sabato 2 gennaio 2021

All'insegna della Natura (mi auguro!)


Ieri, primo giorno dell'anno, di buon mattino, ero già in piedi e sono andato a fare due passi per il paese, ritornando per la strada che sale nei pressi del cimitero.


Tutto è innevato. Tra i rami degli alberi spogli saltano, qua e là, ancora i piccoli uccellini - prevalentemente passeracei, ma non solo. 


Ho avuto modo di avvistare la ghiandaia, col suo inconfondibile piumaggio azzurro: peccato che avessi con me solo lo smartphone e non la Nikon

La scorsa primavera questo uccello era caduto nella trappola che il mio babbo aveva sistemato vicino alla concimaia per catturare un ratto: prima di liberarlo e di restituirlo alla natura (è specie protetta), mio fratello ne ha approfittato per scattare qualche foto che mi ha passato e che pubblico ora. 




Oltre alla ghiandaia, ho avvistato anche il merlo, che allieta con il suo canto le sere estive, concertando il ronzio delle zanzare che celebrano il loro volo nuziale (giusto poco prima che le femmine fecondate sentano il bisogno di cibarsi del sangue e vengano a prelevarlo da noi, come il governo con le tasse...). Di lui, il merlo, già protagonista dell'ultimo post del 2020, vi regalo uno scatto estivo.


Chissà che questo 2021 non porti l'occasione di fare tante foto e ancora tante osservazioni naturalistiche. Me lo auguro (e lo auguro agli Amici appassionati), perché è un'attività veramente appagante e istruttiva. 

Innanzitutto si impara che certe attribuzioni proverbiali sono sciocche (e mi chiedo: perché continuare ad insegnarle?): l'asino non è stupido, il tordo non è sciocco, la volpe non è furba, il serpente non è astuto, il coniglio non è codardo, la colomba non è per nulla pacifica...

Tra la fauna avicola troviamo poi splendidi esempi di fedeltà coniugale (della serie: finché morte non li separi...) e di attenzione per la prole - da cui certi umani, con tutte le loro etiche, le loro morali e le loro leggi, dovrebbero imparare. Ah, va bene: poi mi ricordate giustamente che c'è anche Cuculus canorus (L. 1758), di cui parleremo a maggio, quando sarà ora di realizzare una registrazione originale da farvi ascoltare.

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