lunedì 12 ottobre 2020

Meditazione

In questo giorno, per me particolare, trovo importante soffermarmi a meditare sul mio percorso esistenziale, non solo dal punto di vista storico, "spirituale", ma - soprattutto in qualità di docente di Scienze Naturali - anche materiale.

R. Barbazza, dal Nastro di Moebius all'Embrione.

Da un insieme di atomi alle biomolecole che hanno formato la mia prima cellula; da questa a tutto il mio essere materiale, passando per una serie di tappe in cui si sono "accesi alcuni interruttori" (ossia, alcuni geni hanno cominciato a esprimersi) per differenziare una cellula muscolare da una nervosa, una cellula epiteliale da un'altra stromale: credo che lo sviluppo prenatale di un nuovo essere umano sia qualcosa da conoscere in maggior dettaglio e a tratti da contemplare e indagare maggiormente (visto che non si sa proprio tutto in merito).

Alcuni aspetti sono, infatti, ancora avvolti dall'ignoto (che aspetta di essere illuminato dalla Ricerca): come è possibile che gli interruttori si accendano e si spengano al momento opportuno? Com'è che il direttore dell'orchestra dà gli attacchi giusti per costruire la nuova armonia di un nuovo essere vivente? Com'è che l'ingegnere istruisce gli operai per posare le pietre adatte al momento adatto in questo complesso cantiere in corso di realizzazione?

Tutto il progetto è scritto nel corredo cromosomico della prima cellula, che si forma quando i due gameti uniscono il patrimonio genetico, formato dal DNA. Sono scritte nel DNA anche le istruzioni per realizzare questo progetto. E il linguaggio in cui sono scritte queste istruzioni - il linguaggio degli atomi, delle molecole e dei legami - è lo stesso per ogni vivente. Magari il prodotto finale non riesce sempre perfetto (come nel mio caso), ma le tappe intermedie sono sbalorditive: ne accennai un paio di anni fa nelle prime pagine di "Germogli", il catalogo che scrissi per la mostra dei manufatti di Renzo Barbazza ispirati al tema della vita nascente. Leggete QUI per rinfrescare la memoria: se vi interessa il catalogo, contattate me o Renzo per averne una copia.

A nove settimane, ecco un embrione umano, grande poco meno di una monetina da due centesimi: in tempi più o meno lontani, tutti siamo stati così. 

Un grazie alla mamma - che così minuscoli e indifesi ci ha custodito, ci ha protetto e ci ha nutrito attraverso due organi meravigliosi, la placenta (G) e il cordone ombelicale (D) - non lo si dice mai a sufficienza.

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