquefazione: la prima volta agli inizi di maggio; la seconda, forse la più conosciuta, il 19 settembre, giorno di ricorrenza della decapitazione; la terza, il 16 dicembre, per ricordare che in quella data, per intercessione del santo, nel 1631 la lava eruttata dal Vesuvio si arrestò prima di recar danno alla città di Napoli.
giovedì 19 settembre 2024
Il bicentenario di Raimondi
Il 19 settembre 2024 ricorre il bicentenario della nascita di Antonio Raimondi, nato a Milano nel 1824 (non nel 1826, come si pensava fino a qualche tempo fa) e morto a San Pedro de Lloc il 27 ottobre 1890.
Appassionato di scienze naturali sin da bambino, da giovane fu attratto dagli ideali rivoluzionari, che lo indussero a partecipare attivamente ai moti del 1848 nella sua città natale. Il ritorno del governo austriaco lo costrinse a cercare un rifugio lontano, per evitare l'arresto, il carcere e forse la condanna a morte.
lunedì 16 settembre 2024
Il Paese della Stibnite
Alla fine dello scorso anno scolastico, ho suggerito ai miei discenti la lettura estiva di Zio Tungsteno di Oliver Sacks: - "... ma sono quattrocento pagine!" - mi ha fatto notare più di qualcuno.
Beh, avrei potuto indicare altrimenti Guerra e Pace, I miserabili, I sette pilastri della saggezza oppure Alla ricerca del tempo perduto...
Tuttavia non insegno letteratura ma scienze naturali e quindi, tra le varie proposte, ho scelto questa: un bel modo di rileggere la chimica in una chiave diversa da quella didattica, propria dei libri di testo.
L'autore, tra gli innumerevoli ricordi della sua infanzia chimica e i personaggi (storici e non) che l'hanno costellata, evoca le visite a vari musei, tra i quali quello di geologia.
"Al piano superiore c’era una colossale massa di stibnite – prismi di solfuro di antimonio, simili a lance di un nero lucente. Avevo visto il solfuro di antimonio – un'insignificante polvere nera – nel laboratorio dello zio Dave, ma qui al museo era sotto forma di cristalli alti anche più di un metro e mezzo. Avevo una venerazione per quei prismi, ed essi divennero per me una sorta di totem o di feticcio. Stando a quanto recitava il cartellino, questi favolosi cristalli, i più grandi del genere esistenti al mondo, provenivano dalla miniera di Ichinokawa, sull’isola giapponese di Shikoku.
Da grande, pensavo, quando fossi stato in grado di viaggiare da solo, avrei visitato quell’isola per porgere i miei rispetti alla divinità. In seguito appresi che la stibnite si trova in molti altri luoghi, ma, nella mia mente, quella sua prima immagine si legò indissolubilmente al Giappone, al punto che anche in seguito esso rimase per me il Paese della Stibnite."
Ho visto il Giappone solamente in televisione, in qualche documentario o al telegiornale, specialmente quando si annunciano notizie su terremoti particolarmente gravi che colpiscono l'arcipelago con una certa frequenza. D'altronde, quelle isole emergono dalle acque laddove quattro placche tettoniche si scontrano, come si può facilmente evincere anche operando una sommaria ricerca di qualche immagine sul web.
Il commento lo lasciamo a chi si occupa di Tettonica per mestiere. Noi apprendiamo che terremoti e vulcani rivelano un'attività geologica importante; acque termali ristorano non solo gli uomini, ma anche gli animali selvatici, come i Macaca fuscata che si immergono nelle sorgenti calde di Jigokudani a Nagano, soprattutto nei mesi invernali.
L'immagine è stata da me catturata durante la trasmissione di un documentario in televisione, grazie alle belle trasmissioni condotte da Alberto Angela.
Non so se avrò mai occasione di compiere un viaggio nel Paese della Stibnite: da quindici anni a questa parte ogni scusa è buona per farmi saltare le ferie. Per fortuna che c'è la televisione e che, da qualche parte, qualche ormai ex-alunno si ricorda del suo sempre più vecchio insegnante e lo omaggia inviandogli qualche scatto, come quelli pubblicati QUI o come questo, da Enoshima.
Temo di peccare di presunzione, ma ogni tanto (solo ogni tanto!) vorrei mi fosse concesso di pensare di aver seminato bene. Almeno qualche volta...
sabato 14 settembre 2024
J.M.W. Turner, schizzi di Belluno
QUI (clikkate!) è ampiamente raccontato e documentato l'ultimo viaggio del celebre pittore inglese Joseph Mallord William Turner (1775-1851) a Venezia, compiuto nel settembre del 1840; smetterà di viaggiare nel 1845, a settant'anni di età; e morirà di colera sei anni più tardi.
Il suo lascito è custodito alla Tate Gallery, inclusi i taccuini dove annotava schizzi dei luoghi visitati. Molti sono stati digitalizzati e sono consultabili on line.
Scorrendo per curiosità alcuni di essi, ho ripercorso il tragitto da Rotterdam a Venezia, lungo il quale il pittore si è fermato a Pieve di Cadore, patria del suo amato Tiziano, per poi scendere lungo la valle del Piave e giungere a Belluno. Ecco il confronto tra foto di oggi e relativo disegno di Turner del passaggio per Fortogna e il profilo dello Spiz Gallina.
Oltre Capo di Ponte (sotto), l'attuale Ponte nelle Alpi, il maestro ha proseguito per Belluno lungo la Sinistra Piave che segue la linea attuale almeno fino a Levego.
La strada percorsa da Turner attraversava poi la campagna di Modolo per giungere a Castion e scendere verso il capoluogo da ovest, con una magnifica vista della curva del Piave, della S'ciara e del Serva.
Turner cattura nei suoi schizzi alcuni dettagli architettonici di Belluno, tra cui il profilo di Porta Rugo (nell'immagine sotto) e di Porta Feltre (demolita nel 1926).
Credo che a questo punto il dettaglio di Porta Feltre sia irrinunciabile, anche se il confronto è con il dettaglio di una foto d'epoca: ci fa capire che Turner non solo è passato per Belluno, ma ha anche avuto modo di girare un po' in città.
Sulla destra dello schizzo turneriano si intravedono i profili del campanile e dell'abside della Cattedrale di San Martino. Infine, ecco piazzetta Santo Stefano e l'attuale via Roma: oggi ci sono la camera di commercio, una macelleria, un bar, vari esercizi e le assicurazioni.
Al tempo della visita di Turner, ormai da qualche anno era stato dismesso il vecchio cimitero, un tempo vicino alla chiesa dei Servi di Maria, ove oggi trovano posto un parco e una fontana.
Chissà che si possa nutrire in qualche modo la speranza di vedere un giorno anche a Belluno una mostra dedicata a Turner: non dico l'anno prossimo, in occasione dei 250 anni della nascita; magari nel 2040, nel bicentenario della sua visita in città... chissà...
Riferimenti:
https://www.tate.org.uk/visit/tate-britain/display/jmw-turner
mercoledì 11 settembre 2024
... è l'ora della campanella!
domenica 8 settembre 2024
Pochi giorni ancora...
Pochi giorni ancora e si riprende a tempo pieno il solito tran-tran. Non ho fatto ferie: sono stato a casa, come da troppi anni a questa parte. Almeno stavolta non avevo esami da preparare, tesi da scrivere o, peggio, l'ingratitudine dei vecchi da dover mandar giù, insieme alle solite prediche sul matrimonio e sulla famiglia in nome dei quali era per loro lecito distruggere sogni e cancellare altre scelte di vita.
Questa estate mi ha regalato una presenza nuova: quella di un ramarro, che per qualche giorno è entrato in casa e poi è stato invitato a tornare in giardino, per la gioia della mia adorata genitrice.
Eccolo, mentre sbircia dal vetro della porta-finestra e si lascia catturare dall'obiettivo della fotocamera.
Oltre a lui, hanno riempito le mie giornate osservazioni di minerali, fiori, artropodi e qualche gatto che veniva a bisticciare con Rodio e con Lotus. Guardate il pelosone mentre ammira la pioggia, asciutto e comodo sul bancone della cucina...
Metto la foto piccola e in sordina: non voglio disturbare gli appassionati seguaci dell'omino bianco che anche di recente ha predicato sul far figli e sulle case tristi nelle quali tuttavia non mancano mai cani e gatti. La mia casa sarà allora vuota e triste, ma almeno c'è silenzio e c'è pace: quello che davvero cerco, dopo che mi è stata negata più volte la possibilità di realizzarmi come avrei voluto. Nel nome della famiglia, dei lari e del paesello natio, stuprare l'anima di una persona è sempre lecito.
Mi chiedo allora che cosa dirà mai allora l'omino bianco di queste suore domenicane che nel loro convento in Messico curano con tanta dedizione gli esemplari di axolotl, un anfibio urodelo che a suo tempo ebbi modo di ammirare dal vivo negli acquari delle Grotte di Oliero. Mah, un altro quesito senza risposta nonostante il quale dormirò comunque sonni tranquilli. Buon fine settimana!