venerdì 11 febbraio 2022

Metamorfosi e dannazioni

Carlo Lorenzini (1826-1890), noto ai più come Collodi (dal nome del paese dove trascorse gran parte della sua infanzia), è conosciuto in tutto il mondo per essere l'autore di Pinocchio

Il protagonista del capolavoro collodiano, questo burattino di legno che cerca di diventare bambino, è stato reso celebre da tante riduzioni, dai giocattoli e dai numerosi film che gli sono stati dedicati. Tra questi, spicca certamente la versione animata (con qualche aggiustamento che trovate spiegato QUI) di Walt Disney (1901-1966), della quale riporto di seguito due scene, ispirato da un paio di momenti che mi son trovato a vivere in questi giorni. 

Non vi racconto i particolari, noiosi e a tratti poco edificanti (nulla di così scabroso, ben s'intenda!), ma in essi ho visto come il Lucignolo tentatore sia sempre in agguato, con la sua voglia di fare il meno possibile o di non fare proprio, frammista alla malizia di portare altri - come l'ingenuo Pinocchio - sulla sua stessa strada.

Nella prima scena che richiamo in un fotogramma, Pinocchio e Lucignolo si incontrano. Sono sul carro che li condurrà al paese dei balocchi, "senza scuola e maestri". Lucignolo racconta a Pinocchio tutte le meraviglie che li aspettano: "una vera cuccagna".

Se "Pinocchio" è la "Divina Commedia dei piccoli", come diceva spesso il mio Professore di Lettere al liceo, la parte seguente è quella corrispondente all'inferno e alla dannazione - con tanto di Lucignolo nella parte di Vanni Fucci: l'uno trasformato in asino, l'altro in serpente.

Passiamo dai disegni animati disneyani al pennello di Michelangelo, che così rappresenta la trasformazione dell'anima in serpe:

E ancora - già lo feci in una tesina da scolaretto ai tristi e mai troppo lontani tempi del liceo - azzardo ad accostare la drammaticità della scena a quella della dannazione del seduttore, così come è musicalmente tratteggiata da Mozart nel finale del suo Il Dissoluto punito ossia il Don Giovanni K 527: "Tutto a tue colpe è poco, vieni c'è un mal peggior".


"Pentiti, scellerato!!" - grida il Commendatore; "e studia" - aggiunge infine l'affranto professore. 

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