mercoledì 20 gennaio 2021

Viaggi da leggere...

Il lockdown ha innegabilmente i suoi vantaggi. Mi bastano dei buoni libri, un atlante geografico e - perché no? - qualche buon sito internet per compiere dei viaggi bellissimi - anche se virtuali - in luoghi che difficilmente potrei visitare dal vivo e nei quali, tuttavia, non solo mi recherei come turista, ma anche per vivere.

Non ha prezzo - se non quello di un libro - l'attraversare l'Orinoco oppure la Steppa con Humboldt; o ammirare il Gran Rift africano con Gregory, scendere nella Dancalia con Franchetti, scoprire le cascate Vittoria con Livingstone e le sorgenti del Nilo con Speke, contemplare la natura delle Galapagos con Darwin (proprio oggi ho ritirato in libreria - anzi: il libraio-collega Alberto mi ha consegnato direttamente a scuola - la sua Autobiografia e il Diario di un naturalista, mentre da anni l'Origine della specie è sullo scaffale tra i classici della Scienza che di certo non prendono polvere).

Chiaro: respirare un'aria nuova è tutt'altro, incontrare persone, indossare abiti diversi, assaggiare cibi inusuali, toccare, vedere, sentire, annusare, emozionarsi - alzare gli occhi e contemplare che il cielo ha anche altri colori rispetto a quelli del luogo dove abitualmente viviamo. Viaggiare è molto più di tutto questo.

Ora non è possibile uscire dal proprio comune, per noi che siamo nell'Italia arancione: figuriamoci pensare di poter viaggiare. Possiamo però leggere, stando in salotto, arrotondando i nostri bordi (e il contorno dell'addome, per quanto mi riguarda: ma credo di essere in buona compagnia su questo) e sfogliando una pagina dopo l'altra. 

Quel che Eco diceva per la dimensione del tempo, a mio modesto e insignificante avviso vale anche per lo spazio: chi legge sarà in Patagonia con Chatwin, a Cuba con Hemingway, nel leggendario Catai con Marco Polo o in giro per l'Italia con Goethe

Infine, viaggiare stando in salotto ha i suoi vantaggi: ad esempio, non s'incorre nel pericolo di incontrare qualche grande e temibile predatore - che non manca nelle zone in cui vorrei recarmi nelle prossime trasferte. 

Per quanto mi riguarda, tuttavia, mi imbatto ogni giorno solo nella versione in miniatura di uno di essi - versione non troppo innocua, specie quando si interpone con insistenza tra i piedi nei momenti meno opportuni. 

Il librettista Joseph Francois Mery (1797-1866), autore - tra le tante cose - di drammi per la musica di Rossini e di Verdi, ebbe a dire che Dio avrebbe creato il gatto per dare all'uomo il piacere di accarezzare la tigre. Io infatti mi godo la compagnia del buon Rodio (in foto) e l'invadenza di suo fratello Lotus (nella foto in chiusura al post): le mie piccole tigri domestiche.

A questo punto, comincio a temere la fine del lockdown in quanto dovrei smettere di viaggiare anche in questo modo, sebbene la voglia di tornare a far scuola con il gesso - e non con il mouse - sia tanta.


Buona serata!

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